BackervilleIrlanda, Contea di Backerville.
L'aria allegra e fresca alimentata dalla cocente luce del sole – che mi provocava un leggero fastidio agli occhi- rianimava in me quei sentimenti che per molti anni avevo tentato di nascondere.
Si faceva largo in me la sensazione di essere giunta finalmente a casa, di aver ritrovato finalmente la quiete, la mia destinazione. Però d'altra parte riaffioravano in me ricordi ripugnanti e disastrosi.
L'uomo con il bastone mi teneva per il braccio quasi per paura che io potessi tentare in una possibile fuga, oppure per sorreggere questo corpo – il mio corpo- ormai malandato.
Erano anni che non uscivo dal quel mio cubicolo, che per me, rappresentava la mia protezione e le ossa del mio corpo non erano abituate a camminare per una certa distanza. Affondai il viso sul cappuccio nero che mi copriva l'estesa cicatrice sulla guancia destra, e cercavo di coprirmi quanto era più possibile gli occhi doloranti a causa della troppa luce che illuminavano le strade di Backerville.
L'immagine di una bambina mi apparve all'improvviso e vidi quest'ultima correre sorridente, mentre i lunghi capelli neri – legati da due piccole treccine- le ricadevano sulla schiena.
Era spensierata, allegra e piena di sogni e speranze. Desiderava vivere una vita felice, di sposarsi e avere un'infinità di figli. Voleva innamorarsi, magari del vicino di casa o magari di un compagno di scuola, voleva sperimentare quei sentimenti così passionali, così delicati e forti di cui tutti parlavano.
Osservare le amiche tenersi mano nella mano con il loro ragazzo le provocava invidia nel petto, una profonda invidia e un profondo dolore.
Perché lei non poteva avere la stessa fortuna? Perché era così diversa dalle sue coetanee?
La piccola Isibèal aveva sempre pensato di essere un'inviata di Dio e che al compimento della maggiore età sarebbe stata destinata a grandi cose.
Chi mai poteva immaginare quale sarebbe stato il suo destino?
Nessuno, nemmeno lei.
L'uomo con il bastone non aveva lasciato ancora la presa contro il mio braccio che, tra l'altro, cominciava a farmi male. L'espressione disperata aveva ormai abbandonato il suo viso, ma lo vedevo visibilmente agitato.
«Signor Conte?» una voce arrivò alle nostre spalle. La sua proprietaria era una ragazza, per lo più una ragazzina, che con espressione affabile e intimidita iniziò a parlare. «Non vi abbiamo più visto a Backerville. Non sapete quando siate mancato a tutti noi, soprattutto la piccola Dáire , sapete quanto quest'ultima straveda per voi.»
L'uomo – il cui nome mi restava ancora anonimato- si tolse il capello e le sorrise lasciando ricadere il bastone sulla porta di legno di una casa. Quest'ultima era estremamente di piccole dimensioni e a giudicare dalle finestre sporche e il tetto mezzo spezzato, non erano ridotta nelle migliori condizioni.
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Isibéal - La dama sfregiata #wattys2017
ParanormalConta fino a dieci e desiderai di morire. Niente faceva più paura della morte, anche se spesso ci aggrappavamo a quest'ultima disperatamente cercando un po' di sollievo da quel dolore che ci lacerava la pelle. Era fredda. Era buia, ma confortev...