Lost.

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Diario di bordo, giorno 13, Avengers Tower

Oggi inizia l'allenamento vero e proprio per me. Sarò sotto la supervisione non solo degli Avengers, ma anche degli x-men. Penso sia la prima volta che si uniscono per allenare qualcuno, sono davvero così importante?

Nym x

Salvo ciò che ho scritto nel solito file e spengo il mio portatile. Da quando sono arrivata - o meglio, da quando sono cosciente - ho iniziato a tenere un diario digitale di ciò che mi succede, per non dimenticare nulla.

Mi alzo dal letto che ormai mi appartiene, leggendo l'ora sulla sveglia: sono le sette in punto, e tra un'ora inizia l'addestramento. Ho il tempo di selezionare dei leggins neri ed un maglioncino lilla dall'armadio, prima di dirigermi verso il mio bagno privato - quanto adoro dirlo! Bagno privato... bagno privato! - per concedermi una doccia.

Dopo aver speso quasi metà del tempo a mia disposizione sotto l'acqua, esco e mi vesto. Mi dedico ai miei indomabili capelli, pettinandoli ed asciugandoli, per poi raccoglierli in una coda disordinata.

Esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la sala comune, dove trovo quasi tutti i miei nuovi coinquilini, apparte uno o due di loro, che suppongo siano fuori per qualche missione.

"Giorno", sorrido a tutti e mi siedo al mio solito posto. Alcuni di loro ricambiano il saluto, mentre noto l'assenza di Tony, nonostante il suo posto sia apparecchiato. Guardo Steve con aria interrogativa e lui sposta lo sguardo, con fare un pò colpevole. Mi giro verso Natasha con un'espressione ancora più accigliata, e lei si tocca la tempia con due dita.

Diciamo che da quando sono qui, lei è stata una delle prima persone a capirmi a pieno, e abbiamo concordato questo linguaggio dei segni che nessuno oltre a noi conosce. Quello che ha appena fatto è una richiesta di parlare attraverso la telepatia.

Dov'è Tony?, chiedo, mentre lei si concentra sulla sua tazza per non far intendere che stiamo conversando.

Da quello che ho sentito, ieri sera lui e Steve hanno avuto un brutto litigio. Penso sia uscito dal suo workshop solo per recuperare qualche liquore del quale ignoravamo l'esistenza. e sospira mentalmente.

Steve si alza scusandosi, dirigendosi verso la palestra. Ho scoperto che ogni volta che è frustrato, o arrabbiato, o triste, si sfoga così.

Chiudo la conversazione con Natasha e mi alzo anche io, dirigendomi però da Tony.

Mi appoggio allo stipite della porta scorrevole d'entrata del suo workshop. Sento solo ora che dallo stereo che ha probabilmente costruito lui, arriva della musica.

Just gonna stand there and watch me burn, but that's alright because I like the way it hurts.

"Rihanna, eh? Non pensavo ti piacesse certa musica. Ti facevo più tipo da AC/DC."

Tony sussulta, e si gira di scatto, puntandomi contro un cacciavite grande come il suo pollice., abbassandolo poi quando si accorge che sono io.

"Woah, calmo, potresti fare del male a qualcuno con quello!" dico con un sorriso, e lui sbuffa, appoggiandosi al bancone.

Mi avvicino e mi appoggio al suo fianco.

"Non esci da qui da un bel pò. Hai dormito?"

Distoglie lo sguardo. E lo prendo come un no.

"Tony, sai che dovresti dormire, quel materasso non è lì per dum-e", parlo con voce incriminatoria e lo scruto con un'espressione dura. So che potrebbe sembrare troppo, ma non mi piace saperlo qui sotto da solo pieno di pezzi tecnologici che servono a chissà cosa.

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