Capitolo Due

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Mi avvicino al tavolo senza nemmeno rendermene conto che le mie gambe hanno cominciato a camminare.
Ho lo sguardo fisso su Matteo seduto su un divanetto mentre beve e ride con alcuni ragazzi, ma la cosa più disgustosa sono le gambe di una ragazza sulle sue spalle che è seduta proprio dietro di lui sullo schienale del divano.

Matteo con una mano regge il drink e l'altra la tiene appoggiata sulla coscia di quella lì.
Quella mano tatuata con tanto di quadri, picche, cuori e fiori sulle nocche, passa a rassegna la coscia liscia e abbronzata della biondina dietro di lui.

Ma fa sul serio???

Sono ormai un fuoco di rabbia.
Non sento nemmeno le parole delle mie amiche al mio fianco. Anche la musica è scomparsa dalle mie orecchie.
Sento solamente il battito accelerato del mio cuore e la risata di Matteo.
E intanto mi ritrovo difronte a lui. Tra di noi solo il tavolo strapieno di bicchieri e bottiglie che vorrei tanto lanciargli su quella faccia perfetta che si ritrova.

«Oh cazzo, Mia!» sbotta all'istante non appena mi vede. Si toglie con uno scatto le gambe della tipa da sopra le spalle e posa il bicchiere trovando un po' di spazio sul tavolino.
Si strofina il dorso della mano sotto il naso e viene contro di me cercando di oscurarmi la vista con la stazza delle sue spalle.
«Amore mio, che ci fai qui?» continua come se niente fosse successo o come se niente avesse fatto.

«Ah, sai: è il mio compleanno e sono venuta qui per festeggiarlo con le mie amiche» sbotto acida fulminandolo con lo sguardo appoggiando le mani sui fianchi.

Si passa una mano sulla faccia e poi tenta di abbracciarmi «Ma infatti stavo giusto andando via, amore mio. Stavo salutando i miei amici per venire da te a farti gli auguri»

Mi allontano di poco facendogli percepire la mia rabbia.
Ma adesso la storia degli auguri dimenticati passa in secondo piano perché mi preme il fatto di capire cosa cavolo stava facendo con le cosce di quella sulle spalle.

«Risparmia le stronzate! Che cazzo stavi facendo con quella?» alzo di molto la voce ma nessuno bada a noi dato che la musica ci sta sfondando i timpani.

«Io? Niente! Te lo giuro!» parla come se io avessi le traveggole e si mette addirittura la mano destra sul cuore a mo' di giuramento.

«Bene! Allora lo chiedo a lei» sbotto facendomi strada ma mi blocca immediatamente per i polsi facendomi voltare verso di lui.

«Facciamo una cosa, amore. Adesso usciamo fuori. Ci andiamo a fare un bel giretto e risponderò a tutte le domande che hai da farmi. Ci stai?» mi sorride piegando le sue labbra adorabili in un mezzo sorriso malizioso e mi accarezza la guancia con le nocche.

Ed ecco che svanisce tutta la rabbia... beh, in parte svanisce. Ma quando mi guarda in questo modo e mi sorride così, il cervello mi va completamente in pappa e l'unica cosa che desidero fare è quella di saltargli addosso stile scimmietta e sbaciucchiarmelo tutto.

Annuisco alla sua proposta ma, prima di riuscire a portarmi fuori dal locale, le mie amiche mi lanciano una brutta occhiataccia.

Okay, okay, hanno ragione!
So di farmi sempre abbindolare ma lo amo troppo, cosa posso farci?

Ma mi sentirà, eh!
In macchina gliele canterò di tutti i colori e poi me lo mangerò di baci.

Ma una volta fuori inizia a parlarmi di cose assurde che gli sono capitate questo pomeriggio e so che lo fa solo per perdere tempo e per non darmi spazio di chiedergli altro su quella tipa dalle cosce di fuori.
E non appena entriamo in macchina, certamente non mi trattengo.

«Allora? Mi vuoi dire sì o no cosa stavi facendo?» mi impunto con le braccia incrociate al petto e non lo degno nemmeno di uno sguardo.
Mi costa parecchio non guardarlo di proposito.

«Niente, te l'ho detto. Era strafatta e probabilmente non se ne è nemmeno accorta di aver appoggiato una gamba sulla mia spalla. Mi aveva addirittura chiamato Fabio» ride di gusto mentre avvia il motore e si immette sulla strada.

