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Alex's pov

Il suono fastidioso di quell'aggeggio insignificante mi fa aprire entrambi gli occhi. Mi giro e noto che sono le 07:30.
Ma chi cavolo ha impostato la sveglia a quest'ora?
Mi rimetto sotto le coperte per riaddormentarmi, ma nemmeno cinque minuti che entra una Maria super energica in stanza.

"Alex sveglia, fatti una doccia che usciamo."

Alzo la testa nella sua direzione e le lancio un occhiataccia, poi mi rimetto con la testa sul cuscino per cercare di riaddormentarmi per la seconda volta.
" Daiii, svegliatiiiiiiiii!"

Maria si avvicina e comincia a saltarci sopra urlando di svegliarmi. Sembra una bambina di 5 anni e questa cosa è abbastanza divertente in fondo.
"Ok ok, mi alzo mi alzo" dico portando le mani in aria in segno di resa. Maria si ferma e mi guarda con un gran sorriso, scende e mi dice che mi aspetta giù di sotto.
Appena è uscita mi metto seduta sul letto, mi strofino gli occhi con i polsi e poi mi alzo definitivamente.
Prendo il cambio e mi dirigo in bagno che è la porta di fianco alla mia camera. Entro, mi svesto e apro il rubinetto della doccia. Mentre aspetto che l'acqua calda si riscaldi mi lego i capelli in una coda alta.
Dopo aver controllato con la mano la temperatura dell'acqua, entro in doccia e comincio a lavarmi con il mio nuovo bagnoschiuma alla fragola che mi ha regalato Sara prima della partenza, dicendomi che così non l'avrei mai dimenticata.

Lei era l'unica amica che avevo in orfanotrofio ed era la sola che mi capiva e mi sopportava lì dentro.  Quando è arrivata io avevo 8 anni mentre lei 6, era una ragazzina molto semplice e timida. I suoi genitori l'avevano abbandonata dalla nonna materna all'età di 3 anni e una volta lì non sono più andati a trovarla.  Infatti, alla morte della nonna, i genitori sono scomparsi ed è per questo che è  venuta in orfanotrofio. Che gente di merda ad abbandonare la propria figlia.

Con questi pensieri esco dalla doccia e mi avvolgo un asciugamano al corpo, senza pensarci comincio a guardare il mio polso dove è inciso XXVIII♡X ovvero il 28/10, il giorno in cui abbiamo stretto amicizia. L'ho fatto insieme a Sara il giorno del suo sedicesimo compleanno, lì l'ho vista più felice che mai.
Un leggero bussare alla porta mi riporta sulla terra. Era Maria
"Alex tra cinque minuti andiamo, quindi  vestiti che facciamo colazione fuori". Le risposi con un semplice "Ok" per poi dopo togliermi l'asciugamano ed indossare l'intimo nero, un paio di jeans neri, una maglietta a maniche corte grigia con lo stemma dei Pink Floyd e una felpa con il cappuccio nero. Indossai le mie vans,  anche queste nere, mi passai un po' di correttore sotto gli occhi e un po' di mascara, mi pettinai i capelli lasciandoli lisci. Mi guardai per l'ultima volta allo specchio per poi spruzzarmi un po' di profumo. Sono pronta. Esco dal bagno e vado in sala dove mi aspettano sia Maria che Dimitri. Non pensavo che sarebbe venuto anche lui. Mi avvio verso di loro. "Eccomi qua!" usciamo e ci incamminiamo verso la macchina, mi siedo nei sedili posteriori mentre sto per prendere il mio mp3 e Maria urla  "Direzione centro commerciale!" facendomi saltare sul posto. La guardo male, anche se lei ricambia il mio sguardo con un gran sorriso per poi dopo girarsi davanti. Metto le cuffiette alle orecchie e faccio partire la riproduzione casuale mentre Dimitri parte con la macchina.

Dopo 20 minuti di macchina siamo finalmente arrivati davanti ad un enorme centro commerciale formato da due piani. Esco dalla macchina insieme a Maria che mi prende sottobraccio per poi cominciare ad andare verso l'entrata.

"Dimitri non viene?" domandai vedendo che era già ripartito.
"No perché deve andare a lavoro, però ha detto che la prossima volta ci sarà" annuii.
Per primo entrammo in un negozio di tecnologia dove lei, anche se ho rifiutato più volte , mi comprò un telefono, precisamente l'iPhone 6 nero, dicendomi che ero obbligata ad averlo perché altrimenti dopo lei non avrebbe potuto telefonarmi per dirmi dove mi trovavo e cose del genere. Poi siamo andate da Forever 21 dove mi ha comprato decine di abiti che non metterò mai e in più presi un paio di occhiali a cerchio neri, che sto indossando in questo momento. Dopo aver fatto altri giri in altri negozi decidiamo di fare una pausa e di mangiare, dato che è quasi ora di pranzo.
Ci siamo messe sedute ad una tavola calda dove ordinammo entrambe un piatto di spaghetti al sugo. Dopo che le nostre ordinazioni arrivarono grazie ad un commesso, che ha continuato per tutto il tempo a provarci con me mentre Maria rideva, cominciammo a mangiare queste delizie.
"Vedo che ti piacciono" Maria comincia a ridere piano mentre io annuisco con la bocca piena.

"Senti Alex ti volevo dire che dato che domani comincia la scuola bisogna che tu prenda i libri oggi pomeriggio" annuii e la guardai in modo che continuasse.
"Però dovrai farlo da sola perché ho il turno di pomeriggio a lavoro e non ti posso accompagnare però ti darò i soldi e ti dirò qual è la strada per tornare a casa prendendo l'autobus."
"Ok, per me non è un problema, anzi così posso imparare la strada e vedere dove si trova la scuola" dissi un po' annoiata.

Finito di mangiare ci alziamo e andiamo vicino alla fermata dell'autobus. Maria mi dice  a che ora devo prenderlo e qual è la strada per la biblioteca. Una volta capito mi avvio verso l'edificio ascoltando la musica del mio mp3.

Una volta arrivata entro e vado alla reception dove si trova una signora anziana, sulla sessantina presumo, con indosso degli occhiali da vista rosso fluorescente e un vestito a fiori. Mi avvicino
"Mi scusi, ho bisogno di prendere questi libri" gli dico porgendogli il foglio che mi aveva dato precedentemente Maria.
Lei mi guarda in modo quasi annoiato come se gli facesse fatica aiutarmi a trovare dei libri. "Allora si trovano tutti nell'ala B, tranne quello di storia dell'arte che si trova in quella C" mi disse con un sbadiglio finale.
"Poi quando li ha presi tutti vieni qui che li metto al computer e dopodiché sono tutti tuoi"
"Ok, grazie mille".
Mi incammino verso l'ala B e una volta trovata vedo una lunga libreria piena di libri divisi in ordine alfabetico che mi aspetta, mi sono già rotta le scatole solo a pensarci.

Mi mancava solo quello di matematica ed una volta trovato mi resi conto che stava in alto e che io non riuscivo a prenderlo. Mentre cercavo di raggiungerlo, una mano entra nel mio campo visivo, prende il libro che mi serve e me lo porge. Alzo lo sguardo e mi ritrovo un ragazzo dagli occhi color cioccolato che mi fissano. Tornai dal mio stato di trans "...grazie..."
"non c'è di che, dolcezza" mi disse con una voce quasi roca, guardandomi in modo malizioso.
Alzai subito gli occhi al cielo per la sua sfacciataggine e poi girai subito i tacchi verso l'ala C dove si trovava l'ultimo libro che dovevo prendere; così sarei potuta andare a casa.
"Hey dolcezza, non me lo dici il tuo nome?"
Mi giro e me lo ritrovo davanti.
"Vai a provarci con qualcun'altra" gli dissi aggiungendo con la mia mano il movimento di andarsene. Mi girai di nuovo ed andai nell'ala C, presi il libro e lo misi insieme agli altri.
"Non ci stavo provando, volevo semplicemente sapere il tuo nome. Per fare conoscenza."
È ancora dietro di me, mi sta dando sui nervi. Continuo ad andare avanti senza rispondergli, con lui dietro di me. Pago i libri alla vecchia di prima che nemmeno mi saluta quando esco.

Mi sto dirigendo verso l'autobus quando una mano mi ferma, sono pronta a tirare un pugno a chi mi ha toccato, ma appena mi giro scopro che è ancora il ragazzo di prima. Dio ma non ha niente da fare la domenica pomeriggio invece di rompere le palle a me?
"Allora non me lo dirai proprio il tuo nome?"
Adesso sbotto.
"No!...non ti dirò il mio nome ne nient'altro, quindi se non ti dispiace evapora prima che ti tiri un pugno in un occhio!" dissi lanciandogli anche un occhiataccia che lui non avrebbe visto perché indossavo ancora gli occhiali. Spalancò gli occhi e dato che rimase zitto, mi girai ed andai alla fermata dell'autobus. Una volta lì mi misi seduta, presi le cuffiette e pensai a quanto era strano quel ragazzo. Se lo avessi raccontato a Sara non ci avrebbe creduto e mi avrebbe riso in faccia.

Under London EyeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora