Min-Ji's p.o.v.
In qualche modo mi ritrovai a piangere sul divano di casa mia accucciata tra le braccia di Jackson che, per qualche strana ragione, stava sopportando me e il mio pianto isterico.
«Scusa...» dissi alzando il viso dalla sua camicia per guardarlo negli occhi.
«E di cosa?»
«Ti ho fatto perdere il primo giorno di scuola, stai ascoltando delle storie che di sicuro ti staranno annoiando e stai abbracciando una ragazza in lacrime che, tra l'altro, hai conosciuto solo oggi» dissi asciugandomi una lacrima fastidiosa dalla guancia.
Lui mi tirò una schicchera in fronte e spinse di nuovo il mio viso contro il suo petto sbuffando.
«Sei brutta quando piangi quindi finisci in fretta e sistemati» disse facendomi sorridere.
«Si signore» sussurrai chiudendo gli occhi e lasciandomi coccolare ancora un po' da lui.
«Sai, ho sempre desiderato qualcuno che si prendesse cura di me quando stavo male»
Sentii il suo petto vibrare accompagnato dalla sua risata contagiosa.
«E i tuoi genitori che hanno fatto in tutto questo tempo?» chiese lui giocherellando con le punte dei miei capelli.
Il tocco leggero di Jackson e le sue dita che sfioravano il mio collo mi davano una sensazione completamente diversa da quella che mi dava Yugyeom.
«Siamo solo io e mio padre a dir la verità»
Jackson sembrò trattenere il respiro per un attimo.
Probabilmente lo avevo sorpreso.
«E tua madre?» chiese riprendendo a giocherellare con i miei capelli.
«Dopo avermi partorito ha bellamente deciso di tradire mio padre, rubargli dei soldi e scappare con un motociclista di passaggio in paese» dissi trattenendo una risata amara.
Jackson si congelò in ogni suo movimento e poi mi allontanò dal suo petto per guardarmi negli occhi.
«Davvero?!» chiese con una faccia esilarante.
Io annuii cercando di trattenere le risate per la faccia ridicola che aveva fatto.
«Comunque, mio padre é sempre stato pronto a supportarmi e fa sempre il tifo per me, anche se lavora spesso fuori città quindi mi lascia da sola per molti giorni. É sempre presente nella mia vita e non é mai mancato ad un evento importante per me, l'unica pecca é la sua sfortuna in amore, quindi tende a non voler interferire con la mia vita sentimentale. Ciò significa che non si é mai intromesso nel mio amore non corrisposto per Yugyeom»
In seguito alla mia spiegazione aleggiò un'aria di "Non so cosa dire" tra me e Jackson, e la situazione si stava facendo alquanto imbarazzante.
Jackson lasciò casa mia senza dire una parola e il giorno dopo sembrò tutto normale, se non fosse per i continui litigi tra Jackson e Yugyeom🌌
Passarono giorni da quell'episodio di sfogo contro Yugyeom, e quell'idiota ancora non era riuscito a capire un bel niente.
Intanto Jackson si stava piano piano insinuando in quell'enorme buco che Yugyeom aveva lasciato nel mio cuore.
Non riuscivo a stare al passo con quel ragazzo, il giorno prima parlava tutto imbarazzato per l'argomento delicato della mia famiglia e il giorno dopo mi abbracciava e mi prendeva sotto braccio in pubblico come se fosse tutto normale.Dopo circa una settimana dalla mia quasi confessione a Yugyeom, Jackson si presentò a casa mia di Sabato mattina fradicio per la pioggia che stava venendo giú come poche volte era successo.
Lo feci entrare divertita dalla situazione.
«Perché sei qui?» chiesi trattenendo le risate.
«É tutta colpa tua! Ieri ti ho visto mentre guardavi Yugyeom e quell'altra tizia e mi sono preoccupato che fossi di nuovo in una pozza di lacrime! Mi sono tormentato tutto ieri pomeriggio e ieri notte!» disse Jackson levandosi la giacca a vento verde muschio e lanciandola sull'appendi abiti
«Vatti a cambiare che é meglio, per colpa mia sei fradicio» dissi sorridente e facendo un cenno alle scale che portavano al piano di sopra.
«Cerca nel mio armadio, dovrei avere qualche maglietta rubata a mio padre» dissi vedendolo dirigersi verso il secondo piano.
«Prima stanza a destra!» urlai quando Jackson scomparí dalla mia visuale.Quando fui sicura che non fosse a portata di orecchio mi lasciai cadere a peso morto sul divano, appoggiai una mano sul petto e constatai che il mio cuore stesse correndo come un cavallo impazzito.
Sentivo i battiti rimbombare nelle orecchie e non riuscivo a capire il perché.
Jackson mi faceva uno strano effetto, anche solo guardarlo mi trasmetteva uno strano calore che riusciva a farmi dimenticare di Yugyeom per quei pochi istanti.
Cercai di mettere in pratica alcuni esercizi sulla respirazione nel tentativo di calmare il mio cuore, ma il suono improvviso del campanello mi fece cacciare un urlo per lo spavento.
Mi ricomposi in un nano secondo facendo finta di nulla e mi diressi verso la porta.
Quando aprii la porta mi si gelò il sangue nelle vene ed ebbi la paura che il mio cuore si fosse arrestato del tutto per un attimo.
«Y-Yugyeom» dissi con voce sorpresa.
«Cosa ci fai qui?»chiesi senza neanche farlo entrare, lui sembrò infastidito dalla cose e si fece largo da solo entrando senza il mio permesso.
«Mi sei sembrata parecchio strana a scuola, non é che quel tizio, Jackson, ti ha fatto il lavaggio del cervello o qualcosa del genere?» chiese sedendosi sul divano e accavallando le gambe guardandomi con quei suoi occhioni meravigliosi che mi avevano catturato molti anni prima.
«É un bravo ragazzo, lui mi ascolta» dissi con una punta di amarezza nella voce.
«Che vuol dire?! Anche io ti ascolto!» ribatté Yugyeom con uno sbuffo.
«Mi ascolta fino in fondo, ascolta tutto quello che c'é da sapere, non come te che ti tappi le orecchie quando ti dico qualcosa che non ti piace»
Mi tappai la bocca subito dopo pentendomi di quello che avevo appena detto.
«Che intendi dire con questo? Non dirmi che preferisci quello sconosciuto a me!» sbottò Yugyeom alzandosi dal mio divano e avvicinandosi pericolosamente a me.
La vicinanza con il suo viso mi fece mancare un battito.
Vattene prima che io faccia qualcosa per il quale potrei pentirmi.
«É cosí Min-Ji?»
La voce di Yugyeom si era fatta roca e i suoi occhi erano fissi nei miei lasciandomi senza vie di uscita.
Iniziai a boccheggiare in cerca di una risposta sensata quando la voce di Jackson ci interruppe.
«Sicura che vada bene? Tuo padre non si arrabbierà quando lo verrà a sapere?» chiese Jackson comparendo nel salotto con una maglietta scolorita di mio padre tra le mani.
Quando il ragazzo si accorse della presenza di Yugyeom il suo sguardo mutò da dolce a irritato.
Jackson si infilò velocemente la maglietta togliendomi la beatitudine della vista dei suoi addominali e mi prese per un polso tirandomi a se per allontanarmi da Yugyeom.
«Che ci fai qui?» chiese Yugyeom quasi in un ringhio.
«Mi diverto un po'» disse Jackson con una smorfia che trasmetteva tutto il suo odio verso il mio (ex?) migliore amico.
«Wang non ti conviene farmi arrabbiare, vedi di smammare il piú velocemente possibile, io e Min-Ji dobbiamo parlare di cose serie»
A quelle parole il viso di Jackson si trasformò completamente, la fronte corrugata, la bocca piegata in una smorfia di rabbia e gli occhi pieni di odio allo stato puro.
«Non ci provare bello, Min-Ji non ti vuole qui» disse Jackson cingendomi i fianchi e attirandomi ancora di piú a sé se possibile.
La mia schiena aderiva completamente al corpo di Jackson e mi ci volle tutto l'autocontrollo del mondo per non correre via in preda all'imbarazzo.
Non sapevo cosa fare, ma soprattutto non sapevo cosa pensare.
Perché quei due ragazzi si stavano comportando in quel modo? Perché io stavo provando quelle emozioni strane e spaventose? Perché Yugyeom non poteva semplicemente capire i miei sentimenti e accettarli lasciandomi vivere in pace?
All'improvviso qualcosa di umido si appoggiò delicatamente al mio collo e ci vollero circa dieci secondi prima che io realizzassi cosa stesse effettivamente succedendo.
Jackson mi stava baciando il collo.
Non mi mossi neanche di un millimetro come se fossi pietrificata.
«Lei non ti appartiene, capito belloccio?» disse Jackson passando un dito sulla parte che aveva baciato.
Sentí un pizzicore e capii che quell'idiota mi aveva fatto un succhiotto.
«Che cazzo fai?!» urlò Yugyeom avanzando verso di me cercando di separarmi da Jackson che mi teneva salda contro il suo petto.
Intanto io sembravo una bambola di pezza.
Non reagivo, non interagivo, mi sembrava di vedere tutto da fuori, come se non fossi io la ragazza in mezzo.
«La marchio, ok? Ora come puoi vedere lei é mia, e se la fai piangere un'altra volta te la vedrai con me»
Le parole di Jackson mi fecero rabbrividire. Solo dopo qualche secondo mi accorsi di quello che Jackson aveva effettivamente detto.
Cosa?
«Cosa?!» esclamai voltandomi di scatto e ritrovandomi a poca distanza da quelle pozzo scure che Jackson aveva al posto degli occhi.
Non riuscii a spiaccicare parola alla vista di tanta bellezza.
Sembrava un selvaggio. Ricordava vagamente Tarzan. Non solo per il comportamento brusco e diretto ma anche per quello sguardo che ogni tanto mi rivolgeva.
Quello stesso sguardo che sapevo di rivolgere anche io nei miei momenti di rabbia cieca.
Quello sguardo che mi diceva di stare alla larga, di non parlare, di fidarmi solo di quello che lui mi diceva.
Lo stesso sguardo che mi faceva capire che Jackson non era solo un ragazzino infantile e spensierato come dava sempre a vedere.
Quello sguardo mi faceva capire che dentro di lui é cosí scuro e misterioso che solo un selvaggio potrebbe sopravvivere in quella giungla di pensieri ed emozioni.
Non avevo mai preso alla lettera l'appellativo "Wild and Sexy", ma se c'era qualcosa di davvero selvaggio e sexy, quel qualcosa era Jackson.
«S-stava scherzando» dissi con un tono tutt'altro che sicuro.
Mi ripresi dal mio momentaneo imbambolamento e mi voltai per evitare lo sguardo di Jackson.
«Ora sarebbe davvero il caso che tu vada Yugyeomie, ci vediamo a scuola» dissi trascinandolo alla porta e buttandolo fuori con un sorriso tirato stampato in faccia.
Il tempo di chiudere la porta che sentii le mani di Jackson sui miei fianchi.
«Si può sapere che ti é preso?!» esclamai ignorando i brividi che mi avevano attraversato la schiena nel momento in cui le sue dita mi avevano sfiorato.
«Che intendi?» chiese Jackson in un soffio.
Mi spostai dalla sua presa e mossi qualche passo verso il divano per poi bloccarmi all'improvviso.
«Quello era Yugyeom!» esclamai con voce tremante.
«Lo so» disse fissandomi ancora con quello sguardo meraviglioso.
«E allora dimmi perché hai detto quelle cose!» parve piú un lamento che una richiesta ma me ne fregai altamente e mi appoggiai allo schienale del divano cercando di non agitarmi.
«Volevo dirlo e volevo farlo. Lo sai che non sono bravo a dire le bugie»
Non seppi cosa rispondere a quelle parole. Mi aveva totalmente spiazzata.
Che voleva dire quella frase? Lo voleva? Ma che cazzo...?
Vidi Jackson afferrare la sua giacca a vento ed uscire dalla casa salutando con un gesto veloce della mano.
Rimasi immobile a fissare la porta senza dire una parola.
Quando mi ripresi, l'unica cosa che feci fu gettarmi sul divano e simulare lo spiaggiarmisul di una balena.
Non avevo alcuna intenzione di muovermi da quel posto per almeno due giorni, e cosí sarebbe stato.«Oddio Jackson, che mi stai facendo?»
--------------------------------
Hei people💕
I'm back!
Lo so sonoin super ritardo ma non ho avuto internet per qualcosa tipo un mese quindi non ho potuto né scrivere né aggiornare.
Ho fatto il possibile almeno per questo capitolo💕
Spero che vi sia piaciuto:3
Scusatemi per eventuali errori grammaticali.Ora e per sempre.
_FlightLog_xx
STAI LEGGENDO
Shelter || Soon Will Be Summer ||Jackson Wang
FanfictionLee Min-Ji é una diciassettenne appassionata di musica e di danza che é sempre stata innamorata, solo ed unicamente, del suo amico d'infanzia Kim Yugyeom fin dall'età di nove anni. Cosa succederà quando si renderà conto che i suoi sentimenti non ver...