Capitolo 9

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-Domani sera ho un incontro con un collega.- dice all'improvviso mia madre mentre mangio l'insalata di frutta. -A che ora torni?- chiedo mentre infilo in bocca un pezzo di fragola. -Non so, verso le 10:00... penso.- scrolla le spalle sistemando dei fascicoli nella sua valigetta di pelle. Non so, ma ho sempre odiato il suo lavoro.
Commercialista.
Vedo mia madre sempre distratta, sempre immersa nei suoi documenti e con quel dannato portatile di fronte, perfino anche nel letto. Avvolte mi domando come abbia deciso di fare questo mestiere e magari, non so, fare qualcos'altro, magari meno stressante, meno pesante.
Davvero, e dico sul serio, vorrei qualcuno che si prenda cura di lei, e intendo dire un uomo, un compagno, che la faccia di nuovo vivere, di nuovo sorridere come non lo fa più da anni. -Ti do un passaggio? Passo comunque per davanti il liceo.- mi dice poi. Gioco con il cucchiaio con quel pezzo di mela rimasto nel piccolo recipiente di ceramica. -Mi ha chiamato Iris, mi ci porta lei.- le rispondo sospirando, quasi ipnotizzata da quel residuo di frutta. Sento il suo sguardo posato su di me, ma non oso alzare gli occhi, non ho la minima voglia, sarebbe come una grandissima sfida, che perderò. -Harley.- mi chiama, ma non alzo lo sguardo. Sento gli occhi pizzicare, mi sento calda. Inizio a pensare che consumerò probabilmente lo smalto della ciotola se continueròa girare insistemente il cucchiaio sopra, raccogliendo i granellini di zucchero rimasti. -Harley, guardami.- mi ordina con tono duro, stringo i denti cercando di sovvrastare il dolore che sento nel petto. -Harley!- urla e sussulto. Alzo lo sguardo di scatto e la fisso.
Fisso quel suo trucco immacolato.
Quella sua conciatura perfetta.
Quel suo vestito color panna che odio.
-CHE C'È?!!- le urlo in faccia buttando il cucchiaio con forza dentro la ciotola, tanto che rimbalza e cade a terra facendo un rumore che mi innervosisce ancora di più. -COSA VUOI!!- urlo ancora e inizio a sentire come un graffio dentro alla gola. Le lacrime si liberano e iniziano a scorrere sulle guance con intensa quantità. Lei mi fissa sconvolta.
Si.
Senza dire nulla.
Tanto che mi mando al diavolo da sola.
Velocemente, con un scatto afferro lo zaino da terra e lo butto su una spalla indirizzandomi a grandi passi verso l'entrata. Apro la porta e poi alle mie spalle, la tiro con rabbia facendola chiudere in un colpo secco e rumoroso.
Ma al diavolo!
Al diavolo tutto!
-Harley?- sento dietro alle mie spalle. Sbarro gli occhi.
Mi si ferma il cuore nel petto.
Non può essere veramente vero.
Mi giro e la prima cosa che vedo sono i suoi capelli biondi.
I suoi dannatissimi capelli biondi, che mi hanno fatto perdere la testa.
-Cos..- rimango a metà frase quando si avvicina di scatto e poggia pericolosamente le sue labbra sulle mie, mantannendo con le mani la mia testa diritta. Rimango con gli occhi aperti, fuori dalle orbite e mi domando in questi secondi cosa diavolo stia succedendo.
Un colpo di tosse, proveniente da qualcuno mi fa finalmente respirare, anche perché fino ad adesso ho mantenuto il respiro. Mi giro ancora con la faccia sconvolta verso Iris, che mi guarda confusa ma allo stesso tempo curiosa. -Volevo.. volevo dirti che ti aspetto, Shawn ci da un passaggio quindi.. - e conclude con un altro colpo di tosse. -Tu sei..?- sento quella voce profonda, dietro di me. -Iris, sua cugina.- mi indica la mora e inizia a sorridere come una scema. -Non mi presenti, amore?- sgranno gli occhi ancora più del dovuto.
Come cazzo mi ha chiamata?!
Mi giro verso di lui e un duro schiaffo si rilascia sul suo avambraccio. -Non osare mai più ad avvicinarti a me.- lo minaccio a denti stretti guardandolo negli occhi. Kevin rimane immobile senza dire niente. -Andiamo.- dico a mia cugina afferrandola per un braccio e tirandola dietro di me come un pupazzetto. -Non puoi fuggirmi, Harley!- sento la voce di quel idiota. Sollevo il braccio e alzo il mio bellissimo dito medio, facendoglielo vedere di spalle. Lo sento ridere.
-È lui quello?- mi chiede Iris, con il sorriso fino alle orecchie. Non rispondo ma continuo a camminare verso la macchina di Shawn.
Dio.
Shawn.
Non ho decisivamente nessuna voglia di vederlo, ieri mi ha fatto andare in bestia quel suo modo di parlarmi.
Ma chi si crede?
Mio fratello maggiore?
È solo uno stupido idiota che si crede chissà chi.
Noi non siamo parenti.
E non siamo amici e, non lo saremmo mai.
-Allora?- insiste Iris, continuando. Ci fermiamo non appena arriviamo proprio di lato alla macchina parcheggiata davanti a casa sua. -È Kevin?- alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta. -Si!- urlo tanto che lei mi guarda male. -È il ragazzo che ho rubato alla mia migliore amica, sei contenta ora?!- Iris schiocca la lingua mandando gli occhi all'indietro e probabilmente mi crederà stupida. Entriamo entrambe dentro la macchina dove noto che il moro è intento a scorrere le notizie su Facebook. -Però è uno schianto, Cristo!- fischia come una scema, io scuoto la testa. -Chi è uno schianto?- alza la testa Shawn, domandando all'improvviso. Lascia il telefono abbandonandolo nella tasca dei jeans e mette in moto l'auto. -Il ragazzo di Harley.- risponde, naturalmente, lei gonfiando il petto dall'orgoglio. Sospiro. Questa ragazza è completamente fusa. Le ho detto che quello è il ragazzo che mi ha distrutto un'amicizia di più di sedici anni e lei sprizza pori da tutte le parti ridacchiando e contemplando la sua bellezza. -Harley ha un ragazzo?- ma che cazz..??
Spunta quella sua fastidiosa voce, ma più che altro, mi ride addosso non curando affatto che io mi ritrova proprio dietro di lui.
Quindi è deficiente.
Lo abbiamo capito.
-Se ha un ragazzo? Cristo, sembra uno di quei modelli europei!- sghignazza ancora Iris, e non so, ma mi sento felice che lo faccia.
-Beh, beata a lei.- agrotto la fronte, quando aggiusta lo specchietto retrovisore e mi guarda, mandandomi una veloce occhiata.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo mentalmente.
Per non riempirmi di quell'instinto omicidia, inizio a guardare fuori dal finestrino e inizio a riempirmi la testa di domande.
Quindi, Kevin è tornato.
Questo è un bene o un male?

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