Lo Specchio delle Emarb

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Draco's pov

Mi sveglio all'improvviso madido di sudore. Il solito incubo: io che sto per uccidere Silente. Ormai è sempre così, ma il peggio viene di giorno quando attraverso la Sala Grande e tutti mi guardano con facce schifiate, mi indicano, bisbigliano... qualche Tassorosso mi guarda con compassione.

Decido di alzarmi, come ormai faccio ogni notte, e prendendo in mano la bacchetta e puntandomela sussurro:"Desillundo" per confondermi con gli oggetti, come se fossi un camaleonte umano. È sempre la stessa routine. Cammino per i corridoi a casaccio, quasi come se le gambe mi portassero da un luogo all'altro automaticamente, senza il mio comando.

Mi rendo conto di trovarmi al settimo piano, nel corridoio dove si trova la Stanza delle Necessità e questo risveglia in me un sacco di ricordi. Senza sapere nemmeno il perché, passo davanti la porta tre volte pensando "ho bisogno del luogo dove si nasconde tutto". Così entro nella stanza. La ritrovo esattamente come l'avevo vista l'ultima volta: i corridoi infiniti semivuoti, se non fosse per alcuni oggetti che devono essere stati portati qui dopo la guerra.

Mi faccio coraggio ed entro. Provo senso di colpa, pensando che se quella stanza é ridotta così, é per causa mia. Ricaccio questo pensiero indietro e cammino per i corridoi, i miei passi rimbombano nella stanza.

Mi guardo intorno osservando i pochi oggetti sparsi qua e là. Quando svolto a destra un oggetto attira la mia attenzione: uno specchio rettangolare dai bordi dorati e impolverato. Lo riconosco subito: è lo Specchio delle Emarb.

***

Ricordo ancora quando circa un anno fa, durante uno dei giorni che passavo dentro questa stanza, esso attirò la mia attenzione e mi ci specchiai. Vedevo semplicemente me stesso, ma mi spaventai quando notai che la manica della divisa del mio riflesso era alzata.

Ma non era solo questo il problema: il braccio scoperto era senza Marchio Nero. Quando vidi che in realtà il Serpente era ancora sul mio braccio, provai un moto di delusione, ma non ero lì per guardarmi allo specchio.

Così mi riscossi e superai quello strano oggetto. Ma alla prima occasione, tra una lezione e l'altra, mi recai in biblioteca. Guardai un po' tutti gli scaffali, un libro dopo l'altro. Stavo per perdere le speranze, quando presi un libro dalla copertina in pelle. Lo osservai: non riuscivo a leggere il titolo per quanto era rovinato. Diedi una breve sfogliata alle pagine ingiallite dal tempo: era un libro anche illustrato. Da quel che ne capii, le immagini rappresentavano vari oggetti magici che, col tempo, erano stati persi di vista dai maghi.

Mi rincuorai pensando che la risposta che stavo cercando avrebbe potuto trovarsi in quel vecchio libro. Arrivato a metà, lo vidi. Era quello specchio, e una didascalia in alto diceva: "Lo Specchio delle Emarb". Lessi velocemente la descrizione dell'oggetto e appena realizzai e diedi un senso a quelle frasi, il mio cuore perse un battito. Quello specchio mostra ciò che ognuno di noi brama più di ogni altra cosa.

Mi alzai di scatto e senza nemmeno prendere le mie cose, lasciai la biblioteca dirigendomi al settimo piano. Passai, come al solito, tre volte davanti alla porta pensando "ho bisogno del luogo dove si nasconde tutto" ed entrai correndo per i corridoi. Appena arrivai davanti allo specchio osservai il riflesso che avevo visto il giorno prima.

Non succedeva nulla di speciale: ero sempre io, immobile, con una manica della divisa alzata e il braccio privo di Marchio, pulito e candido come quello di un bambino. Eppure quell'immagine era come una calamita che attirava il mio sguardo. Era come se fossi in trans.

