La mattina dopo, stare in Mensa è molto più strano di quello che avrei immaginato. Sembrava come trovarsi in una cella e essere sempre sotto stretta osservazione. Gli Intrepidi sembravano non badare affatto a noi, eppure avevo addosso quella costante sensazione di essere tenuta d'occhio. Probabilmente si trattava di paranoia, ma in quel momento poteva anche risultare vero, per come gli eventi avevano preso piega.
Posando lo sguardo sulla mia tazza di latte freddo, riporto la mente ai miei genitori. Erano vivi. E ancora non me ne capacitavo. Avrei dovuto avvertire Josette. Ma come, dopo tutto quello che era successo? Forse non l'avrei mai più vista. Così come Nancy. Chissà cosa le avevano fatto. Un Erudito aveva detto a Jeanine Matthews di aver trovato coloro che avevano aiutato me e i miei amici Intrepidi. Proprio la mia vecchia amica Pacifica e il suo ragazzo. Erano morti?
Scuoto il capo mentre tremando bevo un sorso dalla tazza. Non potevo pensarci. Eppure, il mio pensiero torna nuovamente su Josette. Dato che era mia sorella, forse Jeanine aveva ucciso lei? Per punirmi?
Comincio a respirare appena, sento che potrei alzarmi, raggiungere la Residenza degli Eruditi e uccidere a mani nude la loro capofazione.
«Ehi.» una mano si poggia sulla mia spalla. Sobbalzo e mi volto incontrando lo sguardo di Ron.
«Ciao.» rispondo in un mezzo sussurro. Le immagini che avevo creato nella mia mente continuavano a vorticare incessanti. Sarei potuta esplodere da un momento all'altro.
«Come stai?» Ron si siede accanto a me e mi studia con gli occhi. Speravo che la mia preoccupazione non fosse tanto evidente.
«Io... Non lo so.» gli rispondo.
«Ci credo.» concorda lui: «Queste ultime ore sono state parecchio... movimentate, a dir poco.»
Se con movimentate intendeva includere il rapimento di Amar, la nostra missione per salvarlo, il successivo nostro rapimento, la probabile morte di Nancy e Daniel, la fuga dalla Residenza Erudita, l'attacco degli Esclusi, Lauren in fin di vita, i miei genitori e Amar con chissà quale problema, allora sì, aveva ragione.
«Lauren?» continua Ron.
«È come l'hanno ridotta gli Esclusi. Ma se perfino Tina pensa che si riprenderà, allora se la caverà.» dico bevendo un altro sorso di latte. E intanto ripenso alla ragazza con cui ho lavorato per mesi, sempre ricca di vitalità, ora con appena percettibili battiti del cuore.
«Tina ha ragione. Si riprenderà.» condivide il ragazzo davanti a me anche se sembra sovrappensiero. Mi guarda e per diversi secondi restiamo immobili, a fissarci l'un l'altro. Poi lui distoglie lo sguardo e sospira.
«Andrai a lavoro?» gli chiedo.
«Non lo so. Sinceramente preferirei restare qui, magari dormire un'intera settimana.» sorride anche se non sembra molto convinto.
«Io non te l'ho chiesto, Ron. Tu? Stai bene?» lo guardo mentre lui quasi pare evitare il mio sguardo.
Alza le spalle: «Sì.» e non aggiunge altro. Cosa mi nascondeva?
«Ron, ti prego...»
«Dico davvero, Tess.» si alza e comincia lentamente ad allontanarsi: «Ho solo bisogno di... riposare. Ci vediamo più tardi.» e poi scompare.
Lui non stava bene. Perché non stavo bene neanche io. Nessuno di noi stava bene. Affatto.
***
Quando al tardo pomeriggio busso all'appartamento di Phil, vengo accolta dopo un po'. E tutti sono in fermento. E capisco perché. Senza quasi respirare più corro verso il letto in cui sdraiava Lauren e la ritrovo proprio come l'avevo lasciata. Solo che con gli occhi aperti. Tina, al suo fianco, non smette di piangere, ha la faccia rossissima e stringe forte la mano della sua amica. C, d'altro canto, sembra quasi essere impazzito. Non fa che alzarsi, portarsi le mani ai capelli ed iniziare a ridere. Ma lo capivo. Quasi non trattengo l'emozione quando sento Lauren parlare, chiedere perché C facesse lo scemo.
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The Divergent Series: By Tess - Allegiant || SOSPESA ||
Fanfiction*** NOTA: Quest'opera è uno dei miei primi tentativi di scrittura. Di conseguenza ho fatto un sacco di errori (grammaticali e nella storia in se), che spero mi perdonerete anche perché ero più piccolina. Ho deciso, però, di lasciarla perché è la pri...