"Per sempre"

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Aveva fatto un sogno meraviglioso, quella notte.

No, non proprio un sogno. Un ricordo. Avvampò appena gli venne in mente di quale si trattava. Non poteva pensarci, non ora che era morta, che erano tutti morti...

Capiva James, Pivellus e tutti gli altri poveri diavoli che avevano incappato nelle frecce di Cupido proprio mentre Lily Evans passava loro davanti, sventolando altezzosa la chioma rossa.

E lui?
Lui era Sirius Black, il più sospirato, il Malandrino, colui che nessuna avrebbe osato mai rifiutare e a cui tutte avevano pensato almeno una volta nella vita.

A parte lei.

Il senso di colpa gli mordeva lo stomaco (oppure era la fame? "Pensiero degno di quell'idiota di Black, sempre che sia ammesso associare la parola pensiero a quel nome" avrebbe detto Lily).

Quante frecciatine, frasi sarcastiche e punzecchiature si erano scambiati durante tutti gli anni di Hogwarts.

E anche dopo, quando Sirius aveva attaccato lattine piene di Favolosi Fuochi d'Artificio Freddi del dottor Filibuster alla macchina nuziale, giustificandosi innocentemente col richiamo alla tradizione babbana.

Dovevano aver scattato parecchie foto di nozze, e, se qualcuno si fosse preso la briga di guardare attentamente la faccia di Black, avrebbe notato un misterioso enorme rigonfiamento bluastro all'altezza della fronte, comunemente denominato livido, per l'occasione battezzato " sfogo di una sposa molto generosa con il testimone di nozze, sfortunatamente noto anche come il cretino più cretino della comunità magica".

(Lo sfogo era presto raddoppiato all'obiezione del testimone sulla lunghezza eccessiva del nome).

Non aveva mai riso tanto in vita sua.
E, vuoi per gli "sfoghi" di Lily, vuoi per lo champagne, be', la testa non gli aveva mai fatto tanto male.

Questo non gli aveva impedito di bazzicare per casa Potter ogni volta che poteva.
Mai, per Lily.
E sempre, per James.

Ma, dato che nella suddetta casa non avveniva mai nulla senza che lei lo approvasse, in qualche modo anche la signora Potter doveva amare la calda irruenza con cui Sirius rallegrava le loro serate.

Ovviamente c'erano anche Remus e Peter. Il primo riusciva a sedare l'effetto James+Sirius, mentre il secondo finiva sempre per a farli morire dal ridere grazie ai goffi tentativi di dare la pappa a Harry (il quale la sputava con altrettanta buona volontà), e alle disastrose ma volenterose sessioni in cucina, anche se Lily doveva premurarsi di applicare un incantesimo anti infrangente ad ogni oggetto che Peter stava per toccare.

Sirius e James, o "i due bambini" per Lily, si divertivano a spuntare dagli angoli bui della casa quando Peter portava via i piatti sporchi, solo per          " testare la qualità dell'incantesimo. Complimenti, signorina Evans, il suo M.A.G.O. è andato a buon fine, la assumiamo a tempo indeterminato nel prestigioso ristorante Chez Potter."

  L'ultima frase spesso era detta battendo i denti, perché non c'erano posti a parte il tetto per scappare dalla furia assassina della padrona di casa (tanto più che lo sparecchiare la tavola la riforniva pericolosamente di coltelli. Grondanti di sugo. Ma pur sempre coltelli.)  Nonostante ciò, loro non perdevano occasione di spaventare a morte il povero Peter.

Peter. Oh, lasciamo perdere la vendetta, per favore. Solo per un secondo. Ancora ricordi, su, ancora e ancora, diceva una parte imprecisata del suo petto, come un uccellino affamato nel nido.

Va bene, concesse Sirius, ancora uno, come se si fosse trattato di un ennesimo bicchiere di Whiskey Incendiario.

C'era l'imbarazzo della scelta: per ora preferì l'immagine tranquilla di quando, a fine cena, Lunastorta cullava Harry, stupendosi ogni volta di poter calmare una cosa invece che scatenarla. A quel punto, gli animi placati e le armi riposte nel lavabo, si sedevano tutti sull'ampio divano di pelle davanti al camino. "State già diventando dei vecchietti, la vita da genitori vi sta rovinando" li punzecchiava Sirius, guardando i due teneramente abbracciati sotto il plaid. James sorrideva furbescamente "Guarda che il prossimo sei tu! Prima o poi una delle tue 'dolcezze' scodellerà un piccolino urlante, e allora sarai incastrato peggio di me." Gomitata di Lily a tutti e due, Sirius puntualmente rabbrividiva. Ma, nel presente, pensava ad un altro colpo. Ahia, un coltello era rimasto fuori, andandosi a conficcare in un angolino del cuore di Sirius:

" So che suona molto sdolcinato, ma per quanto durerà tutto questo?" Remus sorrideva sommessamente, senza staccare gli occhi dal bebè, ma la sua voce aveva una certa solennità nel silenzio crepitante.

Sirius ci aveva pensato bene. Aveva letto la tristezza negli occhi dell'amico. Sapeva, nonostante la spavalderia di James, di essere lui quello sicuro del gruppo, 'quello delle affermazioni'. Ma ora era impotente.

Cosa vuoi sentirti dire, Lunastorta? Che c'è la guerra? Che ogni giorno va vissuto come l'ultimo, vuoi una zuccherosa citazione babbana per calmare l'insicurezza che ti rode peggio del lupo che hai dentro? Ora siamo qui, domani non ne ho idea, cavolo, non sono un veggente. Nessuno lo è. Ci vuoi usare come sfera di cristallo, piccolo Remus, lo so. Tua madre ti ha sempre detto 'andrà tutto bene' mentre ti spuntava la coda, la mia ' traditore del tuo sangue' ogni volta che mi vedeva. Non puoi pretendere un gran ottimismo, né da te stesso, né da me. Chiedi a James, è lui quello coccolato, a lui è davvero andato tutto bene. E comunque, potrebbero arrivare i Mangiamorte da un momento all'altro, anche da lui. Anche adesso. E noi non potremmo farci niente. 

Ma, dopo questo amaro ragionamento silenzioso, aveva incrociato gli occhi di Harry. Credeva che dormisse, il frugoletto, invece lo fissava con quelle biglie verdi, paonazzo per il calore. Fu come se avesse acceso un incendio anche dentro di lui.

Perchè era proprio Sirius ad aver risposto, il famoso ghigno ora ben definito sulle labbra. Le fiamme si consumavano nel suo stesso sguardo, un calore misterioso e infinito.
"Per sempre, Lunastorta.

Per sempre."

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