Capitolo 4

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Era stato un pranzo abbastanza tranquillo, quello avuto in precedenza; fortunatamente Hanna mi aveva coraggiosamente tenuto compagnia, sedendosi accanto a me.
James tenne per tutto il tempo un braccio a circondarmi la vita, cosa che mi irritava non poco.

Ma è così dolce il sapore della vendetta...

Un sorrisetto divertito rimase ad increspare le mie labbra, tanto da farmi sentire dolore alle guance; non smettevo di sorridere perché era pressoché divertente osservare le reazioni della dolce e timida fanciulla con cui avevo battibeccato prima dell'arrivo del mio "principe azzurro".
Non era nei miei piani lasciare che ci provasse con me, ma non potevo non ribellarmi  a quello che poteva considerarsi il regno di una viziatella.
Talvolta, io e la bionda alla mia sinistra ci scambiavamo delle occhiate e talvolta dei sorrisi sinceri; mi aveva con calma spiegato quale fosse il posto di ognuno, facendomi capire che se non volevo sottomettermi a qualcuno, dovevo lottare.
In quel college, o ci si chinava al solo passaggio del "Boss in questione", o si diventava uno dei boss.
Secondo la mia personale filosofia, non serve a nulla ruggire se poi non sai sbranare.
Ciò implicava che il comportamento necessario per non cadere tra gli schiavi o tra quelli etichettati come Nerd, si doveva combattere e non poco.

Un leggero sospiro lasciò le mie labbra mentre osservai il cielo limpido sopra la mia testa, senza smettere di sorridere; ero stesa sul praticello verde e fresco del Campus, poco distante dal dormitorio maschile.
Hanna era letteralmente sparita nel nulla, dopo avermi borbottato un "devo recuperare degli argomenti".
Io non mi preoccupavo molto degli studi; capivo gli argomenti in classe, prestando attenzione alla lezione.
Riuscivo a ricordare il tutto senza alcuna difficoltà, il che era un punto a mio vantaggio.
I numerosi studenti occupavano il loro tempo passeggiando all'esterno, fondendosi il sole splendente di quella giornata oppure rintanandosi da qualche parte per studiare o addirittura "fare cose".
"Cose" non del tutto pulite, insomma.
Non mi interessavo alla cosa, il che mi concedeva più tempo per distrarmi e pensare ad i fatti miei.
Presi il cellulare dalla tasca, osservando l'orologio analogico su di esso che segnava le cinque del pomeriggio; tre ore prima della cena.
Stavo però morendo di fame... E di noia...

Socchiusi leggermente gli occhi, quando un raggio di sole si scontrò poco gentilmente con essi; d'istinto gli occhi e portai una mano a farmi ombra, quando ci pensò qualcun altro.

