Ore 15.34
Stringo fra le mani la bizzarra lettera. Cazzo se sembra uno scherzo.
«Che cos'hai lì?» L'acuta voce di Angela mi riporta alla realtà.
Sposto lo sguardo dal pezzo di carta ingiallito alla snella figura che si erge di fronte a me in tutto il suo splendore glamour. Scarpe dal tacco vertiginosamente alto, abitino rosa pallido dal taglio anni Sessanta, abbronzatura velata di chi ha passato le ultime settimane di maggio in qualche meravigliosa spiaggia caraibica, borsa griffata e boccoli biondi finemente acconciati a completare il tutto. Che altro ci si poteva aspettare dall'ochett... ehm, volevo dire, dalla ragazza più popolare della scuola?
«Niente, solo la lettera di qualche idiota che non ha nulla da fare». La infilo subito nella mia modesta carpisa in similpelle, bianca e piena di tasche ornate da zip dorate.
«Una lettera? Che cosa romaaantica». Irene, sognatrice fissata con i romanzi rosa – almeno lei si degna di leggere qualcosa che non sia una puzzolente rivista da quattro soldi –, mi si avvicina sbattendo più volte le ciglia rigorosamente finte. La ragazza più impicciona che abbia mai conosciuto.
Mi tiro indietro con la schiena, appoggiando una mano sulla liscia pietra della panca di Piazza del Popolo dove sono seduta. «Guarda che hai capito male».
«No!» strilla Jessica isterica, quasi lanciando via il suo iPhone 5s. «No, no, no, no, no!»
L'ho urtata per sbaglio. Merda, e ora chi la sente... «Oddio scusa!»
«Vuoi fare attenzione?» sbraita ancora. «Ora Togni della 5F penserà che mi piace!» Mostra a tutte il display con la schermata della la sua chat con Luca, capitano della squadra di calcetto dell'Istituto. Non capisco dove sia il dramma fino a quando non intravedo un cuore rosso che si ingrandisce e rimpicciolisce fiero, sul rettangolo della chat verde, in tutto il suo splendore.
«Dai... non è così grave» cerca di consolarla Nene. «Almeno è carino!»
«Io me lo farei» le dà supporto Sofia, sempre coperta da quattro pezze di stoffa, mentre si sistema il gloss rosso laccato. Neanche ci degna di uno sguardo, concentrata com'è. «Ho sentito da Milena che non è messo per niente male».
«Be'... Sì, avete ragione. Come farei senza di voi» Si convince Jess tornando a massaggiare tutta contenta per poi urlare ancora: «Selfie di gruppo?»
E tutte ci mettiamo in posa. Per la quindicesima volta.
«C'è ancora gente che manda lettere?» domanda Angela quasi schifata, squadrandomi dall'alto in basso.
Alzo gli occhi al cielo. «Come stavo dicendo, avete capito male. È solo uno scherzo».
«Be'». Torna a mettersi in posa con la mano sul fianco come se fossimo a un servizio fotografico. «Il sole comincia a bruciarmi la pelle, vogliamo andare?»
«Oh, sì!» Scatta in piedi Nene. «Devo assolutamente comprare un costume da bagno nuovo!»
«E io un paio di scarpe comode. Mi stanno morendo i piedi!» Sbuffo alzandomi controvoglia.
Le altre sghignazzano. «Sarà un'impresa assurda!»
«Già, con i piedi che ti ritrovi è un miracolo che riesci a stare in piedi!»«Ehi, i ragazzi adorano i miei piedini da fata!» Mi pavoneggio mostrando i miei sandali in cuoio bianco con dettagli in oro che richiamano la borsa.
Il mio sorriso si spegne non appena ci mettiamo in marcia. Non hanno idea di quanto possa far male camminare per ore sui ciottoli della capitale con un paio di sottilette ai piedi. Peggio che con un tacco da sette centimetri.
La direzione è sempre la stessa: Via del Corso.
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Misfortune Chronicles
Fiksi UmumEHI TU! Sì, proprio tu! Stai cercando una storia che non sia la solita solfa, vero? Tutte quelle trame che partono bene, in maniera originale, e poi si riducono a una sommaria "lotta tra il bene e il male"... o lei incappata nella solita scelta cruc...