Capitolo Tre

2.7K 153 49
                                    

Quando faccio ritorno a casa è quasi l'alba.

I miei sono a letto e io sgattaiolo in punta di piedi fino alla mia stanza.

Mi infilo il pigiama riponendo il mio bel vestito nell'armadio con l'intenzione di rimetterlo assolutamente e non di buttarlo come mi aveva avvertita il mio bel fidanzato, e mi assopisco piano pensando a questa meravigliosa vacanza che mi attende.

Sono troppo eccitata all'idea di passare da sola due intere settimane con lui.

In questi tre anni non siamo mai stati in vacanza, se non par qualche fine settimana.

E adesso non vedo l'ora di partire e stargli appiccicata per tutti e quattordici giorni.

Sono in fibrillazione e non appena mi sveglio corro giù in cucina da mia madre per avvisarla della notizia.

«Buongiorno, tesoro mio. Sei di buon umore oggi» si lascia baciare sulla guancia e stampo un bacio anche a mio padre seduto a capotavola che legge un giornale.

Prendo posto anche io a tavola e inizio a sgranocchiare una fetta biscottata.
«Sì, sono di buon umore. Ieri Matteo mi ha fatto un regalo magnifico» sogghigno emozionata ed euforica.

«Sarebbe?» borbotta mio padre senza alzare lo sguardo dal giornale.
Devo ammettere che Matteo non gli va tanto a genio. Per lui è un ragazzetto scostumato è viziato e da tre anni a questa parte continua a ripetermi che mi merito un ragazzo migliore.

«Mi porta a Formentera per due settimane» trillo ridendo.
Non sto più nei panni.

Mia madre lascia perdere immediatamente le mansioni domestiche e si avvicina al tavolo.

Mio padre finalmente alza gli occhi dal giornale e mi guarda con un folto sopracciglio scuro alzato.

Li guardo sorridendo e aspetto che dicano qualcosa.

Mia madre si sistema i lunghi capelli biondi scuro, proprio come i miei, in una crocchia e mi guarda con un'aria strana «Due settimane? Sei sicura di voler andarci?»

«Ovvio»

«Tesoro, non credi che dovresti pensarci un pochino. Beh, ovviamente non voglio vietartelo ma con Matteo ci litighi in continuazione e non mi va di saperti a piangere in un posto così lontano» mi parla con un tono dolce e premuroso.

«Hai ragione, mamma. Ma desidero tanto andare a fare un viaggio. Non ho mai preso un aereo e non sono mai stata fuori dall'Italia. Stai tranquilla, okay? Cercheremo di non litigare e ti chiamerò tre volte al giorno» metto le mani a mo' di preghiera promettendogli che lo farò sul serio.

Sospira debolmente mentre mio padre resta ancora a fissarmi «Mi dici cos'ha di bello quel ragazzaccio? È uno scostumato senza regole. Pieno di tatuaggi e che fuma peggio di un turco... tu non hai niente a che vedere con lui, figlia mia. Se hai voglia di fare un viaggio puoi sempre andare a Londra con tuo fratello non appena terminerà qui le sue vacanze»

«Papà, ti prego. Perché facciamo sempre gli stessi discorsi? Matteo non è scostumato e poi non puoi giudicare una persona solamente perché fuma troppo o perché ha i tatuaggi... io lo amo. E con me si comporta bene» come sempre mi ritrovo a prendere le difese del mio fidanzato e papà sospira esausta.
Ormai ha capito che non c'è niente da fare.
Io amo Matteo e me lo tengo!

Decisa e concordata la partenza, dopo pranzo inizio a preparare i bagagli.
Due settimane sono troppe e quindi devo portare assolutamente tantissime cose adatte a qualsiasi occasione che avverrà. Vestiti e accessori per ogni evenienza, tanti costumi, scarpe di ogni genere, qualche felpa o cardigan semmai la sera farà più freschetto. Insomma, un solo bagaglio a mano non mi basta.

Uno strano incontro (Ebook e Cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora