Il posto è buio. Le luci sono fioche e illuminano il luogo in maniera macabra. Le pareti che ci circondano sono umide e lucide, ma completamente nere: sembra carbone. L'odore che invade le mie narici è strano: sa di sporcizia e di ruggine. Gli Esclusi ci guardano con distacco, è come se non avessero mai visto degli Intrepidi o come se li odiassero: ma qualcuno di loro doveva pur esserlo stato, una volta. Vorrei avere il capo basso, ma non posso non restare stupita da come gli Esclusi vivono realmente. Hanno una loro comunità, delle loro basi e svolgono lavori come tutte le altre Fazioni: ci sono i cuochi, coloro che costruiscono le armi, chi è a capo, chi si occupa della vigilanza.
Mia madre ci guida verso una camera che come porta ha delle tele che costituiscono una sorta di tenda. Ad osservarle bene, sono vecchie coperte Pacifiche. Gli Esclusi si vestivano e utilizzavano vestiti o altro che appartenevano un po' a tutte le Fazioni. Entriamo e lì incontro lo sguardo di mio padre: non era cambiato dall'ultima volta. Stessi capelli castani e stessi occhi verdi, ricchi di esperienza. È sorpreso quanto me.
«Tessa.» sussurra. La sua voce era cambiata, invece. Era molto più roca, sembrava stanco. Quando mi osserva appare addolorato mentre corruga le sopracciglia.
Scuoto il capo e lo correggo: «Tess.» Anche la mia voce è bassa. Lo dico quasi senza pensarci. Non credevo a niente di ciò che stavo vivendo. Pochi minuti prima io e i miei amici eravamo nascosti in un edificio nel centro di Chicago, con Amar ancora addormentato a seguito di un esperimento di Jeanine Matthews quando l'avevano nelle loro mani. D'un tratto veniamo attaccati da Esclusi per poi scoprire che il loro leader è mia madre.
Lei non appariva così tanto sorpresa quanto me. Mio padre, al contrario, era scioccato. Quest'ultimo fa qualche passo verso di me e allunga un braccio; «Bambina mia.»
Mi scanso: «Non toccarmi! Neanche tu!» sbraito a mia madre. La guardo dritta negli occhi, quegli occhi con cui ero cresciuta e che vedevo ogni giorno riflettere il sole mentre la aiutavo nei campi a raccogliere i frutti dei suoi duri lavori. Mi volto verso i miei amici, tutti confusi, senza saper bene come intervenire, cosa fare. Forse aspettano che sia io a fare qualcosa dato che il leader di chi ci ha attaccato è mia madre.
C, che trasportava tra le braccia Lauren dalla quale Tina provava a far fermare l'emorragia dalla testa, posa la ragazza su un divanetto di pelle piuttosto rovinato. La adagia con cautela, con Tina che non smette di starle accanto. Un paio di Esclusi la raggiungono con in mano delle bende.
Tina si volta furiosa verso entrambi: «Non la toccate, mostri! Andate via!» mentre le lacrime continuavano a bagnarle le guance arrossate. Durante tutto il tragitto non mi ero soffermata molto a pensare a Lauren. La mia mente era completamente rivolta a mia madre. Ma, in quel momento, vedere la mia compagna di lavoro con cui avevo legato veramente di più e con cui condividevo, assieme a Phil, l'appartamento di quest'ultimo ridotta in quel modo mi fa salire un groppo alla gola. Cerco di non singhiozzare coprendomi le labbra con una mano. Le lacrime volevano uscire ma provo a trattenerle: la situazione era tremenda. Inoltre, Ron e Mindy stavano ancora sorreggendo Amar.
Pensando ancora, mi tornano in mente Nancy e il suo ragazzo Daniel che si erano praticamente sacrificati per noi. Mi sbagliavo su entrambi: potevamo fidarci di loro e Nancy si era dimostrata ancora una volta un'amica affidabile.
«Vogliamo provare ad aiutarla. Se non ci lasci lavorare su di lei, morirà.» annuncia mia madre con tono monotono. Le lancio un'occhiata svelta per poi tornare a guardare il corpo disteso di Lauren: i suoi capelli biondi erano zuppi di sangue e la pelle era bianca.
Tina, con mani e maglietta sporchi del sangue della sua amica, alza lo sguardo su mia madre con le lacrime ancora agli occhi: «Morirà per colpa vostra.» sibila; «Morirà per colpa vostra! Morirà per colpa vostra...» si alza cercando di avvicinarsi a mia madre ma C la blocca in un abbraccio mentre Tina continua a ripetere quelle parole singhiozzando e piangendo. Sospiro piegandomi sulle ginocchia: era una situazione così drammatica.
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The Divergent Series: By Tess - Allegiant || SOSPESA ||
Hayran Kurgu*** NOTA: Quest'opera è uno dei miei primi tentativi di scrittura. Di conseguenza ho fatto un sacco di errori (grammaticali e nella storia in se), che spero mi perdonerete anche perché ero più piccolina. Ho deciso, però, di lasciarla perché è la pri...