Un lieve sospiro lasciò le mie labbra le quali, pochi istanti dopo, si incresparono in un sereno sorriso; lentamente ravvivai i capelli, mordendomi il labbro inferiore prima di proferir parola.
-Io ho cercato di essere gentile con te, ma tu non mi lasci altra scelta; in ogni caso, sappi che il mio avvocato è molto bravo-
Notai il suo sguardo confuso e pochi attimi dopo le mie nocche cozzarono violentemente sul suo naso; non si aspettava un colpo simile, né un gesto.
Cadde all'indietro, portandosi una mano sul naso e liberando un urlo acuto, prima di tastare il sangue che lentamente scorreva sul suo viso.
-Mi hai rotto il naso! Sei fuori di testa!-
La osservai fintamente rammaricata, prendendo un fazzoletto e lasciandoglielo cadere sulla sua testa, prima di scuotere la mia.
-Perdonami; mi è scivolata la mano- mi voltai nuovamente verso il bancone, prendendo il frappé al cioccolato che pochi attimi prima stavo consumando, prima di rovesciarle il tutto sui capelli e sui vestiti -Chiama papino, denunciami, portami in tribunale; in ogni caso ti troverò e mi risarcirò di tutti i danni che mi avrai provocato. Tu sei figlia di qualcuno e lo stesso vale per me; ti sfido a vedere chi ha più potere.-
Lentamente mi avvicinai per porgere una banconota da venti a Kendall, ordinando un Donut al cioccolato; una volta servitomi, si indaffarò per darmi il resto che rifiutai, prima di sorridergli.
Lasciai anche l'ochetta con un sorriso, facendole l'occhiolino -Il rosso ti dona-
Con quell'ultima frase lasciai il bar, percorrendo lentamente il parco per raggiungere il mio dormitorio per potermi cambiare; sarei andata a quella festa, nonostante non fossi elettrizzata all'idea.
Forse avevo sbagliato; forse mi ero messa nei guai con quella semplice azione e magari mio padre non sarebbe riuscito a sbrogliare l'impiccio in cui mi ero appena cacciata; mi importava ben poco a riguardo, anche perché nessuno deve mettere i piedi in testa a Spencer.
Mio padre mi aveva cresciuta con la concezione che nessuno doveva comportarsi in un determinato modo con me, a qualsiasi costo; non ero mai stata appassionata dei consigli paterni eppure avevo, passo dopo passo, seguito le sue orme.
Spesso il mio pensiero mi portava a molti anni prima, quando riuscivo a malapena a rispondere ad una provocazione o un'offesa; tutto cambiò a causa sua.
Mi incupii di colpo, osservando la ciambella a cui avevo dato solo due morsi; sarebbero stati anche gli ultimi, siccome buttai il resto in un cestino accanto, ormai con lo stomaco in subbuglio.
Marinette era una mia carissima amica delle medie; eravamo sempre insieme, a scuola e fuori.
Addirittura seguivamo i corsi pomeridiani extra Scolastici insieme; uno di questi era "Teatro; l'arte della maschera", così avevano deciso di chiamarlo.
Insieme a noi c'era Serafina; nome angelico e persona molto meno.
Non era malaccio a recitare, ma la migliore del corso era Marinette; fu lei ad aggiudicarsi, dopo numerose prove, il ruolo di protagonista che si sarebbe tenuto alla fine di quell'anno accademico.
Venne trovata impiccata con una corda per saltare nello spogliatoio femminile della scuola; fui io a trovare il suo corpo in quello stato.
Prima che riuscissi a tornare a scuola passarono settimane e Serafina sembrava decisamente troppo contenta di aver ottenuto la parte di protagonista, che nemmeno spettava a lei; la odiavo, ma non le portavo rancore.
Poi arrivò quella fatidica ora di educazione fisica.
Aprii l'armadietto per recuperare il borsone, quando vi trovai una lettera dalla busta azzurra; la osservai e lessi il suo nome: Marinette.
Mi si mozzò il fiato in gola e mi sedetti sulla panca lì vicino, osservando la busta per interminabili minuti prima di decidermi ad aprirla.
"Cara Spencer; mi dispiace davvero tanto averti abbandonata così...
Mi dispiace anche non averti parlato di ciò che stavo passando, tradendo la nostra amicizia; non è colpa tua se sto facendo questo, ma non riesco a sopportare più questa situazione. Ogni giorno Serafina non fa che maltrattarmi ed in classe tutti mi odiano per colpa sua... Non so bene perché o come abbia fatto ma li ha convinti che io debba essere trattata "come merito", dice lei... l'altro giorno ho trovato il mio banco fuori dall'aula, con la sedia.
E ricordi quando mi stavi aspettando fuori scuola e mi hai rivista dopo una settimana?
Mi ha picchiata con le sue amiche e sono corsa a casa, nascondendomi anche dai miei genitori e fingendo di avere la febbre.
Sei e sarai per sempre la mia migliore amica... Ti voglio bene, Spencer
Baci, Marinette"Avevo tanta tristezza e rabbia in corpo; quel giorno stessi mi presi una sospensione.
Picchiai Serafina in classe, sotto gli occhi della professoressa di storia; andò prima in infermeria e poco dopo in ospedale mentre io dritta nell'ufficio del preside.
Non volli spiegare le mie ragioni per quel gesto e quando arrivò mio padre, gli raccontai ogni singola cosa, in un'aula vuota in quel momento, poco distante; mi osservò in silenzio per alcuni secondi prima di prendere il cellulare e chiamare "Peter".
Era un suo grandissimo amico, avvocato; fissò un appuntamento urgente per la sera stessa.
Facemmo causa alla scuola ed alla ragazza, affiancati dai suoi genitori ed alcuni dei pochi amici sinceri che aveva.
Nel frattempo mi iscrissi a dei corsi di lotta libera, abituando il mio corpo a simili sforzi e facendo di tutto per diventare "temuta", secondo una mia concezione.
Cambiato radicalmente è mio padre approvò ogni singola cosa, nonostante mia madre non fosse sempre d'accordo.
Dopo un annetto lessi sul giornale della morte di una ragazza a causa di due colpi di pistola, uno al petto ed uno alla testa; Serafina.
Sentii una strana soddisfazione e stranamente sorrisi col giornale ancora tra le mani, sotto gli occhi preoccupati di mia madre e fieri di mio padre.
Tornai rapidamente al presente, osservando la strada che stavo percorrendo e notando che mi ero completamente allontanata dal campus, arrivando lungo la strada ricca di negozi; sollevai lo sguardo sull'insegna a forma di aquila in picchiata, leggendo "Scuola di Tiro; che sia arco, pistola o fucile, da noi imparerai in men che non si dica!"
Non ci pensai due volte ed entrai, intenzionata ad iscrivermi per tutte e tre le discipline.Angolo di quella che dovrebbe scrivere di più
Purtroppo ho molte idee ma sono una persona pigra. Non ho intenzione di abbandonare le mie storie e continuerò ad aggiornarle, promesso. Cercherò di scrivere ogni sera qualcosina, in modo tale da non lasciare completamente la scrittura.
Al prossimo capitolo!
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Stronzette al College
FanfictionSpencer Mijdrecht, una ragazza per nulla calma e tranquilla che finalmente coronerà il suo sogno di frequentare un prestigioso college. Qui incontrerà tanti amici, quanti nemici. La domanda è: Loro complicheranno la sua vita o sarà lei a complicare...