NOTTE ROSSA (2)

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Mi ritrovai davanti a quella bellissima fontana scolpita nel marmo, era ricca di particolari e sembrava "viva".
Il corpo principale raffigurava una giovane donna ricoperta di vesti e dalle mani sgorgava l'acqua come se fossero delle stigmati, intorno alla statua c'erano diverse decorazioni floreali circoscritte in un ovale, "sembra un cammeo" pensai.
Discostai lo sguardo dalla fontana e mi guardai intorno, non c'era nulla nel vicolo, rimuginai sul percorso fatto, ma non trovai una spiegazione...
"È tutto così strano" dissi.

Accesi la quarta sigaretta.

Il cuore riprese a battere forte o forse troppo piano?
Il fatto è che quella situazione mi intrigava l'animo, mi sentivo come un bambino che cercava i suoi amici durante il gioco del nascondino.
"Dovevo trovare quella ragazza".
Mi diressi di nuovo verso la fontana e questa volta mi sentii osservato, era strano... visto che sui muri del vicolo non erano presenti finestre, allora da dove veniva quella sensazione?
Questa volta ne ero sicuro, il cuore batteva veloce e forse anche troppo.
Mi fermai a ragionare, alzai la testa verso il cielo e vidi la luna che pian piano si liberava dal candido abbraccio delle nuvole circostanti, morbide come la lana.

Mi diressi per la terza volta alla fontana, ma questa volta qualcosa era cambiato.
La luce della luna illuminava la statua e i polsi di essa luccicavano.
Accesi la torcia del telefono per vedere meglio e notai che a luccicare non era marmo, ma metallo.
Capii subito, <evento raro>, che si trattava di un meccanismo.
Allora presi le mani della statua e le girai, si sentì uno scatto agghiacciante, e il pezzo di muro sulla sinistra della fontana si mosse, era una porta nascosta.
A questo punto mi solbazzò il cuore, cosa avrei dovuto fare ora?
Dove mi avrebbe portato quella porta e il cunicolo dietro di essa?
Ero un morto che camminava o quasi, quei battiti non erano normali.
Il fatto è che io essendo aracnofobico, mi stavo preoccupando più per i possibili ragni nel cunicolo che la situazione in se per se.
Pensai di fare luce, letteralmente, accesi la torcia del telefono e la puntai verso il varco, vidi che era abbastanza pulito e si riusciva a vedere la fine, per mia fortuna era corto.

Oltrepassai la porta, quel luogo era inquietante... era molto umido e c'era un tanfo nauseabondo, ma almeno non c'erano i ragni!
Arrivai alla fine è potei notare un mondo a parte, come Narnia dentro l'armadio.
Mi ritrovai in un cortile rettangolare con una fontana nel mezzo.
Detta così sembrava un normale cortile, ma c'era di più.
I dettagli della fontana erano anche più belli di quella che apriva il passaggio, il pavimento non si poteva vedere, era coperto di erba e fiori con accenni di rugiada, e disseminate qua e là statue bronzee di inestimabile bellezza.
Ma il fattore dominante era la luce della luna...
Illuminava tutto e niente, creava giochi illusori con le ombre e...
Rimasi senza fiato.
La luce illuminava il prato e si scontrava con la rugiada creando un gioco di luci spettacolare e inusuale.
La rugiada si comportò come un prisma e separò la luce della luna proiettando il rosso verso l'alto e gli altri colori verso il basso.
Si era creato un mare rosso.

~E così sei riuscito ad entrare~ sentii una voce alla mia destra, mi girai di scatto.
Era lei!
~Stavo solo cercando di raggiungerti~ dissi senza pensarci su.
Lei si mise a ridere e si tolse il cappuccio, <ricordate lo spettacolo del prato? Lei non era da meno>.
Il suo cappuccio, per cominciare a descriverla, era foderato di velluto nero all'esterno e dentro era pieno di piume nere, simili a quelle del corvo, ma alla  luce della luna diventavano d'argento.
Il suo volto era bianco come la porcellana e i suoi occhi, aaah i suoi occhi.
Erano veramente rossi, non mi ero sbagliato.
Tanto ché sussurai ~che belli~ lei riuscì a sentirmi e disse ~ti ringrazio~.
Anche io diventai rosso, ma di vergogna.
Ed aggiunse ~perché mi cercavi?~
Rimasi in silenzio.
Replicò ~allora?~
Balbettai...
~p-p-perché mi-mi hai stre-stregato~
Mi coprii il volto con le mani.
Lei sorrise, i suoi denti erano come perle e le sue labbra sembravano la cornice di un quadro.
Però lei inaspettatamente si rivolse a me in modo freddo, dicendo ~Questa è una proprietà privata, non hai il permesso di rimanere qui, anche perché "Lui" potrebbe arrivare~
Chiesi di getto ~Chi lui?!~
Lei rimase in silenzio per un pò e poi rispose ~il padrone del giardino~
Mi domandai che tipo fosse questo padrone, ma i miei pensieri vennero interrotti dal suo gesto che faceva intendere "va via".
Deluso, ma non del tutto, mi diressi verso il passaggio segreto, ma una volta alla soglia il passaggio si chiuse e si sentì ridere, era una risata possente, profonda.
La ragazza esclamò ~padrone!~
Ero confuso e spaventato anche perché questo uomo misterioso era in cima alle mura del giardino...

Sentii un ronzio e mi si offuscò la vista, mentre perdevo i sensi vidi l'uomo saltarmi adosso...

Una volta ripresi i sensi, mi sentii uno schifo, e vidi la ragazza sopra di me darmi degli schiaffi per farmi riprendere.
Lei stava piangendo ed io non sapevo ancora il perché.
Sentivo un dolore al collo, mi toccai e sentii due fori, tolsi la mano, sangue.
Le chiesi come si chiamasse, lei rispose ~Giada~.
Riprese a piangere e poi disse ~ora sei come me e sei suo, rimarremo insieme per l'eternità~
Lei aprì la bocca e vidi i suoi lunghi canini.
Urlò ~mi dispiace~.

~SPAZIO AUTORE~

Allora, spero che questa storia vi sia piaciuta.
È la prima volta che scrivo qualcosa del genere, spero solo di aver raggiunto le vostre aspettative.
Un saluto a coloro che leggeranno fino alla fine la mia storia.

DOLCI PASSATIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora