Harry e Katherine♡

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«Andiamo, Kat, sbrigati!» mi incita Mary, mia amica e coinquilina, agitando una mano appena arrivata alla soglia del nostro café preferito.

«Arrivo!» le rispondo ridacchiando.

Avanzo il passo sempre di più cercando di arrivare il prima possibile al coperto.
Le temperature sono diminuite all'improvviso e, come di consuetudine qui a Londra, la giornata é uggiosa e il cielo è grigio. Si preannuncia un temporale coi fiocchi. Per fortuna, siamo arrivate in tempo nel locale, prima che le gocce di pioggia potessero inzupparci tutte.
É sabato e, grazie al cielo, nessuna di noi lavora nel week-end. In questo modo, possiamo trascorrere del tempo insieme.
Non siamo soltanto Mary ed io a condividere l'appartamento nel centro città, con noi c'è anche Harriet, una ragazza conosciuta proprio qui, e Scarlett, una tipica ragazza californiana tutta pepe.
La mia amica ed io ci siamo trasferite a Londra da Harlow circa quattro mesi fa é così che abbiamo incontrato le altre due, e iniziato l'università.
Dopo aver salutato i proprietari - che ormai conosciamo bene - ci sediamo al nostro solito posto, proprio davanti ad un grande schermo su cui partono video musicali internazionali. Ci piace questo locale, ci sentiamo quasi a casa!

«Salve, ragazze!» la voce sottile di Samantha, la cameriera, ci fa zittire subito portando, così, l'attenzione su di lei.

É sempre vestita ordinatamente, con il suo fidato taccuino in una mano e la solita bic nell'altra.

«Ciao, Sam!» saluta Scarlett con un grande sorriso sulle labbra intanto che toglie il cappotto dalle spalle.

Tutte seguiamo l'americana, facendo alla bionda impiegata un cenno della mano e un sorriso accorato. Ci conoscono tutti, ormai, dal momento che siamo rinchiuse qui quasi ogni giorno a chiacchierare e spettegolare.

«Allora, cosa vi porto?» chiede sorridendo guardando ognuna negli occhi.

«Cioccolata calda?» chiede Mary al gruppo strofinandosi le mani l'una contro l'altra per darsi un po' di calore.

Annuiamo tutte compiaciute.
L'aria si é raffreddata e il gelo inizia a farsi sentire, per non parlare dell'umidità che arriva fin dentro le ossa.
Sposto la testa verso destra, guardano fuori dall'enorme vetrata proprio al mio fianco. La pioggia batte piano sul vetro creando quasi un suono piacevole, cade così lentamente da ipnotizzarmi. Continuo a fissare le auto che vanno e vengono nei due sensi, incantata, notando persone riparate da un ombrello, altre sotto i grandi tendaggi dei negozi.
Una strana sensazione si impossessa del mio stomaco creando un nodo sempre più forte e un'inquietudine che schiaccia pesantemente il petto, non appena le mie iridi dorate si posano sul marciapiede difronte, si immobilizzano: c'è una gioielleria dirimpetto.

"Piove. Piove forte. Ovviamente non ho portato l'ombrello con me, né tanto meno ci ha pensato lui a farlo. C'è il locale degli Stuart davanti a me, dunque propongo di arrivarci, ma prima che possa fare solo un passo, una grande mano prende la mia facendomi voltare verso la gioielleria dietro di noi.

«Ti piace?» mi chiede, con la sua voce roca, indicando una collanina d'oro con un piccolo diamantino alla fine che luccica alla luce della teca in cui é esposto.

«É bellissima!» esclamo contenta con gli occhi che brillano davanti alla semplicità dell'oggetto tanto prezioso.

«Bene.» dice accennando un piccolo sorriso ed entrando nel negozio.

«No, aspetta!» dico allarmata intuendo le sue intenzioni.
Entro anch'io cercando di fermarlo, ma é troppo tardi."

A quel ricordo, porto una mano al collo sfiorando la catenina che, da quel giorno, non ho più tolto. É una ... collana piena di promesse e speranze fattemi dalla persona che ho più amato in questo lungo e difficile anno.

Perfect ||h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora