Notti insonni.

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Mi risveglio che è notte, o almeno credo, dato che il cielo è sempre nero per colpa della pioggia. Bussano alla porta, ed ho appena la forza di bisbigliare un 'avanti'. Fortunatamente la persona dall'altro lato mi sente, e la porta si apre. Natasha Romanoff entra, probabilmente in pigiama. Pensavo vestisse sempre di pistle e pelle nera, e sorrido a vederla vestita come una comune mortale.

"Vedo che stai meglio, Горящая девушка. Come va la testa?"

Aggrotto le sopracciglia alle parole in russo, perchè... le capisco.

"Non chiamarmi ragazza in fiamme, рыжеволосый. Sto meglio, grazie. Ma starei meravigliosamente se tu mi dicessi che quel bicchiere contiene un'aspirina." alzo un angolo della bocca, vedendola confusa.

"E' un'aspirina" me la porge, "parli russo?"

"Da, uh, un minuto? Non so perchè, ma capisco le tue parole e... altro."

"Definisci altro." e usa il tono che usereste con un lettore vocale del 2010.

"Leggo, sento i tuoi pensieri. Si, hai lasciato i cassetto dei medicinali aperto, e Steve sarà qui tra tre, due..."

Guardo la porta mentre il sogno americano entra nella stanza.

"Nat, stai bene? E' successo qualcosa?" ed il suo sguardo viaggia da me al killer russo, mentre io bevo la medicina.

"E' telepate."

E sento che si sforza di non pensare a nulla.

Sta tranquilla, non leggerò nulla. Posso provare a smettere.

Mi guarda stupita, anche se cerca di nasconderlo. Steve si acciglia ancora di più, mentre, senza distogliere lo sguardo da me, sfila il cellulare firmato Stark e con esso chiama gli altri Avengers.

Mi lasciano alla mia aspirina, mentre si ritirano fuori dalla mia stanza. Posso percepire la loro presenza, i loro sentimenti.. sono tutti turbati, Tony è sorpreso ed incuriosito. Sento che pensano di chiamare Xavier. Chi diavolo è "Xiaver"? Non voglio strani scienziati a ronzarmi attorno; se mi trovano strana alcuni dei sggetti più, uhm... particolari al mondo, figuriamoci qualche sienziato strampalato.

Mentre penso, mi distraggo e non seguo più la conversazione degli altri. All'improvviso, sento un paio di leggeri colpi alla mia porta. Cerco di focalizzarmi su chi è e vedo Wanda.

"Avanti", mormoro timidamente, mentre appoggio il bicchiere sul comodino che noto solo ora. Lei entra, sorridendomi comprensiva, mentre chiude la porta dietro di sè.

"Allora, telepate, mh?" chiede, mentre anche lei mi guarda curiosa.

Sospiro, sistemandomi meglio sul letto ad una piazza e mezza. "Non lo sapevo. Ora sento i pensieri, i sentimenti, le sensazioni e la presenza di chi mi sta attorno. Sapevo che eri tu ancora prima che entrassi da quella porta," e lancio un'occhiata all'oggetto in questione. Annuisce mentre miascolta, come secapisse cosa voglia dire. "Lo sento sulla pelle, nella testa, ovunque. Ma solo se mi concentro" sentenzio, abbassando lo sguardo. Lei posa una mano sul mio ginocchio, facendomi alzare lo sguardo. E' sorpresa quando vede i miei occhi lucidi, e si avvicina, stringendomi in un abbraccio, prima che io possa oppormi.

"Sta tranquilla, non mi farai del male," sussurra dolcemente, "ciò che è successo prima è stato il risultato del tuo primo contatto con un altro mutante; ti ha solo aiutata a sbloccare autonomamente altre parti del tuo dono", mi spiega, ed io annuisco, beandomi del calore del suo corpo.

Mentre Wanda ancora mi consola, la porta si apre e Tony fa il suo ingresso, insieme a due uomini ed una donna. Uno degli uomini è sulla sedia a rotelle.

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