Ovviamente per me ogni cosa che mi racconta è vera e quindi gli credo all'istante. Ma non mi sento ancora del tutto convinta e quindi continuo a tenere il broncio.
«Okay, non stavi facendo nulla ma non posso perdonarti la dimenticanza del mio compleanno»

«Ma non mi sono dimenticato, amore mio» si ferma sul ciglio della strada e si volta verso di me con la boccuccia a forma di cuore e gli occhi dolci «Avevo già in mente di passare con te questa notte e darti il mio regalo» mi sorride poi mettendo in risalto i suoi denti perfetti e mi da un leggero pizzicotto sulla coscia.
Poi strabuzza gli occhi per un attimo e mi guarda dalla testa ai piedi «Ma che cazzo ti sei messa addosso?» sbotta adirato.

«Non ti piace?» mi atteggio mettendo in avanti il mio seno prosperoso che la trasparenza sul petto a stento riesce a contenere tutto.

«Ovvio che non mi piace! Ma ti sei vista? Hai messo le mie amanti in bella mostra e lo sai che sono geloso di loro»
Balza sul mio lato e mi fa scoppiare a ridere.

Credo che ami di più le mie tette che me. Ammetto di esserne gelosa a volte.

Le sue mani iniziano a farmi il solletico sui fianchi e ribalta il sedile permettendoci di metterci sdraiati.

«Non getterò anche questo vestito. Me l'hanno regalato le mie amiche e ammettilo che è stupendo» dico tra una risata e l'altra mentre continua a solleticarmi.

«Non mi interessa. Per strada non lo metterai più e giuro che lo farò in mille pezzi se ti azzarderai a disobbedirmi» mi avverte e inizia a baciarmi il collo.

In un attimo tutta la mia rabbia è svanita.
Matteo sa farmi ridere un sacco e ha la capacità di farmi piangere e gioire nell'arco di un istante.

Ovviamente domani con le ragazze mi inventerò una discussione dura e lunga con tanto di insulti e rimproveri. Già so che se racconterò la verità mi smerderanno ancora una volta per una giornata intera.

Mi lascio coccolare dalle dolci labbra di Matteo sulla mia pelle e non appena sento che sta per alzarmi la gonna del vestito lo blocco all'istante «Eh no, mio caro Matteo. Non crederai che stasera te la guadagnerai così facilmente» lo avverto facendo la schizzinosa.

«Già» si sdraia al mio fianco «Devo darti prima il mio regalo» sorride furbamente ed estrae dalla stretta tasca dei jeans il suo cellulare.

Digita in fretta il codice di sblocco e apre l'applicazione di un sito di una compagnia aerea.

«Cosa fai?» chiedo curiosa.

«Lo vuoi o no questo regalo?» mi guarda con la coda degli occhi e io annuisco «Allora stai zitta e lasciami fare» sorride ampiamente e intanto lo scruto nei più piccoli dettagli.

Ormai conosco a memoria il suo viso perfetto.
Il velo di barba e i capelli scuri. Quell'aria da mascalzone che gli si legge negli occhi e nei modi che ha.
Quel piccolo sfregio sul sopracciglio destro dovuto ad una caduta da piccolo.
Il fisico asciutto ed atletico. I vestiti alla moda. I tatuaggi colorati sulle braccia, sul collo e sulle mani... insomma, il mio fidanzato è un gran Figo!

«Ecco fatto!» esclama e sbircio sul suo cellulare vedendo che ha appena prenotato un volo per dopodomani.

«Partiamo?» mi alzo guardandolo sbalordita.

«Sì. Dopodomani. Due settimane a Formentera soli soletti» mi tira sul suo petto e aspetta che gli dia un bacio.

Lancio un gridolino gioioso e non perdo tempo a riempirlo di baci.
«Dici sul serio? Due intere settimane da soli? Oddio non vedo l'ora!» urlo di gioia e lo stringo forte.

«È estate, piccola mia. E voglio passarla da solo con te» dice quasi soffocando per colpa del mio forte abbraccio.

E dopo questo magnifico regalo non posso fare altro che concedermi a lui per quasi tutta la notte.
Una notte stupenda e perfetta.
Proprio come esige un compleanno.

Sono più che felice e cerco di non pensare a quello che diranno i miei e le mie amiche non appena verranno a saperlo.

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