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La passeggiata fu stancante ma piena di emozioni. Avevano avvistato le marmotte, si erano appisolati su un prato in fiore, si erano immersi fino alle ginocchia in un laghetto di montagna e in fine erano arrivati ad un prato costeggiato da una parete di pietra e circondato dal bosco: il posto perfetto per accamparsi.
Così avevano montato la tenda prima che calasse la sera e avevano tirato fuori le provviste dagli zaini. Il picnic che misero su gli sembrò probabilmente una delle migliori cene di sempre, forse anche causa della fame che stava scavando un buco nei loro stomaci.
Poi la sera calò e loro si spogliarono mettendo qualcosa di più comodo per dormire. Jimin sfoggiò fiero il suo corpo ormai da uomo, ottenuto con fatica durante tutti gli anni dell'adolescenza. Yoongi, invece, si cambiò a disagio, imbarazzato dal confronto con il suo corpo più secco e sicuramente non scolpito dall'allenamento.
Alla fine, pronti per la notte, si distesero nei loro sacchi a pelo. Li avevano posizionati all'interno della tenda, ma in modo tale che dalla porticina di stoffa aperta potessero godere della vista del cielo stellato. Rimasero a lungo sdraiati in silenzio, entrambi stanchi ma ancora troppo agitati per dormire.
«Inizia a far freddo, hyung»
Yoongi allungò un braccio per chiudere la porticina.
«Hai ragione, così entrerà meno aria.»
Ma a Jimin quella soluzione non bastava.
«No, hyung, fa ancora freddo! Fammi entrare nel tuo sacco a pelo!» piagnucolò col tono da bambino.
Il ragazzo immaginò di dover dividere quello stretto spazio con lui per tutta la notte. Non lo poteva fare, non poteva e basta.
«No, stai fermo su. Vedrai che piano piano ti scaldi.»
Ovviamente l'altro iniziò ad insistere. Si liberò dal proprio sacco a pelo e raggiunse quello di Yoongi.
«Eddai, ci terremo caldi. Dai, hyung! Fammi entrare!» e ridendo cominciò ad armeggiare col sacco dell'altro cercando di aprirlo.
«Jimin... No, sta fermo...»
Yoongi iniziò ad agitarsi sempre di più. Dividere il letto, o quel che era, con qualcuno non era qualcosa a cui riusciva a non dar peso. Per di più con un ragazzo. E per di più con Jimin.
«Dai, smettila Jimin!»
Cercò di allontanarlo, ma l'altro aveva ormai aperto tutti i bottoni che chiudevano i due lembi del sacco a pelo di Yoongi e si faceva sempre più vicino. I suoi piedi gelati si insinuarono tra quelli dell'altro tra le sue risate. Il calore del suo fiato ora arrivava dritto sul collo di Yoongi, facendolo rabbrividire appena per il cambio di temperatura.
Nonostante le proteste fisiche e vocali, Jimin riuscì ad infilarsi completamente e quando ormai lo stava praticamente abbracciando, Yoongi non poté trattenersi. Dopotutto non era qualcosa su cui potesse avere il controllo. Cerco di allontanarsi da lui ancora una volta, ma, stretto com'era dentro quella gabbia di stoffa, sopratutto con Jimin che si agitava per avvicinarsi ancora di più per scaldarsi, fallì miseramente.
Così, alla fine, si ritrovò spiaccicato contro il corpo muscoloso dell'altro, l'erezione che premeva direttamente e inequivocabilmente contro la coscia di Jimin.
Serrò gli occhi e si irrigidì.
Voleva sparire, proprio in quel momento. Quasi sperò che uno degli orsi su cui avevano scherzato giusto il giorno prima arrivasse e lo mangiasse tutto intero, solo per non dover vivere l'imbarazzo di quel momento.
«Y...Yoongi»
La voce di Jimin si era fatta improvvisamente seria, vagamente tremante a causa dell'imbarazzo.
«Mi...mi dispiace. Mi dispiace Jimin...»
Lo disse tutto d'un fiato, senza aprire gli occhi e sperando solo che l'altro si togliesse dal suo sacco a pelo per lasciarlo morire di vergogna in pace.
Eccitarsi per una cosa così stupida, solo per un abbraccio.
Certo, era l'abbraccio di quel ragazzo che l'aveva fatto sentire tanto bene in quel periodo, di quel ragazzo con quel sorriso dolce e quel corpo stupendo, ma eccitarsi per così poco...
Era già di per sé imbarazzante, senza aggiungere l'enorme vergogna per essersi rivelato come frocio. Aveva appena mandato a puttane tutti gli sforzi di sua madre per tenere nascosta la cosa a chiunque per proteggerlo degli insulti degli altri paesani a cui avrebbe semplicemente fatto schifo.
«M...mi dispiace, Jimin. Mi-
Ma non aveva la forza di andare oltre. Serrò ancor di più gli occhi.
Pian piano iniziò a montargli dentro la rabbia, contro il suo stesso corpo che lo tradiva, contro se stesso per non essersi opposto di più e, sì, anche contro Jimin che aveva così tanto insistito, che si era vantato del suo corpo perfetto, che poi lo aveva fatto cedere e che ora non si spostava da lì.
Sapeva di star diventando irrazionale, ma la rabbia avrebbe cancellato un po' la vergogna.
«Jimin, ora sp-
«Va tutto bene, hyung. Va tutto bene.»
La sua voce era confortante ma ancora imbarazzata.
«Va tutto bene. Non devi- deglutì a vuoto in imbarazzo -Non devi vergognarti.»
Yoongi riaprì gli occhi, ma cercò di evitare lo sguardo dell'altro.
«Va bene, però adesso togliti di mezzo, ok?»
Il tono gli era uscito troppo brusco, tanto che quella sorta di mezzo sorriso di incoraggiamento dell'altro sparì all'istante.
«Scusami, mi dispiace, non volevo metterti in imb- ehm, ecco, esco subito, scusami davvero.»
Jimin farfugliava scuse mentre alla svelta usciva dal sacco a pelo di Yoongi. Il suo viso non si girò più nemmeno una volta verso di lui, per cercare di non fargli vedere quell'espressione triste che aveva. In silenzio poi si sdraiò di nuovo nel suo giaciglio e si girò dando la schiena all'altro.
Aveva rovinato tutto, come un coglione. Avrebbe potuto solo scherzarci sopra, come avrebbe fatto un qualunque ragazzo. Ma quel contatto lo aveva mandato in confusione: troppo improvviso, troppo intimo, troppo... eccitante per il suo corpo che non veniva accarezzato nemmeno in quel modo smaliziato da secoli.
«Jimin, mi dispiace di averti parlato così e... per tutto il resto.»
L'altro non si voltò.
«Tranquillo. Non parliamone più se non vuoi.»
Yoongi non disse nulla. Era chiaro che Jimin intendesse il contrario di ciò che aveva appena detto, ma lui non si sentiva ancora pronto ad ammettere ad alta voce il suo "segreto" appena tradito dal sul stesso corpo. Così alla fine mormorò in risposta solo un «Va bene. Buona notte» a cui seguì solo il silenzio. Il frusciare del vento sugli alberi e il respiro via via più regolare di Jimin fu tutto ciò che ascoltò per lungo tempo fino ad addormentarsi.

Silenzi [BTS - YoonMin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora