capitolo 4

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Rimasi a fissare i suoi occhi.
Non c'erano parole.
Bastavano gli sguardi.
-Anna!- urlò qualcuno, e ci misi un po' di tempo a capire che la voce proveniva da dietro di lui.
Alzai leggermente lo sguardo e vidi Andrea.
Andrea? Con Federico? Che diamine ci faceva lì, Andrea?
-A-Andrea, ciao! Che ci fai qui?- dissi, cercando di sforzare un sorriso.
-sono qui con i miei cugini!- rispose sorridendo.
-cugini?- domandai incredula.
-si, di secondo grado.
Federico lo conosci già, vero?-
-si, lo conosco.-
Federico era il cugino di Andrea, e nessuno dei due me l'aveva detto.
Per di più notai una ragazza in loro compagnia.
Una ragazza più alta di me, con i capelli ricci e biondi e gli occhi scuri.

-Lei é Silvia, la ragazza di ieri sera- esclamò contento e io rivolsi un sorriso amichevole a Silvia e una smorfia a Federico.
-fate una passeggiata con noi?- chiese Andrea.
-certo! Andiamo a mettere le borse in casa e vi raggiungiamo!- disse Davide.
-si, vengo anche io- mormorai sorridendo.
Io e mio cugino entrammo in casa, appoggiamo le borse, avvisammo gli zii e uscimmo.
Mi affiancai a Federico e sussurrai.
- come mai non mi hai detto nulla, ieri sera?-
-non pensavo ci tenessi a saperlo.- rispose con fare indifferente.
-certo che ci tenevo! Sapevi che Andrea si vedeva con Silvia e non mi hai detto che è tua sorella?-
-tu non sai talmente tante cose di A- venne interrotto da Andrea.
-come mai siete venuti qui in montagna?-
-i miei genitori hanno insistito per farci venire.- disse in uno sbuffo Davide.
-E voi?- continuò.
-noi passiamo il weekend qui, siamo con i miei genitori, i loro sono a lavoro.- rispose Andrea.
-capisco- disse Davide.
-E se veniste a casa nostra per una cioccolata calda?- propose Silvia.
-non è meglio che veniate a casa nostra? È più vicina!- Rispose mio cugino.
-va bene per te, Anna?-
-si, va bene-
Tornammo a casa nostra e entrammo.
-mamma! Papà! Siamo a casa e ci sono dei nostri amici!- urlò Davide.
-Oh! Andrea, che piacere vederti! Tu invece devi essere Federico...invece tu sei..- disse zia.
-Silvia, sono la sorella di Federico.-
-Oh, che piacere. Sedetevi, volete qualcosa? Ho del tè, della cioccolata, o se preferite ho il latte.- disse tutto d'un fiato.
-mamma, piano. Voi cosa volete?- chiese Davide.
-Io prendo della cioccolata.- disse Silvia.
-anche io- disse Andrea.
-pure io!- ripeté Davide.
-Io del tè al limone- Affermai.
-Io quello che prende lei- disse Federico indicandomi. 
-certo, preparo subito-

Ci mettemmo a parlare seduti in cerchio sul divano e sulle varie poltroncine sparse per il salotto.
Una tazza di tè fumante si poggiò davanti a me e restai inebriata dal suo profumo; nessuno sapeva fare il té come zia Maddalena.
Anche se era del semplice tè, era delizioso.
Federico guardò titubante gli zuccherini osservandoli, probabilmente non sapeva cosa fossero.
Ne presi uno e lo misi nel mio tè, per poi mescolare il tutto con il cucchiaino.
Lui osservò tutto il procedimento è cercò di imitarmi, in modo decisamente più goffo.
-ragazzi voi quanto state qui?- Chiese Andrea.
Oggi era ancora più distaccato del solito.
Forse Federico aveva ragione, forse mi stava mettendo in disparte.
Quel giorno Andrea mi aveva solo salutata, senza degnarmi più di uno sguardo dopo quel saluto fugace.
-partiamo stasera- Risposi io, sorseggiando il tè al limone contenuto nella mia tazza.
-avete programmi per domani?- Domandò Silvia.
-no...tu Anna?- disse Davide.
-no, nulla. Perché?-
-non so, se volete restare da noi non è  un problema.-
-Oh, non so, dovremmo chiedere ai miei genitori- Davide mi guardò cercando un approvazione e, stranamente, ci riuscì.
Chiedemmo il permesso agli zii, e dopo varie suppliche, approvarono la nostra idea.
-allora, tu Anna, potresti dormire con me, dato che la mia camera ha due letti, invece tu- indicò Davide -potresti dormire nella camera degli ospiti-
Affermò Silvia.
-okay, va bene, non ci tengo a dormire con lui.- indicai Federico.
Lui si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: -eppure ieri sera ti piaceva talmente tanto dormire su di me.-
-Ero stanca, non è stata colpa mia.- replicai. 
-facciamo così, per oggi starete qui, poi stasera veniamo da voi, okay?- chiese Davide.
Tutti annuirono in accordo.
Per tutta la mattinata giocammo al gioco di carte 'Uno', giocammo a scala quaranta e a scopa.
Per mangiare uscimmo e andammo in una piadineria lì vicino e dopo pranzo ci preparammo per andare nella casa di Andrea e i suoi cugini.
Presi la piccola borsa che mi ero portata dietro e seguii Davide fuori di casa.
-bene! Andiamo? Siamo a un isolato da qui.- disse Andrea.
Federico, facendo finta di nulla si mise a fischiare e mi si affiancò.
-quindi dormi con Silvia, eh?-
Lo guardai stranita.
-si, perché?-
-Mh, nulla-
Quel ragazzo era davvero troppo strano.
A volte faceva quasi paura

Federico's Point Of View.

Dovevo dire ad Anna tutto ciò che sapevo su Andrea, lei meritava di saperlo.
Eppure, se lo avessi detto a qualcuno e Andrea lo fosse venuto a sapere avrebbe rivelato quella cosa... 
Decisi di tenere per me tutto ciò che sapevo, Annabelle avrebbe scoperto la verità solo quando Andrea avrebbe deciso di dirgliela.
Cioè, probabilmente mai.
Dovevo trovare un modo per avvertirla, per metterla in guardia senza farmi scoprire.

Cercando di non farmi vedere sfilai il mio secondo telefono dalla tasca e aprii sulla chat con Anna.
"Non serve sapere chi sono."
Scrissi.
La vidi guardare accigliata il telefono che poco prima stava usando per girare sui social, per poi digitare qualcosa sullo schermo.
"Cosa vuoi da me?"
"Stai attenta col tuo fidanzato, non fidarti.
Comunque ti vedo, sei bellissima"
Ed era la verità.
Era tra le ragazze più belle della scuola, se non la più bella.
Ma lei non vedeva ciò che vedevano praticamente tutti i ragazzi della scuola.
Aveva un carattere acido, che però veniva compensato dalla bellezza.
Eppure, in qualche modo, mi stava simpatica.
Certo, non che la vedessi come un'amica, ma mi stava simpatica.

Si guardò intorno dopo aver letto il mio messaggio, quando girò la testa verso di me feci finta di nulla e misi a posto il telefono.
Probabilmente per la paura dello 'sconosciuto stalker che la stava fissando' si affiancò ad Andrea, che non la degnò di uno sguardo.
Il sangue mi ribollì nelle vene appena con la sua piccola mano sfiorò il braccio di mio cugino per tenersi più stretta a lui.
Non che fossi geloso, ovvio, non potevo essere geloso.
Non dovevo.
Era solo che...lui non la meritava.
Tutto qui.

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