-Hei! Stai bene?- questo "qualcuno" si chinò accanto a me, avvicinando eccessivamente il viso al mio.
Rotolai sull'erba, scostandomi e mettendomi seduta, il tutto abbastanza velocemente.
-Si. Sto bene.- la risposta fu secca e lievemente pungente, al che il giovane rimase leggermente sbigottito.
Un sorriso timido gli illuminò il viso e portò una mano a grattarsi nervosamente la nuca; sembrava un ragazzo pacato e con forse troppe inibizioni ma la cosa non mi turbava affatto.
Non ero intenzionata a legare con altri, tantomeno con ragazzi; dovevo stare alla larga da tutti e tenere un profilo basso, cosa che non avevo fatto nei miei due incontri con le "bambole assassine" (che di "assassine" avevano ben poco).
Lo scrutai con particolare attenzione, a partire dalla chioma nera e dagli occhi del medesimo colore, fino ad arrivare all'abbigliamento serioso e che gli concedeva un'aria da intellettuale; molto probabilmente era nella cerchia dei nerd, quindi da tenere alla larga se ero intenzionata a proseguire nella mia scalata verso il trono.
-Mi chiamo Logan Phillip Henderson, ma puoi chiamarmi come preferisci.- disse cordiale, porgendomi una mano che evitai di stringere tra l'altro, costringendolo a sfuggire da quell'imbarazzante situazione grattandosi nervosamente la nuca.
-Ho visto quello che hai fatto in mensa... Le hai tenuto testa e... Complimenti, bel caratterino-
Ridacchiai a quelle parole e scossi piano la testa, guardandolo negli occhi e mostrandogli un'inquietante sorriso -Tu non hai ancora visto quello che sono in grado di fare-
Notai una scintilla nei suoi occhi, al che non riuscii a fare a meno di socchiudere gli occhi; conoscevo poco di lui, decisamente nulla ma quella strana sensazione di angoscia che solitamente ti prende quando hai una possibile interrogazione ma non sai nulla mi stava attanagliando l'anima.
-È stato un piacere conoscerti; spero di incontrarti presto- E come era arrivato, così scomparve: velocemente e silenziosamente.
Rimasi con lo sguardo puntato sulla sua schiena, prima di sbuffare ed arricciare il naso, pensando che la situazione si sarebbe notevolmente complicata.
Mi tirai su, spolverandomi i pantaloni e raccogliendo le poche cose che avevo lasciato a terra, prima di caricarmi lo zaino in spalla e dirigermi verso quel fatidico bar dai deliziosi Donuts; raggiunsi la mia metà senza ulteriori complicazioni ma sentendo un leggero vociare tra alcuni dei ragazzi e delle ragazze presenti.
Aveva fatto il giro del campus, la notizia?
Senza pormi ulteriori domande mi avvicinai al bancone, ordinando un fresco frappè al cioccolato; squadrai il biondino dietro il bancone: occhi chiari, viso da tenero bambino angelico ma probabilmente, ciò che teneva lontane le ragazze era il grembiule da lavoro che indossava.
Lavorava per pagarsi gli studi? O aveva lasciato?
-Studi qui?- sollevò lentamente lo sguardo, nonostante pochi istanti prima fosse indaffarato nella preparazione del mio frappé; rimase alcuni secondi in silenzio, tenendo gli occhi ghiaccio puntati nei miei ed io piegai la testa di lato -Sono nuova e non ho intenzione di lanciarti frecciatine; sono altri i miei bersagli.-
Notai che scosse leggermente la testa, prima di lasciarsi andare ad un lieve sospiro e ritornare al suo frappé -Si; lavoro qui per pagarmi gli studi. Trovi che sia "vergognoso"?-
-Veramente dovrebbe vergognarsi chi non ammira ciò che fai; io ti ammiro. Sei la seconda persona normale e con i piedi per terra che ho incontrato, in mezzo a questa gabbia di matti.- Fui sincera in quella risposta; erano tutti pazzi o fuori dalla norma per me, che sceglievo accuratamente i miei "amici".
-Diciamo che hai scelto il college sbagliato; qui va avanti chi è figlio di qualcuno o chi ha adeguate conoscenze. Nonostante il tuo impegno e la tua determinazione, non solo non avrai mai ciò che meriti, ma ti verrà tolto qualcosa per farlo a chi ha pagato profumatamente qualcuno qui dentro...- sorrisi amareggiata da quelle veritiere e dolorose parole.
Lui aveva sicuramente perso qualcosa e doveva averci messo non poco per superarlo ed andare avanti -È così ovunque tu vada; io sono qui semplicemente perché mio padre ha un reddito alto, suppongo, ma so già che cercheranno di farmi sborsare qualcosa per farmi andare avanti. Ovviamente potranno andare a farsi fottere; ho altro da fare con i soldi che potrei dare a loro.-
-Una figlia di papà che odia essere figlia di papà? Questa mi è nuova...- mormorò sbigottito, passandomi il frappé pronto ed inarcando un sopracciglio.
-Diciamo che sono fiera di essere figlia di mio madre, ma ti posso assicurare che non sono una figlia di papà; sono qualcosa di losco ed oscuro, pronta a mettere a soqquadro la vita di chiunque lo meriti.- Gli sorrisi ampiamente, gustando il dolce che mi aveva passato il biondo e sentendo il sapore del cioccolato che tanto amavo.
-Sono Kendall- ridacchiò divertito, chinando leggermente il capo, come in segno di saluto.
Non feci in tempo a rispondere che sentii un liquido freddo piovermi letteralmente addosso, con tanto di cubetti di ghiaccio; il suo sorriso scomparve di colpo e gli occhi sgranati erano presagio di guai.
Sentii una risata cristallina alle mie spalle ed io poggiai lentamente il frappé sul bancone, voltandosi poco dopo e squadrando con aria minacciosa la mora che mi aveva versato addosso della Coca-Cola ghiacciata.
-Hai sbagliato a metterti contro di me, stronzetta.- Sollevò il mento, come a volermi far capire che non avrei mai raggiunto la sua posizione, che non sarei mai riuscita a farla cadere da quel suo ridicolo piedistallo.
Nei suoi occhi lessi una sola frase: Sei una nullità.
Miss Push-Up aveva deciso che quello doveva essere il suo ultimo giorno di vita.

Angolo Pandoso(?)
Non fatevi domande
Sono letteralmente scomparsa, lo so e mi sono assentata per non poco; ho intenzione di finire questa è tutte le altre storie, non preoccupatevi. Prometto che non vi abbandonerò nuovamente e che questo sarà solo l'inizio della storia che sto per raccontarvi.
Ringrazio in anticipo coloro che mi seguiranno e spero che Spencer diventi il vostro incubo peggiore❤️
6 Gennaio 2018 (00.54)

Stronzette al CollegeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora