Capitolo 3.

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Maya's P.O.V.
Stiamo uscendo dalla mensa per andare nel dormitorio, quando vediamo un cartellone fatto dai bambini di questo edificio con su scritte delle regole:
1. in mensa si va con il grembiule e i capelli legati.
"Ma siamo seri?" Chiede Emma confusa
2. Bisogna indossare l'uniforme che troverete sotto il cuscino del vostro letto.
"Non metterò mai quell'orribile uniforme" dico
3. Non si mangiano cibi provenienti da fuori perché non sono sani.
"Si, come se il cibo di qui fosse sano..." sbotta mia sorella
4. Le docce sono aperte dalle 20.00 e chiuderanno alle 21.00
5. Per fare una doccia bisogna impiegarci al massimo cinque minuti per risparmiare.
"Seri?" Dico
"Su forza Maya, andiamo in camera" dice Emma
All'entrata del dormitorio si trova una signora con i capelli grigi raccolti in una cipolla, ha un vestito grigio aderente.
"Credo sia la direttrice" sussurro a mia sorella
"Voi due. Signorine, dove sono le vostre divise?" Chiede la signora
"Beh, li dentro" rispondo
"Non dovete infrangere le regole di questo collegio!" Sbotta la signora
"Ma noi siamo appena arrivate, le abbiamo lette prima le regole." Dice mia sorella
"No! Non voglio sentire scuse! Finirete in isolamento!" Risponde la signora
"Mah, siamo, ragazzi o carcerati?!" Dice mia sorella scioccata
"Andate a mettervi la divisa" urla la signora.
Entriamo nel dormitorio, ma non ci mettiamo la divisa. Ci mettiamo a mangiare un pacchetto di patatine. Sentiamo bussare e con la paura che sia la direttrice nascondiamo il pacchetto di patatine sotto il letto. Invece no, è Jason
"Hey Jas" lo saluto
"Ciao Jas" dice Emma non dandogli molta importanza
"Ciao ragazze, da quello che ho potuto notare avete conosciuto Agnes, la direttrice."
"Dio, è un mostro." Dice mia sorella mentre riprende il pacchetto di patatine da sotto il letto
"Beh, Emma, io non ti consiglio di mangiare quelle patatine. Sotto i letti è pieno di insetti..." Dice Jason schifato.
Emma butta via il pacchetto di patatine, sono più o meno le 15.30
Ed io, Emma e Jas ci siamo messi a parlare.

Emma's POV
"Hai idea di come finiremo tra qualche mese, Maya?" dico seria.
"Immagino finiremo come Jason." Ribatte.
"Ti sbagli, finiremo per impazzire. Jason tutto sommato è molto fortunato, non deve rispettare tutte queste regole e non dovrà frequentare i corsi." dico io.
"Non è così male qui, Emma." mormora Jason quasi come se intendesse dire tutt'altro.
"Non prenderci in giro, Jason." lo avverto scocciata.
"Sto cercando di sdrammatizzare.." sussurra a mo' di scusa.
"Sdrammatizzare? Siamo entrambe consapevoli della merda che i nostri genitori ci hanno buttato addosso pur di riprendersi economicamente." risponde Maya con voce rotta.
Mi avvicino a lei, sedendomi a gambe incrociate. Le accarezzo dolcemende una guancia e la vedo trattenersi dal scoppiare a piangere. È inevitabile, non può mantenere l'autocontrollo per entrambe.
"Non piangere, Maya. Per favore." dice Jason con dolcezza.
"Non ce ne è bisogno, lei lo sa." vengo interrotta dalla mano di Jason sulla mia spalla.
"Lasciati andare, Emma. Ne avete bisogno, ed è naturale. Non reprimere il dolore." dice per poi abbracciarmi.
Quel contatto mi fa realizzare quanto realmente avessi sofferto la mancanza di affetto. Sento la gola bruciare e d'istinto mi ritraggo.
"Dolore? L'unica cosa che provo è disgusto verso tutto questo. Smettila di fare il comprensivo, non capisci davvero cosa stiamo vivendo." dico senza far trasparire alcuna emozione.

Dopo aver deviato qualsiasi argomento Jason decidesse di affrontare, opto per  indossare la stramaledetta uniforme per poter raggiungere le docce senza dovermi preoccupare della signora Agnes.
"Penso andrò a controllare quanto schifo c'è alle docce, vuoi venire Maya?"
Maya annuisce, accennando un sorriso.
Jason ci saluta ed esce, avvisandoci riguardo l'orario della cena, che è stato invertito con quello delle docce.
"Quindi docce alle 19:00 e cena alle 20:00?" chiede Maya e Jason annuisce per poi uscire dalla stanza.
Ci avviamo camminando spaesate fino a raggiungere le docce.
Da fuori esce molto vapore, e esito, meditando sul fatto di entrare o meno. Non ci sono tende a chiudere le docce ma scelgo di sfruttare questo momento per spogliarmi senza badarci troppo, dato che di persone non ce ne saranno più di un paio. Maya fa lo stesso, ed aprendo l'acqua, mi ricordo che allo scadere dei 5 minuti dovró aver finito.
L'acqua calda arriva quasi immediatamente e non esito a lavarmi più in fretta che posso.
Dopo qualche secondo la quantitá d'acqua diminuisce fino ad esaurirsi completamente. Mi avvolgo nell'asciugamano imitando Maya e senza perdere tempo mi rivesto ancora infreddolita.
"Non ci sará mai un asciugacapelli." Dico io.
"Pazienza, spero mi venga un malanno. Così potranno chiamare papà" risponde provando ad asciugare i capelli castani con l'asciugamano.
"Ti lascerebbero qui a marcire, figurati." Ribatto uscendo da quei pochi metri quadrati dove l'aria si faceva irrespirabile.
Torniamo in dormitorio e in una mezz'ora siamo pronte per dirigerci in mensa.
Mangiamo una porzione ridotta di riso integrale, almeno ne mangiamo fino a che l'odore nauseante che proviene dalla cucina non ci da allo stomaco.
"Ti prego, torniamo in camera." mi supplica Maya.
"Certo, prima di subito." dico prendendola sotto braccio.

Hey gente💕 questo è il terzo capitolo. Abbiamo moltissime idee in mente, speriamo che questa storia vi stia piacendo eeeeeeeh boh nulla. Divertitevi💕

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