This is how I will disappear.

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"La malattia è un impedimento per il corpo, ma non necessariamente per la volontà."


Il rumore prodotto dalla macchina per la risonanza magnetica agitava Brian. Il trentacinquenne teneva gli occhi spalancati e guardava insistentemente attorno a sé, ma finiva irrimediabilmente per incontrare lo stesso materiale dal colore biancastro in qualsiasi direzione spostasse i bulbi oculari.

Tutta quell'attrezzatura lo metteva in soggezione, così come lo spaventava lo stesso fatto d'essere stato svegliato nel cuore della notte solo per questo. Perché avevano dovuto tirarlo fuori dal suo letto con prepotenza e trascinarlo per un braccio, fino a quella stanza? Perché lo avevano spogliato completamente, senza dargli neanche un maledetto camicie, e lo avevano infilato di fretta dentro quell'enorme tubo? Sentiva le radiazioni emanate dalla macchina, penetravano ogni strato dell'epidermide, entravano nelle ossa e scannerizzavano la sua immagine completa. L'assordante rumore prodotto dall'aggeggio gli rimbombava nelle orecchie, sembravano tanti zoccoli di cavalli che calpestavano la terra durante una lunga ed infinita corsa.

Iniziò a sentirsi claustrofobico. Avrebbe voluto scalciare, uscire di lì, prendere tutto a pugni fino a ridurre la macchina in pezzi, ribellarsi... ma come poteva, dopo tutto? Doveva stare immobile, o lo avrebbero legato in un qualche modo e la tortura sarebbe ricominciata, tutta daccapo.

Per un attimo chiuse gli occhi, e fu come essere ancora nel grembo di sua madre. La donna gli aveva sempre raccontato che lui aveva iniziato a scalciare molto prima dei suoi fratelli, ed era totalmente incontrollabile, non faceva altro che muoversi e muoversi e muoversi, talvolta arrivando perfino a farle male.

Solo allora si rese conto di quanto era sempre stato profondamente inquieto da ancora prima di nascere e di essere baciato dalla luce del sole per la prima volta. Gli spazi stretti non facevano per lui, aveva bisogno di libertà. Libertà mentale, e anche fisica.

Un mugolio disperato uscì dalle labbra appena schiuse del chitarrista, e subito i suoi occhi marrone ambrato scattarono verso il basso, osservando ciò che da quella rigida posizione poteva vedere del suo corpo. Per la prima volta nella sua vita si sentì a disagio ad essere nudo di fronte ad altri esseri umani. Certo, ora che era all'interno di quel maledetto tubo nessuno poteva osservarlo, al massimo sarebbero stati capaci di vedergli le piante dei piedi. Eppure era comunque fastidioso... la stanza adiacente era piena di dottori, tutti lì solo e soltanto per lui. Terrificante. Già da prima che lo costringessero a stendersi e ad entrare nella macchina per la risonanza, segnavano su delle cartelline vari dati che lo riguardavano, e i loro occhi concentrati guizzavano sul suo corpo come se nulla fosse. Syn provò una strana sensazione. Era forse così che si sentivano gli animali in gabbia? Sotto costante osservazione da parte di tutti, posti nel loro più naturale modo di essere.

Almeno le bestie non erano solite provare vergogna per essere nude come la natura le aveva fatte, né di fronte ai loro simili, né dentro uno zoo con gli occhi puntati addosso dai visitatori. Brian, dal canto suo, avrebbe solo voluto coprirsi. Gli sarebbe bastato muovere una mano nella direzione dei genitali e usarla per nascondere le proprie vergogne. Era terribilmente tentato di farlo, però sapeva che ciò avrebbe comportato il dover riprendere dall'inizio quella tortura.

Erano stati sufficientemente chiari con lui: non doveva fare il benché minimo movimento per nessuna ragione al mondo. Gli era consentito di muovere gli occhi e di abbassare il petto al ritmo del proprio respiro. Nulla di più e nulla di meno. Tentava con tutte le sue forze di prestare ascolto a quegli ordini, di ripeterseli in testa fino alla nausea, eppure tutta quella procedura gli stava iniziando a sembrare infinita, e soffriva. Soffriva un'inspiegabile paura, un terrore tanto denso da sembrare quasi palpabile. Neanche lui sapeva darsi una motivazione... gli era solo richiesto di restare sdraiato sulla schiena, non era poi tanto terribile. Era perfino la sua abituale posizione per dormire. Ciò che faceva paura, forse, era di più l'oscuro dubbio sul perché gli fosse toccato di fare quella cosa con così tanta fretta. Che diamine di problema poteva avere? Si sentiva il solito uomo di sempre! Non lamentava particolari dolori, né sintomi strani... perché tutto questo? Era stato trasferito dalla clinica al vicino ospedale, solo e soltanto per una risonanza magnetica.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2017 ⏰

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