Capitolo 1

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Emma'S P.O.V.
"Emma coraggio sali in macchina."
"Maya?"
"Sali in macchina,tesoro. Siamo già in ritardo."
"Maya dov'è, papà? Non ignorare le mie domande."
"Emma, tua sorella è in macchina, dove pensavi che fosse? Smettila di guardare film horror, ti rendono diffidente."
Non rispondo e sbuffando scendo le scale seguita da mio padre. Entro in macchina e sbatto lo sportello.
"Sei entrata, per caso?"
Dice subito mio padre.
"Eh?"
"No dico, sbatti più forte lo sportello, no?"
"Certo, tanto è solo di questa stupida macchina che ti importa."
Dico borbottando, subito Maya afferra la mia mano e la stringe sicura per farmi capire che è dalla mia parte.
"Ma perché la mamma non ci accompagna?"
Cambia discorso mia sorella.
"Beh, non era proprio d'accordo con la decisione che abbiamo preso e..."
"vorresti dire 'hai preso', spero. Sai, io e Maya non abbiamo avuto voce in capitolo perché, a tuo dire, tu e la mamma avete già stabilito tutto."
Lo interrompo alzando la voce. Lui continua facendo finta di niente, odio quando fa così.
" dicevo, non essendo vostra madre dell'idea che mandarvi in una sottospecie di 'colleggio dei poveri', come lo chiama lei, possa essere d'aiuto per la famiglia ha preferito non venire."
" perché dovrebbe essere d'aiuto per la famiglia? Illuminaci"
Dico io sfilando una cuffietta dall'orecchio.
"Ma Emma cara,mi pare di averlo già spiegato o sbaglio?"
"Sbagli, e anche di grosso. Per quanto mi riguarda, penso che tu abbia solo cercato di farci indorare la pillola dicendo idiozie come: " sarà come andare in vacanza, senza pagare una cifra troppo alta." oppure "tranquille, sará divertente, potrete studiare le materie che più vi piacciono e passare qualche mese in campagna.", come se la campagna ci piacesse, Santo Dio!" dico tutto d'un fiato.
"Emma, la ragione per cui sarà d'aiuto alla famiglia è che mentre voi sarete lì con altri ragazzi nella vostra stessa situazione, io e vostra madre potremo riprenderci economicamente. Ci darete la possibilità di lavorare fino a tardi e senza bisogno di spendere il poco che guadagnamo per mantenervi." spiega mio padre con fare ovvio.
"Papà, suona tanto da egoista." Dice Maya in un sussurro, quasi a rimproverarlo.
Il viaggio trascorre silenzioso, io sbatto la punta del piede ripetutamente sul tappetino dell'auto, nei sedili posteriori, e mi passo le mani sul viso struccato in continuazione.
Sono molto nervosa ed è in momenti come questi che invidio la capacità di Maya di rimanere calma in qualsiasi situazione. È sempre stata così, sempre troppo buona e fragile per questo schifo di società, sempre con un grande autocontrollo.

Maya'S P.O.V.
È già passata più di un'ora, nessuno ha aperto bocca. Emma sta ascoltando la musica e ogni tanto mi manda un messaggio (per non far sentire a nostro padre che parliamo perché è arrabbiatissima con lui) e scrive sempre "che noia" oppure "perché papà è così rompipalle?!"
Io non rispondo leggo. Amo leggere. Mi rinchiudo così tanto nel mio piccolo mondo che non sento mio padre che mi urla:
"Maya! Maya scendi siamo arrivati!"
Allora prendo le mie cose e scendo dalla macchina. Mia sorella mi sta accanto e mi aiuta a portare le borse, è sempre stata molto protettiva nei miei confronti. Davanti alla porta di questo "orfanotrofio" c'era un signore che lavorava nell'azienda di mio padre, prima che fallisse...
È alto e senza capelli, ha gli occhi azzurri, il suo sguardo non mi mette molta sicurezza e stringo la mano a mia sorella che a sua volta stringe la mia più forte. Accanto a questo amico di mio padre c'era un ragazzo che, da quanto ho capito, è il figlio adottivo di questo ex collega di mio padre. Sembra molto interessato a mia sorella ma distolgo lo sguardo. È alto e ben impostato, è moro con gli occhi azzurri e ha un sorriso adorabile. Papà ci accompagna alla porta
"Okay, amori di papà"
Mia sorella a quella frase si gira e fa finta di vomitare facendomi ridere
"Ci vediamo tra qualche mese"
Dice, io lo abbraccio mentre mia sorella rimane ferma davanti alla porta.
"Okay, devo andare, grazie per la tua ospitalità Jonathan."
"Jonathan?! Ma che razza di nome è?!"
Urla mia sorella.
"E non hai nemmeno sentito come lo chiamano gli amici!"
Dice il ragazzo
"E come lo chiamano?"
Chiedo, mia sorella mi guarda come per dire
'Ma perché cazzo glielo hai chiesto?!'
"Per gli amici è jonny"
Risponde il ragazzo. Io e mia sorella cerchiamo di trattenere la risata. In tutto questo nostro padre se ne era già andato,e, il padre di questo ragazzo ci guarda in modo strano.
"Ehm...comunque, mio figlio si chiama Jason"
"Papà, so presentarmi da solo"
Ribatte il ragazzo
"Ehm...Si scusa...hai ragione. Comunque, è lui che vi farà fare il giro di questo edificio."

Speriamo il primo capitolo vi sia piaciuto :)

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