Prologo

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Simon, un anno dopo

Ho un occhio semiaperto, e mi brucia alla sola vista della luce.
Vedo i suoi capelli rossi svolazzare per l'aria condizionata, e solo ora capisco che cosa sta succedendo e dove mi trovo. Ha le mani sulla bocca e piange, disperata, appoggiandosi alla spalla di Peter.
«Voglio che tutto, tutto questo finisca», dice, ma la sua voce mi è appena percettibile.
Forse dovrei cominciare daccapo.
Tutto ha inizio quando vivevo a Sant Louis, una cittadina del Missouri.
Mio padre era un medico, lavorava al Northwestern Memorial hospitals a Chicago, ed era importante da sottolineare, perché si incontrano un sacco di persone interessanti con quel lavoro; nonché Tess Laurel e la sua famiglia.
Incominciammo a frequentarci, e ben presto furono una delle poche persone che invitavamo volentieri a casa. Ma non solo i nostri genitori erano molto amici, ma parlerò di questo al momento giusto.
Abitando nella stessa via, io e Tess passavamo parecchio tempo libero insieme, oltre a quello scolastico. Lei era la migliore amica che un ragazzo -un bambino- potesse mai desiderare, ed io lo ero per lei.
Passare le giornate a guardare il cielo e a dare un nome alle nuvole era uno dei tanti passatempi preferiti, e credetemi quando vi dico che se avessi avuto più tempo per stare con lei, non me lo sarei fatto ripetere due volte.
Noi due eravamo una di quelle coppie di amici che se ne fregava dei pettegolezzi che giravano per la scuola, perché fermamente convinti che potessero esistere migliori amici di sesso opposto.
Ma, sulla soglia degli undici anni, Tess dovette trasferirsi, per ragioni a me spiegate più tardi.
I genitori avevano divorziato, e nonostante sua madre non avesse abbastanza denaro per permettersi un appartamento a Chicago, decisero comunque di trasferirsi. Dapprima alloggiarono a casa dei nonni di Tess, e poi quando si stabilizzarono economicamente, comprarono una appartamento in un palazzo con vista sul parco e sul lago; o almeno, è quello che mi ha raccontato lei.
Fu tremendo non poter più giocare con la mia migliore amica, non poterla più far ridere con le mie barzellette.
Poi, sei anni della mia vita mi scorsero davanti agli occhi: le medie, le prime cotte, il liceo, le feste, le ubriacature. Ma più di tutte queste cose messe insieme, la consapevolezza di non averle fatte con la persona che più volevo accanto in quei momenti era insopportabile; eh sì, proprio lei.
Poi decidemmo, io e la mia famiglia. Mio padre era stanco di farsi cinque e passa ore in auto per arrivare fino a Chicago, così due anni fa ci trasferimmo.
Passai molto tempo a cercarla, per i palazzi dove mi avevano detto abitava, ma non la trovai mai.
Fino a quel giorno, quando il mio amico Peter, tiro mal curante la palla addosso a una ragazza seduta sulla panchina del parco.
Lui se la svignò, e in futuro fui felice di non aver scelto la stessa opzione. La ragazza che mi ritrovai davanti era proprio Tess Laurel.
Lo capii immediatamente dai suoi occhi color acqua marina, inconfondibili; poi dalla chioma rossa ribelle, e ringraziai in silenzio Dio per avermi regalato quell'incontro, da cui poi nasce la nostra storia.
Ora so solo che la amo, e che non vorrò mai più perderla di vista.

Ho ancora stampata in testa la sua immagine, quando i bordi del mio campo visivo diventano scuri e sfocati, i singhiozzi aumentano di intensità.
Sono felice che il ultimo pensiero sia proprio la ragazza che amo, prima che il buio mi inghiotta.


Spazio autrice
Salve, popolo di wattpad.
Io sono Giulia, e se siete arrivati a leggere fino a qui, vuol dire che la storia vi piace almeno un pochettino.
Mi fareste davvero felice se lasciaste un commento per farmi sapere che cosa ne pensate, e poi mettere una stellina non costa nulla.
Baci,
-Giulia

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