Incontri...

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""ANGY""
Una settimana che Josh e Stefy si sono trasferiti qui a Seattle. Ancora non ho avuto modo di parlargli. in questi giorni ho parlato con Alberto su chi è realmente Josh e che ruolo avesse nella mia vita oltre ad essere il mio capo.

Come immaginavo non l'ha presa bene, ma come biasimarlo... anche io mi sarei arrabbiata molto se fosse stato il contrario.

Non mi parla, non mi guarda, non mi bacia più... so di aver sbagliato a non dirglielo subito, ma non sapevo proprio come spiegare la situazione. Però ora che sa tutto, posso dire che posso raccontargli meglio le cose accadute tempo fa e posso finalmente presentare la mia famiglia a Josh e a Stefy.

A proposito di Stefy. E' anni ormai che non la vedo, e anche se non mi ha mai più risposto mi manca ogni giorno di più... fin de conti è stata la mia migliore amica per anni.

Oggi non riesco a concentrarmi al lavoro, ho troppe cose per la testa. Alberto non mi parla, Josh è tornato improvvisamente nella mia vita e Stefy ha appena avuto il suo secondo figlio da colui che doveva essere mio nei miei progetti.

"Angy" alzo di scatto la testa e vedo Josh con Stefy guardarmi. Non so cosa fare, se alzarmi andare li e urlare contro alla mia ex migliore amica o correre verso di lei e saltarle addosso. Ma quando vedo Stefy venire verso di me mi alzo di scatto.

"Angy" mi richiama come se non l'avessi sentita e ad un passo da me si ferma di scatto. E' cambiata davvero tanto dall'ultima volta che l'ho vista. Ora veste ancora più elegante di quando andavamo a scuola insieme e meno arrogante, almeno è quello che mi ha fatto più impressione appena l'ho rivista.

"Stefy" volevo farle capire che sono arrabbiata ma la mia voce mi ha praticamente congelata uscendo come se fosse un sospiro. Dietro di lei vedo Josh che ci fissa con uno sguardo parecchio preoccupato, poi, si avvicina con la carrozzina sfornando uno dei suoi migliori sorrisi.

"Ragazze, è bello rivedervi insieme" io e Stefy ci fissiamo per un periodo poi, automaticamente, ci giriamo verso Josh, che ancora una volta è riuscito a migliorare l'atmosfera che si era creata. Ancora ne io ne Stefy, oltre a pronunciare uno il nome dell'altra, non siamo riuscite a dire nulla. Sarà perchè non abbiamo nulla da dirci dopo quel saluto che non aveva tutta l'aria di un arrivederci ma, negli anni, è sembrato più un addio!

"Angy, ti presento la nostra principessa, ...Angy " mi avvicino ancora di più alla carrozzina e sbircio dentro trovandomi una bambina che sorride, esattamente il sorriso che conosco più delle mie tasche. E' lo stesso di sua mamma. Alzo lo sguardo verso i neo genitori e scopro che mi fissano con un sorriso a trentadue denti.

"E' stupenda, complimenti" Josh si inchina verso la bambina, le tira via la coperta e la prende in braccio per farmela vedere meglio. Si avvicina a me e me la pone. Con esitazione cerco lo sguardo di Stefy, mi fa cenno di si con la testa, allora allungo le braccia e afferro quella creatura nata da due persone che non credevo più importanti della mia vita ma che lo sono ritornati piacevolmente.

Accarezzo Angy come se fosse mia figlia. Ancora non ci credo che abbiamo chiamato i nostri bambini con i corrispettivi nomi. Mi sembra strano che questa bambina abbia il mio nome. Ha molti lineamenti di entrambi i suoi genitori, oltre ad avere il sorriso di sua mamma ha pure lo sguardo, invece di suo papà ha il taglio e il colore degli occhi.

"Ero sicuro che eravate già in sintonia senza conoscervi, assomiglia tanto a Stefy e penso proprio che quando crescerà avrà gli stessi atteggiamenti... " ripongo la bambina in carrozzina e, senza dire una parola, me ne ritorno nel mio posto. Sento dei passi dietro di me, ma non voglio nè girarmi nè alzare lo sguardo. So già chi può essere...

"Angy, nel mio ufficio" ecco, appunto! era esattamente questo che dicevo. Mi rialzo dalla mia sedia e mi avvio verso l'ufficio. Prima di entrare e bussare esito un pò, non so il motivo ma vedo che Stefy è fuori che parla con gli altri colleghi mentre Josh è in ufficio e vuole parlare con me... Prendo un bel respiro e busso.

"Vieni Angy" Con delicatezza apro la porta e piano piano entro. Non so perchè ho timore, ma sapere che sono sola con lui non so cosa pensare.

"Angy, guarda che non ti mangio mica eh, dai entra e siediti" faccio come mi dice e mi siedo davanti a lui. Mi sembra di ritornare alla settimana prima che lui partisse per andare a prendere la sua famiglia. E' strano chiamarla *sua famiglia*, perchè... ahhh basta!

"Allora, di cosa mi deve parlare?" ho capito una cosa la notte in qui non ho praticamente chiuso occhio. Anche se Josh è stato il mio primo amore, ora che è il mio capo, almeno al lavoro devo dargli del lei. giusto?

"Angy, perchè mi dai del lei? non lo hai fatto nemmeno il primo giorno che ho messo piede qui" ok, ora gli spiego tutto. Forse gli sembrerò pazza, ma almeno non facciamo capire nulla agli altri dipendenti, anche se a pensarci bene prima abbiamo fatto capire molto.

"Ho pensato, visto che ora sei anche il mio capo, almeno al lavoro ti do del lei... poi se fuori vuoi il tu per me non c'è problema" mi guarda con sorpresa e nello stesso tempo con divertimento. Non ci posso fare niente se, succede solo quando sono nervosa o non dormo come in questo caso, penso e poi faccio ridere le persone. Ma non sembra che la mia *idea* fosse così stupida...

"Va bene, ho capito. Ma prima, se il problema sono i dipendenti, non penso che abbiamo fatto capire diversamente!" ho dimenticato che lui ha il dono di leggermi nella mente...

"Già, diciamo che preferisco riferirmi a te esattamente come fa chiunque lavori per una persona. Se poi ti sembra stupida come idea, allora andrò avanti come ho fatto fin ora" ride, cavolo ma è così ridicola?

***

"Signorina Angy, può venire in ufficio?" per l'ennesima volta mi alzo dal mio posto e vado nell'ufficio del capo. Da quando gli ho detto che ci saremmo dati del lei al lavoro è diventato stressante. Ok che è stata una mia idea, ma nemmeno mi deve chiamare per una sciocchezza.

"Ha bisogno?" come al solito è vicino alla finestra che guarda fuori con le braccia dietro alla schiena. Sembra spaesato, ma da solo ordini, come giusto sia. Penso!

"Se l'ho chiamata è perchè ho bisogno, non crede?" è difficile decifrare i suoi stati d'animo... Oggi è felice e ti tratta bene, domani è triste ti tratta con una via di mezzo e dopodomani è incazzato e ti tratta di merda.

"M-mi scusi... mi dica" si gira e sta piangendo... piange? vado verso di lui e metto la mia mano sulla sua spalla, anche se ho detto che preferivo essere professionale al lavoro vedendolo così non posso fare meno che stargli vicino, anche se ancora non so cosa sia successo. Mi guarda che le lacrime che continuano a rigargli il viso, all'improvviso mi abbraccia stretta. Non posso fare a meno che ricambiare.

"Qualsiasi cosa sia successo Josh, sappi che si sono. Sempre!"

Non pensavo di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora