2° Capitolo

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Chiudo la porta dietro di me, sbattendola in un colpo secco e butto lo zaino per terra. Affondo le mani nei capelli, scompigliandoli probabilmente tutti ma non mi interessa, minimamente.
Cosa faccio?
Le lacrime iniziano velocemente a scorrere sulle mie guance e le sento ardere contro la mia pelle. Il cuore batte esageratamente nel petto, forse cercando di uscire dalla mia gabbia toracica e fuggire da tutto questo.
Tutto questo che risulta troppo.
Mi viene da tirarmi pugni in faccia da sola. Mi sento disgustata di me stessa.
Sono una persona miserabile nel vero senso della parola, sono una stronza, una vera, grandissima stronza egoista.
Cosa diavolo mi aspettavo? Che la sarei passata liscia, e cosa diavolo ho pensato di guadagnare da tutto questo?!
Ho perso Kevin, che mi ha lasciata e se ne andato a quel Paese e, perderò fra poco anche Richael, è solo una questione di tempo e poi rimarrò completamente sola, ma forse, alla fin dei conti me lo merito.
Sono una persona orribile.
Striscio lentamente verso il letto e mi sdraio lateralmente poggiando la testa sul cuscino di piume, stringendo nei pugni gli angoli.
Vaffanculo a me!
Alla mia stupidità!
A questo mondo schifoso!
Fanculo!

Apro gli occhi di scatto. Sbatto le palpebre velocemente mettendo a fuoco quello che ho intorno. Scrivania, sedia, armadio.
Sono nella mia camera da letto.
Ah.
Ora ricordo.
Ancora quel rumore... Ma chi diavolo è a quest'ora?! Il campanello di casa non smette di suonare e questo mi fa salire i nervi a mille.
Mi alzo dal letto passandomi una mano tra i capelli, tutti, naturalmente scompigliati. Sbuffo mandando al quel Paese direttamente chiunque sia alla porta che suona con tanta insistenza. Do un'occhiata all'orologio sul comodino.
05:13 PM.
Perfetto. A quest'ora devono rompere le scatole. Mi guarda velocemente allo specchio notando che non mi sono cambiata e che, ora abbassando lo sguardo ho ancora le converse nei piedi. Scendo velocemente la scalinata ritrovandomi nel salotto dove quel suono si fa sempre più forte.
Alzo gli occhi al cielo.
Mamma deduco non ci sia, dunque è al lavoro se no avrebbe aperto lei da un paio di minuti.
Poggio la mano sulla maniglia abbassandola e tirandola verso di me, sbarro gli occhi e il mio cuore si ferma per un secondo quando trovo di fronte a me l'ultima persona che mi sarei aspettata ora.
Sta sulla soglia della porta, con gli occhi gonfi e rossi, il trucco sbavato e con sopra una sola maglia, che penso sia presa al volo sapendo la sua ossessione per l'abbinare dei vestiti. La fisso in silenzio e il sangue mi si ghiaccia nelle vene quando alza il telefono, che per tutto questo tempo teneva abbassato, e mostra la foto che mi fa andare il cervello in tilt. -Dimmi che non è vero, che non sei tu in questa foto e che non potresti mai farmi una cosa del genere.- parla velocemente, opaca, senza mostrare nessuna espressione. Fisso il display in assoluto silenzio che mostra una foto di Kevin ed io mentre ci baciamo sulla panchina nel parco. Mi ricordo perfettamente quel giorno. Così tanto bene che ora pensandoci mi fa solo sentire di merda. Ecco.
Una vera merda mi sento in questo momento davanti alla figura della mia miglior amica distrutta fisicamente e psicologicamente.
Ed io sono l'unica causa.
Tradimento.
Questo urlano i suoi occhi cupi, stanchi, spenti da quella luce che hanno sempre.
-DIMMI CHE NON È VERO!!- urla all'improvviso ed io sussulto facendo un passo indietro. Non rispondo.
Non ho niente da rispondere, perché è vero e questa foto è la testimonianza del mio egoismo puro. -Dimmelo...- continua poi abbassando il tono. -Ti prego, dimmi che tutto questo è solo una stupida immagine fatta con il photoshop... - mi guarda sofferente ed io sono una stronza ancora più grande se non affronto la realtà, devo essere capace di affrontare la situazione, non mi devo comportare da codarda. Tiro un grande respiro per cercare ad rallentare il mio battito cardiaco nel petto e apro la bocca. -Sono io.- dico tutt'ad a un fiato. All'improvviso qualcosa nel suo sguardo è cambiato, ho visto qualcosa spezzarsi, distruggersi. Forse la fiducia in me. Si, quella. Sgranna gli occhi e io in questo momento mi sento la persona più schifosa sulla faccia della Terra. -Com.. Perché... ?- mi guarda ed io non so veramente dare la giusta risposta. In un secondo mi ritrovo sbattuta contro la porta, tanto che finisco per terra sbattendo la testa contro il parquet. Sbarro le palpebre e cerco di respirare, rendendomi conto a malapena di quello che è appena successo. Mi guardo in giro e mi alzo lentamente dal pavimento rimettendomi in piedi e riaquisendo l'equilibrio di me stessa. Fuori c'è Racheal, rossa in viso dalla rabbia e con gli occhi neri.
-COME HAI POTUTO FARMI QUESTO?!!- urla e inizio veramente a spaventarmi. -COME?!!!!- cerca di lanciarsi su di me ma io schivo il colpo girandomi su uno dei gradini dell'entrata, ma scivolo e cado sull'erba con le spalle, tanto che mi faccio molto male. -IO TI HO CONSIDERATA COME UNA SORELLA E TU MI HAI TRADITA!!- continua ed io vorrei poter tapparmi le orecchie e sparire in questo momento. -SEI SOLO UNA DELLE TANTE DI QUELLE TROIE!- qualcosa dentro di me si spezza. No. Non può essere assolutamente vero. -MI HAI TRADITA PER UN FOTTUTO RAGAZZO, IL MIO RAGAZZO!!- singhiozzo cercando di alzarmi velocemente dall'erba visto che sta venendo nella mia direzione. -IL TUO "RAGAZZO" SI È PORTATO A LETTO NON SOLO ME MA ANCHE MOLTE ALTRE!!- le sputo in faccia con la stessa moneda, disgustata. Forse perché non voglio essere calpestata sotto i suoi piedi oppure cerco di non parere ridicola. Lei sgranna gli occhi e si avventa su di me afferrandomi per i capelli e buttandomi a terra. -SEI SOLAMENTE RIDICOLA!- commenta amaramente mentre mi guarda dall'alto. -Non tanto ci differenziano visto che tu mi aggredisci davanti a casa e nella mia proprietà.- le ricordo cercando per l'ennesima volta di alzarmi. E in quel momento scoppia.
-NON ME NE FREGA UN CAZZO DELLA TUA FOTTUTA CASA E PROPRIETÀ, CAPITO?! PUOI ANDARE TRANQUILLAMENTE AL DIAVOLO TU È QUEL BASTARDO, SIETE DUE BASTARDI ENTRAMBI, MI FATE SCHIFO, SOPPRATTUTTO TU, CHE NON SAPEVO FOSSI UNA PUTTANA!!- mi alzo di scatto in quel secondo tirandole un pugno direttamente al zigomo tanto che la riesco a muovere di due passi in dietro e cade a terra. -VAI AL DIAVOLO! CAPITO? AL DIAVOLO!- le urlo, lei si alza all'improvviso e mi tira un forte pugno direttamente allo allo stomaco che mi toglie il fiato e mi fa cadere giù. Sbarro gli occhi quando non riesco più a sentire l'anima dentro di me visto i tre calci che mi arrivano consecutivamente nello stomaco e più due pugni sulla faccia che vanno a colpire in particolare il labbro inferiore tanto che riesco a sentire il gusto salato del sangue nella bocca. Chiudo gli occhi. Mi gira la testa. Sento tutto come un fastidioso ronzio e quando gli riapro noto che Richael si sta preparando per rivolgermi ancora un calcio ma viene improvvisamente bloccata da un tizio, che l'afferra serramente e la allontana dal me tanto che spariscono entrambi. Inizio a tossire e noto che dalla mia bocca escono delle piccole gocce di sangue che vanno a depositarsi sull'erba.
Che situazione di merda.
-Hei... Mi senti?- sento all'improvviso la voce di un ragazzo, che mi gira con la faccia rivolta verso il cielo, dal quale inizia a scendere velocemente delle gocce d'aqua.
Ecco.
Il cielo sta piangendo al posto mio.

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