2. 'Era la prima volta che ho visto dormire un angelo'

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Stavo raccogliendo le ultime cose, quando mi arrivò un messaggio: Nico.

'Scendi? Sono sotto da te.'

Mentre un sorriso mi si increspava sulle labbra, presi il casco ed uscii di casa.

Lo trovai davanti al cancello automatico, appoggiato alla moto, che mi sorrideva.

Lo raggiunsi con un sorriso da ebete stampato in faccia. Dio, quant'era bello.

"Ciao"

"Ei" mi avvicinai a lui.

Lui mi prese per i fianchi e mi attirò a sé, stampandomi poi un bacio sulle labbra.

"Hai preso il telo?"

"Certo" gli mostrai lo zaino che portavo in spalla.

"Andiamo alle rampe, va bene?"

"Si certo."

"Prima ti va di fare un giro in moto?"

In tutta risposta indossai il casco. Nic mi imitò e io salii dietro di lui.

Mi strinsi alla sua vita e lui partì.

Facemmo il giro di tutta Buccinasco, andando a 90 all'ora quando non incontravamo macchine. Il vento mi rinfrescava le braccia e mi scompigliava i capelli.

Dopo un tempo che non riuscii a decifrare, parcheggiammo alle rampe.

Io scesi e mi tolsi il casco, poi seguita da Nico, entrammo nel parco.

Mi aiutò a stendere il telo e poi si sedette, allargando le gambe, in modo da farmi sdraiare tra esse. Ci accendemmo una sigaretta ed io attaccai la cassa con della buona musica reggae.

Il nostro pomeriggio insieme passò così: tra risate, musica, sigarette e baci.

Non saprei descrivere tutte le emozioni che provavo quando ero insieme a lui, ma prima di tutto ero felice, sentivo che il mio cuore si stava ricomponendo pezzo dopo pezzo e che nessuno avrebbe potuto eliminare tutta la positività che mi circondava.

Quando il sole iniziò a calare, raccogliemmo tutte le nostre cose e ci incamminammo verso la moto.

Quando partimmo, notai che invece di andare verso casa, prese la direzione opposta.

Un altro giro in moto.

Per quanto mi piacesse andare in moto con lui, non potei fare a meno di pensare che ci fosse qualcosa che non andava.

Il suo modo per non pensare a niente era proprio andare in moto.

Dopo una decina di minuti, credo, arrivammo al garage di casa sua.

Scesi e mi tolsi il casco e lo aspettai. Lui chiuse la saracinesca e mi raggiunse.

"Nic c'è qualcosa che non va?"

Sembrò un attimo indeciso su quale risposta darmi.

"No, perché?"

"Mi sembri un po' strano."

Per rassicurarmi mi sorrise "No, va tutto bene, tranquilla."

Mi prese il volto fra le mani e mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra.

Con il suo braccio intorno alle mie spalle, ci incamminammo verso la sua palazzina.

Aprì la porta di casa ma, prima ancora che potessi varcare la soglia, mi ritrovai le sue labbra sulle mie.

Tratto da una storia più o meno veraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora