A sky full of stars

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La guerra è finita. Settimo anno ad Hogwarts.

Draco's pov:

"Dai, andiamo a dormire" dice il mio amico Theo sbadigliando. Siamo rimasti solo noi in Sala Comune. "Tu vai pure, io resto ancora un po' " gli rispondo.

"Draco..." mi guarda preoccupato.
"Theo... tranquillo, vai pure." gli sorrido stancamente. Se ne va e così rimango solo.

Resto per un ora (forse anche due) a fissare il disegno del serpente impresso sulla mia pelle pallida. Solo ora mi rendo conto di quanto sia raccapricciante da guardare il Marchio Nero. Sembra quasi un... Come lo chiamano i Babbani? Tautaggio?

Ormai non è evidente come prima; anzi, col tempo va sbiadendosi. Eppure è come se fossi stato marchiato nell'anima. Adesso ad Hogwarts c'è un clima sereno, felice. C'è aria di libertà. Ma a me la libertà è stata tolta da Voldemort. E anche se adesso è morto, continua a perseguitarmi... nei sogni.

Ormai sono considerato feccia da tutti, eccezione per Theo. E Harry Potter. È strano, surreale, ma lui è l'unico che mi guarda senza increspare le labbra.

A volte accenna qualche sorriso. Dovrebbe essere il ragazzo più felice della Terra, ma invece sembra tutto il contrario. I suoi occhi spenti e la sua aria stanca lo tradiscono. Ha perso molte persone durante la guerra, ma probabilmente la felicità prima o poi sarebbe arrivata e avrebbe superato il dolore. Lui ha in serbo un futuro dignitoso. Io no.

Sospiro stancamente e salgo ai dormitori e subito dopo essermi sdraiato sul mio letto e aver poggiato la testa sul cuscino, mi addormento.

***

Il vento soffia. È notte fonda, il cielo è pieno di stelle. Vedo una figura scura davanti a me. E poi parla, la voce fredda che provoca paura solo a sentirla:"Avada Kedavra". Due parole. Una luce verde. La fine.

Sto urlando. Theo si catapulta da me e mi abbraccia. Realizzo solo adesso che quello era un incubo. Eppure non ho trovato alcun sollievo nello svegliarmi.

"Stai bene?" mi domanda allarmato.
"Si" dissi chiedendomi perché continuo a ripeterlo a tutti, e domandandomi se ero mai stato meno bene di così. "Il solito incubo, Theo..."
"Non puoi continuare così"
"Passerà..."

"No, Draco, devi farti aiutare" è così deciso da far paura. "Cosa vuoi dire?"
"Potresti... beh... magari... provare a farti visitare da un Medimago ecco"
"Cosa? Draco Malfoy andare da uno strizza-cervelli?"

"Draco..."
"Senti, Theo, io ti voglio bene. Sei il mio migliore amico e mi aiuti sempre anche se non so perché lo fai. Però io so cos'è che mi farebbe stare meglio, so cos'è che mi può rendere felice. E non serve un Medimago a farmelo capire." rimuginavo su queste cose da molto, ma è come se dirle ad alta voce le abbia concretizzate.

"E allora vai e sii felice, perché non ce la faccio più a vederti così. E sbrigati a prepararti se non vuoi perderti la colazione" e dicendo così esce dalla stanza. Meccanicamente mi vesto e mi dirigo in Sala Grande sedendomi al tavolo dei Serpeverde vicino Theo.

Riempio il mio piatto di cibo a caso e guardo esso con diffidenza. Non ho fame. Non ho mai fame. "No, senti, ora mangi volente o nolente."
"Theodore..."
"Non funziona la tecnica del chiamarmi per nome intero".

Sbuffo e mangio lentamente del porridge. Faccio di tutto per non vomitare... sembra che ogni cosa abbia lo stesso sapore. Dopo tre bocconi non riesco più a mangiare e così mi alzo e mi dirigo verso i sotterranei dove si svolge la prima lezione: Pozioni, ignorando i richiami di Theo.

Entro e mi sistemo in un angolo. La lezione si svolge normalmente, e anche tutte le altre. Lentamente arriva il momento della giornata che più temo: la notte. La gente dice che la notte porta consiglio... a me porta solo angoscia.

Quando anche l'ultimo raggio di luce proveniente dalla bacchetta di Blaise si spegne, smetto di fingere di dormire, deciso a non addormentarmi.

Passano i minuti e i miei occhi iniziano ad abituarsi al buio della camera. Sento tutti i muscoli indolenziti e decido di alzarmi.

Prendo la bacchetta e sussurro: "Lumos". Mi sento soffocare e così esco dalla stanza, poi dalla Sala Comune. Non so esattamente dove andare, voglio solo uscire fuori. Quasi inconsapevolmente arrivo al lago che circonda il castello e mi chino per toccarne la superficie fredda.

Mi rialzo e mi guardo intorno: qui fuori è bellissimo. Il vento è leggero e mi accarezza la pelle e il cielo è pieno di stelle e privo di nuvole. Mi siedo sul prato sotto un albero vicino al lago e guardo il panorama. Il tempo passa, tutto è fermo, immobile, e io non mi muovo. Si sta così bene qui...

E proprio quando sto per tornare al castello, uno spettacolo molto più bello mi si para davanti. "Draco, anche tu qui?" e così dicendo Harry Potter si siede vicino a me e mi sorride. Mi ha chiamato per nome... "Non dovresti fare il tuo sonno di bellezza?" dico, e ridiamo insieme.

Non servono parole, è un momento così perfetto che nessuno dei due lo vuole rovinare. Le nostre spalle si sfiorano, le bacchette abbandonate sull'erba ancora illuminate e i nostri occhi alzati al cielo. Dopo quelle che potrebbero essere ore o minuti, decido di parlare. "Sai, mia madre dice sempre che ogni volta che qualcuno muore, in cielo appare una nuova stella..."
"Quindi i miei genitori mi stanno guardando" risponde sorridendo.

"Be', secondo me le persone che abbiamo amato non ci lasciano mai del tutto. Anzi, è proprio nei momenti di grande difficoltà che le ricordiamo più chiaramente che mai... non credi, Harry?"

Quasi mi stupisco delle mie parole. "Hai proprio ragione" sussurra sorridendo. E dopo un po' chiede:"È proprio bello qui, vero?"

Continua a guardare il cielo. Osservo i suoi capelli neri scompigliati come sempre che gli ricadono sulla fronte, la cicatrice appena visibile che gli segna il volto, gli occhi verdi appena visibili grazie alla luce delle bacchette, le labbra curvate in un tenero sorriso...

"Già... bellissimo" e sorrido sereno, probabilmente per la prima volta nella mia vita.

IL VERO DRACO MALFOY //Drarry OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora