prologo

34 3 2
                                    

-No! Dovete resistere, vi prego..- mormorai tra le lacrime. Un fischio lungo e assordante provenne dal monitor collegato a quella strana macchina che segnava i battiti cardiaci, ormai assenti, dei miei genitori. Mi svegliai con il sudore che mi bagnava la fronte, e il piumone del mio letto a baldacchino stropicciato per terra. Ero di nuovo stata svegliata da quell'incubo che mi perseguitava da anni, l'incubo in cui vedevo i miei genitori morire davanti a me in quel freddo giorno di novembre, precisamente di sette anni fa, quando ero in quinta elementare. Erano diretti all'aeroporto, dove avrebbero preso il volo Milano - Los Angeles per andare a trovare la famiglia di mio padre, infatti sono di origine Americana, si capisce anche dal mio nome: Annabelle. Dopo la loro morte ero stata data in affidamento ai miei zii materni, la sorella di mia madre Maddalena e suo marito Francesco. Con loro, oltre a me, abitavano i miei cugini, Maria e Davide. Sentii un peso schiacciarmi le caviglie, e appena alzai lo sguardo riconobbi subito il mio volpino di Pomerania rosso Bon. Non era ancora molto grande, mi era stato regalato al mio sedicesimo compleanno, ne desideravo uno con tutto il cuore. Aveva compiuto un anno da poco, era molto vivace ed era quasi sempre di buon umore. Per il resto la mia vita era perfetta, o quasi. Avevo un fidanzato, poche amiche, ma vere, e una 'famiglia' che mi voleva bene. Sì, ogni tanto sentivo la mancanza dei miei genitori, e quando succedeva sentivo un peso schiacciarmi il petto, però cercavo di convincermi a sorridere e ad essere forte. Pensavo che non servisse piangere, le lacrime non li avrebbero fatti tornare indietro.

PerfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora