Capitolo 7 - "Il Ballo"

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Camila P.O.V

Dopo il pranzo tornammo in ufficio e passammo tutto il pomeriggio circondate da numerosi documenti e fogli pieni di calcoli. Stare con lei mi faceva pensare a cose che non dovevo pensare, poteva essere una pazzia secondo me ma a volte sentivo i suoi occhi su di me in un modo intenso, come Lauren avrebbe guardato Karla. O magari era solo il mio subconscio che mi faceva pensare che mi guardasse allo stesso modo.

-Potremmo dargli anche i bilanci dell'anno scorso. -Parlai mettendo dei fogli sulla sua scrivania, erano già passate le otto di sera.

-Sarebbe una grandi idea, non crede? -Disse prendendo i fogli.

Sentii bussare debolmente alla porta e allora vidi Austin. Aveva uno sguardo serio.

-Camila, posso parlarti?

Lauren lo guardò per qualche secondo e dopo si soffermò su di me.

-Austin...

-Vada a parlare con lui, signorina Cabello. -Disse fredda.

Chiusi gli occhi e uscii dalla stanza.

-Che è successo alla nostra cena? -Chiese infastidito.

-Mi dispiace ma credo di non poter venire.

Lui scosse la testa mettendo le mani sui fianchi con un'espressione irritata.

-Mi stai trattando come uno stupido, mi hai piantato per la seconda volta in un giorno solo.

-Cosa vuoi che faccia? Non ho altra scelta. Credi che mi piaccia lavorare fino a tardi?

-Sai che hai la scelta di andartene, vero? Quella donna non va bene, ti sta pressando?

-Shh! Abbassa la voce! Vuoi che ti senta? Devo fare il mio lavoro. -Gli dissi infastidita.

-C'è qualche problema? -Sentii la voce di Lauren dietro di me.

-No signora...

-Signora Jauregui, quest'orario di lavoro è un po' fuori luogo non crede? -Austin chiese sfidandola.

Potei vedere le vene di Lauren diventare più visibili e la sua mandibola stringersi, dopo fece un profondo respiro e parlò.

-Signor Mahone, devo informarla che io sono la presidente di quest'impresa, di conseguenza non devo dare spiegazioni sugli orari dei miei impiegati. Se pensa che sia tardi, perché è ancora qui?

Lei praticamente l'aveva letteralmente lasciato a bocca chiusa, ero sicura che se Austin avesse potuto uccidere con lo sguardo, senza dubbio l'avrebbe fatto. Le parole di Lauren erano decise e arroganti.

-Ha ragione signora Jauregui, scusi la domanda.

-Non c'è problema. Signorina Cabello, appena finisce la sua conversazione devo mostrarle alcuni documenti.

Mi limitai ad annuire alla donna che poi tornò nel suo ufficio lasciandomi in silenzio insieme ad Austin.

-In questi giorni sarà impossibile, devo finire un bilancio generale con lei fino a lunedì, mi dispiace.

Il ragazzo mi guardò per qualche secondo e dopo giunse a una conclusione.

-Continua a fare il tuo lavoro, buona serata. -Parlò, si girò e se ne andò.

Voleva farmi sentire in colpa? Congratulazioni! C'era riuscito. Respirai profondamente e tornai in ufficio dalla la donna più attraente che avessi mai visto, non mi ricordavo nemmeno più di Austin quando la vidi. Era seduta con la camicia sbottonata parzialmente all'altezza del seno, indossava degli occhiali che probabilmente erano quelli di riposo, i suoi capelli erano raccolti con un elastico sulla testa. Aveva un'espressione seria davanti ai fogli sulla sua scrivania. Sapevo che passare tante ore con lei era come fare un attentato alla mia salute mentale.

The Stripper ||TRADUZIONE ITALIANA|| CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora