Rain.

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Min-Ji's p.o.v.

«Ti ringrazio» dissi piantando i piedi a terra e fermando la corsa di Jackson che mi stava trascinando chi sa dove.
«Grazie mille per avermi aiutato con Yugyeom, ma penso che cosí possa bastare»
Quando dissi queste parole lui mi guardò scettico e poi sospirò.
«Il mio nome é Jackson, il tuo qual'è?» chiese tendendomi la mano che strinsi volentieri.
«Mi chiamo Min-Ji» dissi accennando un sorriso che lui ricambiò facendomi perdere un battito.
Era davvero un bel ragazzo.
«Perché ti stava dando fastidio?» chiese risvegliandomi dai miei pensieri e riportandomi alla realtà.
"Smettila di fantasticare sul suo sorriso e formula una frase di senso compiuto".
Ogni tanto pensavo alla mia coscienza come una migliore amica che cerca di farti rigare dritto senza successo.
Balbettai qualcosa e poi presi un bel respiro per dire una frase sensata.
«Lui non mi ha fatto niente, o meglio, non lo ha fatto volontariamente» dissi con un sorriso tirato.
Mi faceva male lo stomaco a continuare a pensare a Yugyeom con un'altra.
«Vuoi parlarne?»
Inclinai leggermente la testa di lato con un'espressione confusa.
«Perché dovrebbe interessarti di me e dei miei problemi personali?» chiesi tirando fuori dalle tasche della gonna una gomma da masticare.
«Forse perché vorrei sapere il motivo per il quale ho dovuto salvare una fanciulla che stava per essere violentata da un suo amico»
Gli porsi una gomma con una smorfia.
«Non mi stava per violentare» lo corressi mettendo via il pacchetto di cicche.
«Sei tu quella che aveva paura di essere toccata da lui, mica io»
Mi rivolse un sorrisino di scherno e io sbuffai alzando gli occhi al cielo.
«Non amo essere toccata, tutto qui» spiegai tralasciando il fatto che amavo il calore delle mani di Yugyeom.
«La mia mano non l'hai evitata quando ti ho preso il braccio»
Lo guardai perplessa.
Era vero, a me non piaceva particolarmente il contatto fisico, soprattutto con i ragazzi.
L'unico che non mi dava fastidio era Yugyeom.
Come mai il tocco di Jackson non mi aveva provocato nessuna reazione?
«Sarà stato un caso» dissi facendo spallucce.
Lui soffiò una risata e io inarcai un sopracciglio infastidita da quella reazione.
«Almeno lascia che ti offra qualcosa»
Lo guardai scettica ma mi arresi all'irresistibile idea di poter bere un ice americano gratis.
«Voglio un ice americano» boffonchiai distogliendo lo sguardo.
Lo sentii ridere.
Una risata cristallina che mi fece battere il cuore.
Quando mi accorsi del battito accelerato distolsi lo sguardo imbarazzata da quella reazione esagerata.
Lui non si accorse di nulla per mia fortuna.
«Dai andiamo in caffetteria» disse Jackson per poi prendermi per mano di nuovo e trascinarmi con sé.

Jackson's p.o.v.

Cavolo.
Era carina.
Molto carina.
Soprattutto quando cercava di nascondere il rossore sulle sue guance.
Adorabile.
Aveva dei capelli neri che le mettevano in risalto la pelle candida e chiara.
Gli occhi neri e grandi mi facevano pensare a un genitore straniero, anche i suoi tratti ricordavano un po' le persone occidentali.
Era magra, bassa e minuta.
Era come una bambola di porcellana.
Sembrava cosí fragile che mi veniva voglia di proteggerla.
Chissà cosa le era successo con quel Yugyeom.
Uscimmo dalla scuola e notammo, con riluttanza, che stava piovigginando.
Ci mettemmo a correre per evitare di inzupparci.
La portai alla caffetteria vicino alla scuola e lei, appena entrammo nel locale, si liberò dalla mia presa.
La guardai confuso da quel gesto brusco e lei mi fece segno di sederci in un tavolo all'angolo della stanza.
Ci sedemmo e lei sospirò appoggiando la testa sulla superficie del tavolo.
«Che ti prende?» chiesi inclinando un po' la testa cercando di trovare il suo sguardo nascosto tra le braccia.
«Non sono vista di buon occhio a scuola, e qui ci vengono solo studenti» disse lei per poi sospirare.
«Perché?» chiesi curioso.
«Yugyeom er- é il mio migliore amico, ed é molto popolare tra le ragazze. Molte odiano il fatto che io gli ronzi intorno tutti i giorni, dicono che la mia presenza é fastidiosa» spiegò alzando finalmente la testa e guardandomi con un broncio adorabile stampato in viso.
«Com'é che se siete migliori amici sei tu quella che gli ronza attorno? Non potrebbe essere il contrario?»
Lei mi guardò divertita.
«Yah! Ma mi hai vista bene? Sono troppo brutta per essere considerata all'altezza di Yugyeom, per questo le capisco»
Corrugai la fronte.
«Non sei brutta»
Lei ridacchiò.
«Grazie, ma la propria opinione é piú importante di quella degli altri»
Mi venne da ridere ma poi riflettei sul significato.
«Hai problemi con l'autostima?» chiesi sorpreso.
Lei mi guardò per un tempo che mi parve indefinito.
«Non lo so, sono sempre stata insieme a Yugyeom e lui é perfetto in tutto: é il capitano della squadra di calcio, ha vinto quattro gare matematiche arrivando al primo posto, ha ottimi voti ed é popolare...» disse contando sulle dita.
«Sembra il ragazzo perfetto»
Lei annuí pensierosa.
«Perché stavi per dire che eravate migliori amici?»
Lei sembrò impanicata da quella domanda.
«Cosa? Io? Io non ho mai detto niente del genere» disse per poi abbassare il viso e torturarsi le mani.
La trovai adorabile.
«Volete prendere qualcosa?» chiese un ragazzo con un grembiule e un taccuino.
Io annuii e mi rivolsi al ragazzo dicendogli le nostre ordinazioni.
«Un Ice Americano e un Caramello Macchiato» dissi per poi sorridere cordiale al ragazzo che chinò leggermente il capo e se ne andò.
«Non dire a nessuno che faccio fatica a considerare Yugyeom come il mio migliore amico» disse Minji non appena il cameriere si fu allontanato.
«Perché fai fatica?» chiesi sempre piú curioso.
«Non c'é un motivo in particolare» cercò di evitare la domanda ma non volevo arrendermi.
«C'é sempre un motivo. Anche se sembra non esserci»
Lei mi sorrise malinconica.
«Non so esattamente quando é iniziato»
Arrivarono le ordinazioni e lei iniziò a far scorrere l'indice sul bordo del bicchiere del suo Ice Americano.
«É successo e basta».
Sembrava facesse fatica a parlare.
«Cosa é successo?» chiesi insistente come non mai.
Lei mi guardò alzando un sopracciglio.
«Sei troppo curioso ragazzo mio» disse facendomi sorridere.
«Se mi rispondi prometto che non farò più domande» dissi tendendole il mignolo.
Lei sigillò la promessa intrecciando il suo mignolo con il mio è poi riprese a giocare con il suo bicchiere di caffé freddo.
Stava cercando le parole giuste.
«Non lo vedevo piú come il mio migliore amico» disse sperando che una risposta cosí mi bastasse.
Ma io volevo arrivare fino in fondo.
«Non mi hai risposto per niente, io voglio sapere che cosa é successo per far sì che tu non lo vedessi piú come il tuo migliore amico»
Lei sospirò e si passò una mano tra i capelli umidi dalle goccioline di pioggia che avevamo preso nel correre verso la caffetteria.
Minji girò lo sguardo verso la vetrina accanto al nostro tavolo e la vidi osservare attentamente il cielo grigio e il via vai di gente coperta dagli ombrelli.
La vetrina era cosparsa di goccioline di pioggia che rendevano il tutto piú malinconico.
«Ho iniziato ad amarlo»
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Scusatemi per eventuali errori grammaticali.
Byebye💕
_FlightLog_xx

Shelter || Soon Will Be Summer ||Jackson WangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora