Capitolo 4.

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Emma's P.O.V.
tre colpi decisi alla porta ed una voce sgraziata che ci urla di alzarci ed uscire.
"Un momento, Agnes. Cos'è questa poca clemenza?" borbotto scocciata.
Passo le mani sul mio volto e guardo fuori dalla finestra. Non c'è un solo raggio di sole che traspare dalla grande finestra, col vetro appannato. Chissà che freddo fa lì fuori, odio l'inverno.
Mi alzo controvoglia e cerco di svegliare Maya il più delicatamente possibile.
"Che razza di ore sono?" Mormora assonnata, nascondendo la testa nel cuscino.
Guardo il telefono, ormai scarico, che segna le 6:02.
"Le 6:00, a quanto pare." Rispondo per poi sbadigliare sonoramente.
Maya si alza e ci prepariamo in fretta per poter raggiungere gli altri, i cui passi si sentono rumorosi per le scale. Non sono stanchi?
Usciamo dalla piccola stanza, discutendo su come caricare i telefoni: non ci sono prese della corrente. Ne nei dormitori, ne in qualsiasi altra ala del colleggio.
"Ragazzine, gradiremmo foste puntuali d'ora in avanti." dice la direttrice dandoci le spalle e voltandosi solo a frase finita, squadrandoci inorridita.
"Si, lo sappiamo. La nostra bellezza è invidiabile, nonnina." dico non curante, sistemando i miei capelli scompigliati.
"Cosa ha detto? Non credo lei possa godere del privilegio di trattarmi in tale maniera, ragazzina." ribatte con una nota di disgusto.
"E lei non me ne dia motivo, signora. Così stiamo apposto. È stato un piacere parlare con lei!" Urlo allontanandomi con Maya al mio fianco.
"Detesto tutto qui dentro." Borbotta Maya, mentre raggiungiamo gli altri all'entrata. Usciamo dall'edificio, seguendo la massa.
Molti si lamentano di quanto sia noiosa biologia e dei troppi compiti assegnati per oggi. Da quel che ho capito, oggi dobbiamo uscire per una lezione all'aperto. Meraviglioso, ci stavano anche dei compiti.
Il paesaggio esterno consiste in una folta ed alta erba secca che sembra non terminare mai. Ció mi fa riflettere sull'impossibilità di tentare una fuga che abbia un esito positivo: da una qualsiasi finestra, chiunque sarebbe in grado di distinguere le nostre figure in mezzo all'erba, mentre corriamo senza una meta, nessun punto di riferimento.
Cinque passi più tardi, una voce maschile giunge alle nostre orecchie, facendosi strada tra la nebbia fitta.
Credevo che con tutta questa nebbia, i suoni si sentissero ovattati, più deboli. Questo però, era un suono nitido.
Io e Maya ci voltiamo nello stesso momento.
"Emma, Maya!"
"Emma!"
"Maya!"
"Venite, coraggio."
"Tornate indietro." sono le ultime due parole, poi più niente.
Mi volto, valutando se separarci dal gruppo con tutta questa nebbia, ma alle nostre spalle non c'è più nessuno.
"Andiamo. Non possiamo restare qui." afferma Maya prendendo in mano la situazione.
Ci facciamo largo tra l'erba alta, fino a raggiungere l'entrata principale dell'edificio.
Entriamo con i vestiti fradici, per via dell'umidità, ma ad aspettarci sulla soglia non c'è nessuno.

Maya's P.O.V.
Entriamo e nel mentre diamo qualche sguardo intorno per capire chi ci aveva chiamato, Emma mi guarda confusa fino a che non sentiamo delle mani sulle nostre spalle facendoci saltare dalla paura.
"Vaffanculo Jas." Dice Emma
"Non farlo mai più" dico io subito dopo
"Oh, scusate" dice Jason togliendo le sue mani dalle nostre spalle
"Jas, sai per caso dove si trova qualche spina della corrente per mettere in carica i nostri telefoni?" Chiede Emma
"Ehm...Si, ci sono solo quattro prese nell'ufficio della direttrice." Dice il ragazzo
"Cosa? Ne siamo sicuri?! Solo quattro prese in un edificio così grande?!" Chiedo io leggermente sconvolta
"Si, una si trova dietro un grande armadio, quindi è inagibile. Altre due si trovano accanto ad uno schedario e, all'ultima e attaccata una lampada." Dice Jason
"Beh, possiamo approfittarne...no?" Dice mia sorella
"Approfittare? Di cosa?" Chiedo io confusa
"Come?! Non capisci?! Sono tutti fuori per la lezione di biologia!" Dice con fare ovvio Emma
"Si, ma..." esita Jason
"Ma cosa?" Chiedo io
"Beh...Non siamo soli nell'edificio." Mi risponde Jason
"Come no? Non c'è nessun altro" dico io
"Invece si, c'è la suora della chiesa di questo stupido posto" risponde Jason "Ma quella secondo me è una vecchia rimbambita!" Dice Emma
"Va bene. Allora...proviamo" dice insicuro Jason.
Andiamo nei dormitori per prendere i nostri caricabatterie, Jason ne approfitta e quindi prende anche il suo. L'ufficio si trova al secondo piano dell'orfanotrofio. Entriamo ed è uno di quei classici studioli vintage, vediamo subito le prese ed io ed Emma mettiamo in carica i nostri telefoni accendendoli mentre Jason stacca il filo della lampada per mettere in carica il suo telefono. Dopo più o meno cinque minuti sentiamo dei passi veloci salire le scale e presi tutti e tre dal panico non riusciamo a nasconderci e vediamo di scatto la porta aprirsi e i nostri occhi si spalancano. Non sappiamo cosa fare. È Agnes. Ci sta osservando dalla testa ai piedi.
"Ma cosa ci fate voi qui?!" Chiede Agnes sconvolta
"Ma cosa ci fa lei qui!" Dice Emma ancora più sconvolta
"Per un attimo non vi avevo più visto alla lezione quindi ho pensato di venirvi a cercare dentro, vi ho cercato giù ma non c'eravate quindi sono salita, ma aspettate, questo è il mio ufficio quindi che razza di domanda è?!" Dice Agnes alzando sempre di più il tono della voce
"Beh...volevamo caricare i nostri telefoni e..." Jason viene interrotto da Agnes che dice
"Basta. Non voglio sentire scuse. Verrete chiuse in isolamento."

Hey bella gente💕
Come va? Speriamo veramente ma veramente che questa storia vi stia piacendo.
Vi sta simpatica Agnes?😂

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