Mi sedetti per terra a gambe incrociate continuando a rivolgere la mia attenzione al riflesso. E a quel punto, la verità mi colpì, come la lama di un pugnale, in pieno petto. E così era questo ciò che più desideravo al mondo? Non essere un Mangiamorte? Si. Pensai a ciò che ero destinato a fare, a ciò che avevo accettato di fare.

In quel momento capii che in realtà volevo solo essere libero. Rimasi per non so quanto tempo di fronte a quel maledetto specchio. E non potei fare a meno di guardare il mio riflesso ogni volta che ci passavo davanti, prima di distogliere la mia attenzione dall'oggetto.

***

Ma adesso che era tutto finito, che il Marchio Nero si stava man mano sbiadendo, non potevo vedere la stessa cosa che vidi un anno fa. Scoprii che in realtà nemmeno io sapevo cos'era ciò che più desideravo.

Mi faccio quindi coraggio e mi metto di fronte allo specchio e quasi svengo quando vedo me stesso vicino a Harry Potter. Chiudo gli occhi convinto di aver visto male, ma quando li riapro è anche peggio: io e Harry ci stiamo tenendo per mano.

Mi inginocchio davanti allo specchio incredulo. È questo quello che mi aspettavo? No, per niente. È incredibile come questo specchio sappia meglio di me quello che desidero. Cerco di riflettere e penso a Harry. Penso agli sguardi fugaci che gli rivolgo a ogni occasione possibile in Sala Grande, a come un giorno i nostri sguardi sono rimasti incatenati.

Quegli occhi verdi che sembrano perforarmi l'anima, a come cerco di non incantarmi a guardarlo durante le lezioni, a come lo evito. Penso a tutte le volte che l'ho sorpreso a guardarmi, a come sentivo i suoi occhi scrutarmi, a come mi mette in soggezione.

Sbarro gli occhi sorprendendomi dei miei pensieri... sono innamorato di Harry Potter. Quindi sono gay? No, impossibile. Non ho mai provato attrazione verso un uomo. Ma perché con lui è diverso? Forse sono solo... Harrysessuale? Non ci posso credere... sto delirando. Sono innamorato di Harry Potter. E c'è voluto uno stupido specchio per farmelo capire? Sono innamorato della persona che odio?

Non riesco a capire come sia successo... Quando è cominciato tutto? Ripenso al giorno in cui, a undici anni, rifiutò di stringermi la mano, a come mi sentii rifiutato. E allora giurai a me stesso di rendergli la vita un inferno. Forse se non avessi offeso quel Weasley saremmo diventati amici. Forse adesso non mi odierebbe. Forse adesso non lo amerei.

Non mi accorgo nemmeno delle lacrime che rigano il mio volto... silenziose scendono sulle guance. Mi odio. Mi odio per ciò che ho fatto. Mi odio per ciò che sono diventato. Mi odio per essermi innamorato di Harry Potter. Mi odio perché non potrò mai averlo.

E così mi rendo conto che ciò che desidero più al mondo è essere felice, e per esserlo dovrei essere amato da Harry e poter stare con lui. Ma non avrò mai Harry, e quindi non potrò mai essere felice. In poche parole sono destinato all'infelicità. Resto fermo a guardare me ed Harry insieme, incantato, per quelli che mi sembrano pochi minuti, quando in realtà devono essere passate ore...

Mi alzo, le gambe un po' intorpidite, e a malincuore distolgo lo sguardo dallo specchio, uscendo così dalla Stanza delle Necessità. Ancora perso nei miei pensieri sulla scioccante scoperta della scorsa notte, quasi non mi accorgo di essere arrivato a destinazione e, una volta detta la parola d'ordine, attraverso la Sala Comune e salgo le scale per arrivare al mio dormitorio.

Annullo l'incantesimo di disillusione e, quando mi butto a peso morto sul mio letto, realizzo di aver dormito a mala pena due ore. Così mi addormento senza nemmeno accorgermene, accolto tra le braccia di Morfeo.

Continua...

IL VERO DRACO MALFOY //Drarry OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora