capitolo 3

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Mi dirigo verso l'ascensore, sbirciando nel mio ufficio per assicurarmi che non ci sia nessuno. Schiaccio insistentemente il pulsante, non ho assolutamente il tempo per aspettare. Mi infilo tra le porte che si stavano appena aprendo e premo il tasto con il numero "1".
Do un'occhiata al corridoio controllando attentamente la presenza di qualcuno e fortunatamente sono sola, corro fino alla mia camera ed entro.
Mi spoglio per farmi una doccia rilassante e conto di starci il più possibile se mai Kit dovesse venire a bussare alla mia porta.

Passo mezz'ora sotto l'acqua calda e nel frattempo mi preparo un discorso da rivolgergli quando mi chiederà qualcosa, ma ho paura. Tutte le mie sicurezze stanno svanendo velocemente. Temo di guardarlo negli occhi e non riuscire ad aprir bocca, di provare ancora delle emozioni forti per lui e soprattutto di lasciarmi coinvolgere in un eventuale bacio.
Ma che sto dicendo? Un bacio? Nemmeno per idea, posso farcela, anzi devo farcela. Devo semplicemente mantenere le distanze.

Mi vesto con un semplice vestito nero, un paio di scarpe col tacco e un giubbotto di pelle. Invio un messaggio a Madison per chiederle se gentilmente lei o uno dei ragazzi può portarmi la cena in camera. Non sono psicologicamente pronta per affrontare Kit davanti ai miei clienti, sarebbe un totale disastro.
Fortunatamente risponde con un bel "certo" e posso abbandonarmi in tutta tranquillità sul mio letto.

Alle 8:00 qualcuno bussa alla porta. Apro convinta che sia arrivata la cena. Alzo lo sguardo e vedo Kit.
-Non sembri contenta di vedermi-
-Infatti, non lo sono!-
-Posso entrare?- senza neanche aspettare la mia risposta varca la soglia e si chiude la porta alle spalle.
-Allora, cosa c'è di tanto importante che devi dirmi?!- sbraito.
-Siediti sul letto e rilassati- ignoro ogni sua parola.
-Ciò che devo dirti è molto lungo, perciò siediti ti prego- a questo punto faccio come dice.
-Inizia pure- lo esorto con aria di sfida.
-Sai, ieri ero più che certo che eri tu, quella seduta al tavolo. Ero così incredulo che mi sono messo a urlare, ma sono stato interrotto da Elizabeth e dal tuo modo di fare, perciò me ne sono andato sapendo però che chi avevo visto eri esattamente tu- prende fiato e continua -La notte non ho chiuso occhio, non facevo altro che pensare a te, a come sei diventata bella. Ma sapevo che dovevo parlarti, io e te da soli. Ho aspettato che te ne andassi, oggi pomeriggio, per sgattaiolare nel tuo ufficio e ricavare le informazioni che cercavo. Per mia fortuna tutto quello che pensavo è vero e ho fatto in modo di farmi trovare dalla tua amica per avvisare te-
-Quindi, la scenata in corridoio è stata una cosa che volevi di tua spontanea volontà?- mi sto seriamente alterando.
-Esatto. Ma Chanel, capiscimi. Avevo bisogno di dirti tutto quello che ti sto raccontando adesso- si siede accanto a me -Insomma, tu... tu mi manchi- abbassa lo sguardo. Ma non ci casco alle sue parole, assolutamente no.
-Quindi tu vorresti farmi credere che questo sia vero. Che hai una fidanzata però pensi a me. Che sei dispiaciuto e che ti manco? Ma fammi il piacere!-
-Non ci credi?-
-No Kit non ci credo. Io ti amavo, tanto. Ma tu hai preferito mandare tutto a puttane per stare con un'altra tradento la mia fiducia. Te ne sei accorto ora, quando tutto è finito ed è troppo tardi per tornare indietro. E voglio anche ricordarti che se non mi avessi vista qui, non ti sarei nemmeno passata per la testa!- senza nemmeno accorgermene sono scoppiata in lacrime, ma non posso farmi vedere debole. Mi asciugo il viso e mi alzo dal letto, rimanendo in piedi a fissarlo.
Non dice niente, rimane impassibile. Invece io ho bisogno di certezze non di silenzi.

-Vedi, chi tace acconsente!- si alza di scatto cogliendomi di sorpresa, mi stringe le spalle con quelle mani tanto dolci quanto possenti. Si avvicina a me e ormai ci separano due centimetri di distanza. Mi ero promessa di stargli lontana, di urlargli contro e di non lasciarmi coinvolgere. Ma sto infrangendo ogni cosa, non posso permettermi che accada.
-Non voglio perderti di nuovo- sussurra dimenticandosi completamente di avere una fidanzata. Rimango immobile, non riesco a dire niente. Mi afferra il viso con una mano e lo avvicina al suo.
Qualcuno bussa alla porta. Chiunque sia mi ha letteralmente salvato la vita, se nessuno avesse bussato sicuramente ci saremo baciati e ci sarei cascata di nuovo, come una cretina.
-Merda!- esclama lui. Vado ad aprire la porta e spunta Madison con la mia cena tanto attesa.
-Scusami per il ritardo tesoro, ma un tuo amico vuole avere il piacere di cenare con te- le lancio un'occhiata per farla guardare dietro di me.
-Ops...- dice imbarazzata -Interrompo qualcosa?-
-No- rispondo io.
-Invece si- mi contrasta Kit.
-E invece no, la conversazione è finita, esci dalla mia stanza!- urlo contro di lui. Mi guarda con aria triste, abbassa lo sguardo, incerto se darmi retta o meno. Alla fine si decide ad andarsene, sono quasi tentata a farlo restare, ma poi ci ripenso subito. Anche lui merita di soffrire come ho sofferto io a causa sua.

-Vieni caro, puoi entrare adesso- dice Madison ad un ragazzo che si trova fuori dalla mia camera, aspettandomi.
-Ciao Chanel!- mi saluta.
-Damon! Che bella sorpresa! Ho proprio bisogno di una persona con cui parlare- gli sorrido. Rimaniamo soli e ci sediamo sul letto per mangiarci la pizza.
Nel frattempo gli racconto tutto quello che è successo, per filo e per segno, in ogni minimo dettaglio.

-Wow, che storia eletrizzante!- ironizza.
-Non è divertente- gli tiro una gomitata sulla pancia.
-Okay, ci sono io qui con te. Quello stronzo non si avvicinerà neanche se dovesse chiederti scusa per tutto ciò che ti ha fatto passare. Fidati-
-Grazie- Damon si avvicina a me. Mi piacerebbe baciarlo ma in questo momento voglio solo dimenticare la conversazione avuta con Kit e non ci riuscirò baciandolo. Non proverei alcuna sensazione, cosa che non voglio che succeda.
-No tesoro, scusami non ci riesco- mi scanso.
-Va bene, allora ti lascio sola. Fammi sapere quando avrai lasciato libera una parte del tuo cuore per me- non lo dice scherzando, è proprio serio.
-Scusami...- sbatte la porta e rimango sola a farmi distruggere dalle emozioni e dalle lacrime che iniziano a bruciarmi sul viso.

abbracci senza fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora