Endless Ice (Trilogy of Secrets, 2)

Epilogo

La fresca brezza dall'odore del mare e il sapore del sale sferzava i volti dei due giovani che camminavano lungo il marciapiede nel buio della notte. Liam ed Erik erano andati a cena fuori, poi avevano sostato in un locale molto grazioso, dove avevano bevuto qualcosa al volo e incontrato gente simpatica. Una volta usciti, avevano deciso di camminare un po' ed erano riusciti a raggiungere una zona molto silenziosa dove si vedevano la spiaggia pallida e il mare scuro. Liam indicò la sabbia.

«Andiamo,» propose, prendendo per mano Erik e trascinandolo in riva al mare. Liam indossava un costume rosso a fiori e una canottiera grigia, mentre il moro aveva preferito un pantaloncino in jeans e una magliettina a girocollo blu. Entrambi portavano le infradito ai piedi, perciò l'idea di Liam di raggiungere la spiaggia non era insensata. I due avanzavano, sollevando la sabbia dorata mentre camminavano verso l'acqua. Liam si fermò e il moro lo imitò. Il biondo alzò lo sguardo all'indirizzo della luna. Era bellissima, alta e piena in cielo.

«Quanto amo la notte,» si lasciò sfuggire il più piccolo. Erik sorrise.

«Io amo te che ami la notte,» rispose, baciandolo sulla guancia e stringendogli più forte la mano. Liam si divincolò dalla stretta e cominciò a correre verso l'acqua. Erik imprecò ma lo seguì, sino a raggiungerlo e placcarlo, cadendo lui stesso. I due rotolarono sulla sabbia, fino a fermarsi e ansimare per la fatica. Si alzarono ed Erik lasciò le infradito lontane per poter immergere i piedi nell'acqua scura e fredda della notte. Liam fece lo stesso, sussultando al contatto col liquido gelato. Erik lo cinse in un abbraccio e lo tenne stretto, baciandogli il collo. Liam scorse qualcosa in mare e sorrise, facendo voltare il moro. Questi osservò l'orizzonte con un cipiglio disegnato sul volto.

«La vedi quella barca? Quel piccolo peschereccio nell'immensità dell'oceano?» chiese il biondo, arretrando e stringendo Erik da dietro. L'altro annuì, notando un puntino luminoso che si muoveva per pescare i pesci che avrebbe venduto l'indomani.

«Beh, quel peschereccio siamo io e te. Siamo piccoli nei confronti del mondo, ma non importa. Perché siamo perfetti così. E lo saremo per sempre,» disse Liam, baciando l'altro sulla guancia e stringendolo ancora più forte, mentre una ventata gli fece venire la pelle d'oca.

«Quanto cazzo ti amo, Liam Donovan,» dichiarò il moro, voltandosi per baciare sulle labbra l'altro. Liam sorrise al contatto.

«Io ti amo di più, Erik Greynolds.» Liam prese Erik per mano e si portò accanto a lui, con ancora la vista puntata sull'immensità dell'oceano. Trevor aveva ragione. Quando si provava un amore del genere, non esistevano convinzioni anti istituzionali, c'era solo Erik nella sua mente. Ogni contatto lo faceva fremere, ogni sguardo lo faceva sorridere, ogni parola lo faceva desiderare di averne sempre di più. La droga migliore del mondo, quella senza la quale non poteva vivere. Annuì, capendo cosa intendesse Trevor qualche giorno addietro. Il vento soffiava sempre più forte, facendo arrabbiare il mare, che produceva onde alte e rumorose, che si frastagliavano sugli scogli della spiaggia.

«La barca non si vede più,» constato Erik, osservando l'orizzonte con un'espressione triste. Liam sorrise e strinse più forte la mano che era a contatto con quella del compagno.

«Perché è andata via. È oltre la nostra vista, è oltre gli anni. Te l'ho detto, è come noi: staremo insieme due, cinque, dieci, cento anni. Il nostro amore è infinito. Proprio come la distanza tra noi e quella barca, proprio come l'oceano. E un giorno rivedrai quel peschereccio. Spunterà dal nulla e ti guarderà. E allora capirai che è finito tutto, che gli anni passati insieme saranno finiti. Ma quando una cosa è per sempre, come il nostro amore, allora c'è sempre una seconda occasione. Dopo la vita ci sarà qualcosa di meglio, ci saremo sempre noi due, proprio come l'oceano non finisce, nemmeno noi due finiremo mai di amarci.»