Capitolo Quattro

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Sono le 7:00 e io già sono pronta di tutto punto.

Mamma e papà sono svegli insieme a me e aspettano l'arrivo di Matteo mentre sorseggiano una tazza di caffè.

Io sono abbastanza nervosa e non sono nemmeno riuscita a fare colazione.

Con la mente faccio un resoconto di quello che ho messo in valigia sperando di non aver dimenticato nulla di essenziale e mia madre ci aggiunge anche qualche medicinale per il mal di testa.

«Io continuo a non essere d'accordo» interviene mio padre con una calma straziante.

So che è dura per lui ma credo che con il tempo imparerà ad accettare Matteo e capisca che è l'unico ragazzo che rende felice sua figlia.

«Ne parliamo dopo, Roberto. Va bene?» Interviene mia mamma facendolo sbuffare infastidito.

Io resto in silenzio ma ovviamente non bastano le parole di mio padre per rovinarmi la giornata.
Sono troppo felice e non permetterò a nessuno di farmi innervosire.

Però sono agitata, ma solo per il fatto di volare.
Non ho mai volato in vita mia e devo dire che ho un tantino paura.

Inizio a camminare avanti e indietro scoprendo che questa ora fatica a passare.

Provo a chiamare Matteo ma il suo cellulare è spento. Mi chiedo solamente se sia sveglio e spero vivamente che non faccia tardi.

Ho ormai percorso un chilometro a furia di andare su e giù per la casa e mio padre non mi ha più rivolto una parola mentre mia madre mi lancia qualche sorrisetto di tanto in tanto per tranquillizzarmi ma so che in cuor suo anche lei non vuole che parta.

E quando lancio l'ennesimo sbuffo spazientito finalmente suonano alla porta.

Corro immediatamente ad aprire trovandoci Matteo sorridente e fresco di mattina.

«Sei arrivato! Iniziavo a pensare che non ti saresti svegliato» dico abbracciandolo forte.

«Cosa? Non vedo l'ora di partire... dai, dov'è la valigia che ti aiuto a caricarla in macchina» si fa strada dentro casa come se ne fosse il padrone e saluta i miei genitori con un semplice e altezzoso «Buongiorno»

Non ci bado poi molto perché è il suo modo di essere ma a mio padre infastidisce parecchio.
E infatti si avvicina a lui mentre Matteo recupera la mia valigia ingombrante.
«Ehy giovanotto» lo chiama mio padre battendogli una mano sulla spalla.

Finalmente Matteo lo degna di una sguardo «Non si preoccupi signor Mancini, avrò cura di sua figlia» sorride mentre mi lancia un occhiolino con troppa sfacciataggine e si avvicina a me mettendomi un braccio sulla spalla.

«Sì, lo spero per te che ne avrai cura» ribatte mio padre abbastanza acido e ci lascia andare via.

E mentre Matteo carica la mia valigia nel bagagliaio della macchina di un suo amico che aspetta alla guida, io corro dai miei e li saluto con un forte abbraccio.

«Stai attenta, tesoro» dice mia madre.

«Guardati da sola. Non mi fido proprio di quello lì» aggiunge mio madre mentre mi accarezza il viso.

Annuisco e sorrido per rassicurarli.
Raggiungo Matteo in auto e non appena chiudo lo sportello una strana sensazione mi scuote tutta.

Non so perché ma inizio a sentire che questa vacanza sarà un disastro. O forse saranno solo le paranoie delle ragazze e le raccomandazioni dei miei genitori a farmi pensare in negativo?

Matteo mi stampa un bacio sulla guancia e mi sorride euforico.

Cerco di rilassarmi e di concentrarmi su questo viaggio in aereo, e ricambio il suo bacio trasmettendogli tutta la mia felicità.

Uno strano incontro (Ebook e Cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora