capitolo 2

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Annabelle's Point Of View.
Presi il mio cappotto, lo spazzolino e il pigiama e uscii di casa.
Quando ci vedevamo, io e Andrea, passavamo sempre la notte insieme, quindi portavo l'occorrente per stare comoda. Camminai per dieci minuti buoni ascoltando la musica, quando, sopra le note di 'Stitche' andai a scontrarmi contro la schiena di un ragazzo.
-Oh Dio scusami, ero sovrappensiero, davvero sc- mi interruppe.
-non fa niente, bimba.-
Bimba.
Una sola persona mi chiamava così, e io odiavo quella persona.
Non dissi nulla, misi gli auricolari nelle orecchie e lo superai con fare dispettoso.
-Hei, sei nervosa?- chiese avvicinandosi.
-no.-
-sei arrabbiata?-
-no.-
-cos'hai?-
-non voglio parlare con te.- dissi fredda.
Sapevo che lui non meritava questo comportamento da parte mia perché a me non aveva fatto nulla, ma io lo odiavo, perché non poteva usare le ragazze in questo modo, cioè buttandole via. È una sua scelta. Mi riprese la mia vocina interiore.
-come mai non vuoi parlare con me?- Domandò beffardo.
-perché mi stai antipatico e non voglio parlare con te.-
-come mai ti sto antipatico?- chiese.
-perché tu usi le ragazze e basta.-
Lui si fermò all'improvviso, mise le mani sullo stomaco e cominciò a ridere.
Mi bloccai e lo guardai stranita.
Avrebbe avuto anche una bella risata, se solo non fosse stato così egoista.
-tu pensi davvero che io usi le ragazze?- Chiese asciugandosi le lacrime procurate dalle risate.
-si.-
-a momenti sono loro che mi usano! A volte mi supplicano per essere portate a letto da me!-  disse.
Lo guardai con disprezzo e sospirai.
-deficiente- sibilai. Mi girai e continuai a camminare, anche se sentivo la sua presenza dietro di me. Arrivai a casa di Andrea e suonai.  Federico intanto girò i tacchi e se ne andò, quasi offeso, dato che non l'avevo degnato di uno sguardo.
-Ciao Andrea- lo salutai abbracciandolo.
Si irrigidì sotto il mio tocco, ma non mi chiesi il perché, dato che l'avevo abbracciato all'improvviso.
-ehm, ciao!- disse e mi diede un bacio sulla guancia.
Era strano; di solito ci salutavamo con dei baci. Sulle labbra. Non diedi molta importanza nemmeno a quello. -senti...ho cambiato idea.-
Lo guardai stranita.
-per oggi è meglio che ognuno resti a casa propria-
-mi hai fatta venire qui per poi mandarmi via?- domandai, lasciando cadere le braccia sui fianchi in un gesto incredulo.
-senti, non stressarmi, oggi non ho voglia di fare nulla.- disse passandosi una mano tra i capelli biondi sempre perfettamente in ordine.
-chi ti ha detto che avremmo fatto qualcosa? Qualcuno ti ha detto che avremmo scopato tutta la sera fino a non riuscire più a camminare?- Chiesi offesa. Mi stava mandando via.
-non ho detto quello, solo che stasera voglio stare per i fatti miei-
-bene, allora rimanici, per i fatti tuoi!- Risposi alzando la voce. Mi girai e presi la strada più corta per tornare a casa.
-Bimba, non dovevi essere dal tuo ragazzo?- chiese qualcuno dietro di me.
Federico, proprio lui. Proprio ora. Di nuovo.
-E tu non dovevi essere nella camera di qualche ragazza?-
-no, oggi non ne avevo voglia, così ho fatto una passeggiata- disse più che tranquillo.
Rimanemmo in silenzio, poi fu lui a parlare.
-perché ti ha mandata via?-
-come fai a sapere che mi ha mandata via?- Chiesi sbigottita.
- intuito.- Sbuffai e misi una ciocca castana dietro l'orecchio.
-ha detto che stasera non aveva voglia di fare nulla- dissi con una punta di tristezza nella voce.
Lui borbottò qualcosa di incomprensibile, poi continuò quella sottospecie di interrogatorio.
-secondo te perché non ne ha voglia?- Chiese.
-magari...voleva stare solo per riflettere su qualcosa, o magari doveva studiare.-
Ecco.
Ogni volta che io e Andrea litigavamo, quando lo venivano a sapere gli altri io lo difendevo sempre, pensavo sempre prima a lui, era una cosa più forte di me.
-si, certo, come no- rispose Federico facendo una risatina amara.
-non ti sei mai chiesta il perché del suo disinteresse in questi ultimi tempi?- Domandò.
-N-non è disinteressato.-
-Oh si, tranquilla- disse e riuscii a scorgere l'ironia nella sua voce. Arrivai a casa, era ora di cena e i miei zii erano usciti a mangiare, in casa non c'era nessuno, probabilmente. Infilai la chiave nella serratura e girai due volte in senso antiorario.
Abbassai la maniglia e entrai, feci per chiudere la porta ma Federico la bloccò con un piede. -non mi fai entrare, bimba?-
-no.-
-dai, io ti ho fatto compagnia durante il viaggio- constatò.
-ma per cosa dovresti entrare?- Chiesi incrociando le braccia al petto.
-per mangiare.- rispose ovvio.
Mi passai le dita tra i capelli e mi spostai, lasciandolo entrare.
Sorrise e cominciò a guardarsi intorno.
-me la ricordavo diversa...avete dipinto?-
-si, Maria ha fatto questa parete- dissi indicando una parete bianca a sinistra.
-Io ho fatto questa e Davide quella in fondo.-
Si avvicinò lentamente alla parete che avevo dipinto e passò delicatamente il pollice su essa.
Mi guardò e disse: -questa è la mia preferita-
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
-pff, che scenette da quattro soldi.- Affermai scocciata. Raggiunsi il frigorifero e lo aprii.
Presi una mela, una pesca, delle fragole e un kiwi.
-ti piace la macedonia?- Chiesi tagliando la frutta.
-si, la mangio volentieri-
Preparai due porzioni: una per lui e una per me.
Un brivido di freddo mi percorse la schiena, mi alzai e salii incamera per prendere una felpa. Presi una felpa blu abbastanza larga e la indossai.
Mi girai e sussultai appena vidi la figura possente di Federico davanti a me.
-Bimba, sembri ancora più piccola con questa felpetta- Disse accarezzandomi la guancia.
-come ti devo dire di non chiamarmi bimba?- Chiesi in tono esasperato.
-quando crescerai, forse la smetterò, ma non ci sperare più di tanto.-
-io non sono bassa.- mentii, avevo diciassette anni ed ero alta si e no un metro e sessanta, mentre lui era alto circa un metro e ottanta.
-Oh si, tranquilla, credici.- disse ridendo.
-sei tu che sei alto! Non io che sono bassa!- esclamai.
-okay okay, come vuoi tu, però ora ho fame- rispose sfregandosi le mani. Scendemmo le scale e tornammo in cucina. Il telefono vibrò e quando lessi il nome della persona che mi aveva mandato il messaggio, un nodo alla gola si creò e per poco non mi strozzai. Andrea: "Stasera da me, vero?♡"

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