"La gioia ineffabile di perdonare e di essere perdonati costituisce un'estasi che potrebbe suscitare l'invidia degli dei."
-Elbert HubbardNon appena la pesante e spessa porta si aprì, i cardini cigolarono in maniera a dir poco irritante e, a tratti, anche sinistra. Dylan esitò per qualche istante sulla soglia della stanza, fissandone l'interno. Immediatamente dopo aver ispezionato tutto il perimetro con lo sguardo si strinse nelle spalle, sentendo crescere in sé un forte bisogno di fuggire al più presto da quel posto.
Provò pena per Syn: perché un uomo doveva essere costretto a spendere ore preziose della sua vita in uno spazio tanto angusto? Avrebbe fatto venire la claustrofobia a chiunque! Se non fosse stato per l'impeccabile pulizia o per le pareti imbottite, allora di certo avrebbe dato l'impressione d'essere la cella di una prigione.
A passo lento e ben poco convinto, Dylan entrò in punta di piedi là dentro. Non poteva distogliere lo sguardo dal soffitto basso. Era talmente tanto prossimo al pavimento che sembrava essere sul punto di crollare da un momento all'altro, e la diciannovenne ne fu terribilmente spaventata.
L'infermiere ridacchiò divertito dalla reazione della ragazzina completamente spaesata. Fissò bene i piedi a terra ed incrociò le braccia al petto, appoggiandosi poi alla parete per potere avere una migliore visuale degli eventi e goderseli a pieno. Non sapeva molto della storia del paziente rinchiuso nella 81 se non che era finito in quella situazione per problemi legati alla droga. Ed è risaputo, chi ha un qualunque tipo di dipendenza da sostanze stupefacenti è spesso scontroso ed irritabile. Perciò, il paramedico credette erroneamente che Syn sarebbe potuto scattare da un momento all'altro, rivoltandosi contro la giovane.
Intanto, chiamando a raccolta tutto il coraggio che aveva, Dylan s'avvicinò a Brian che era ancora raggomitolato nel caro angolino. Infatti, quello risultava essere l'unico punto della stanza dove si sentisse effettivamente a suo agio, sebbene neppure lui sapesse darsi una giustificazione precisa. Forse per la buona angolazione che- quando era abbastanza attento -gli permetteva di tenere sotto controllo tutto ciò che gli accadeva attorno, o magari solo per via dell'aria fresca che andava a soffiargli tra i capelli penetrando dalla grata posta sulla finestra.
La seconda cosa in particolare rappresentava una divina sensazione per il trentacinquenne, che si beava d'ogni refolo di vento.
Sì, il vento. Quella forza della natura, talmente libera da poter passare per ogni luogo prima di giungere proprio lì, nella camera assegnata a Brian. Proveniva dall'Oceano Pacifico, motivo per il quale si portava appresso un profumo salmastro tanto familiare al chitarrista. Soffiava per interi kilometri di spiagge dalla sabbia dorata, per poi insinuarsi nelle strade trafficate e colorate della città.
Allora Gates semplicemente restava con lì con le ginocchia strette al petto, gli occhi chiusi e il capo appoggiato alla parete dietro di lui. Annusava l'odore del mare che gli arrivava tanto forte alle narici e gli era come sempre più gradito d'ogni altra fragranza.
Quel magico effluvio faceva riaffiorare nella mente di Synyster portentosi ricordi risalenti alla seconda metà degli anni novanta, quando assieme al suo migliore amico Jimmy trascorreva ore intere seduto sulla rena beige, in quel tratto del lido denominato bagnasciuga. I due ragazzi ascoltavano lo sciabordare delle onde e lasciavano che l'acqua salata e schiumosa bagnasse i loro corpi dai piedi all'addome, e nel frattempo i loro giovani sguardi s'infrangevano contro l'orizzonte.
E come dimenticare le giornate passate con una surfboard di legno d'acacia koa in mano, nelle cosiddette "Beach Break" ? Da Santa Barbara a San Diego, Brian aveva avuto l'opportunità di giocare ad imitare il surfista australiano Cheyne Horan in tutte le località più famose per il surf in California.
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I don't believe in fairy tales. // Avenged Sevenfold
FanfictionLe relazioni non sono mai rose e fiori. Dylan l'ha imparato a sue spese. Il suo principe azzurro non esiste. DAL TESTO: Con il dorso della mano la ragazza si pulì qualche goccia densa e rossa che le stava scivolando lungo il mento. Aveva il labbro r...