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Sono uscita, ho bisogno di prendere un po' d'aria fresca. Voglio sfogarmi, voglio stare per un momento da sola. Sono troppo nervosa, devo calmarmi un po'. Ho lasciato Oscar a mamma, spero di calmarmi e tornare al più presto è possibile a casa. Mi siedo su una panchina, metto la testa nelle mie mani e inizio a piangere. Sto troppo male, questo vuoto non se ne vuole andare. Voglio essere forte ma non ci riesco, manca una parte migliore di me, la parte che sarò a 100% per 100% felice. Non mi va di vedere nessuno di sentire nessuno. Voglio stare sola con me stessa. Erano verso le nove di sera, non c'è un anima in mezzo alla strada, meglio così nessuno mi prende per pazza. Mentre piangevo, sento una mano sulla mia spalla e subito mi volto. Era paul, che ci fa questo qui? Ma mi perseguita?! Mah!

"Perché piangi?" Dice sentendosi accanto a me.
"Non sono affari tuoi"
"Sfogati, ti ascolto"
"Ma non ti conosco, lasciami stare"
"Ti ripeto, sfogati ti farà bene"

Lo guardo e mi butto fra le sue braccia. Non so perché ho fatto questo gesto ma mi sento in colpa. Mi stacco subito da lui e corro.

"Dove vai?" Dice inseguendomi.
"Ho sbagliato. Lasciami in pace"
"Fermati" dice urlando.
"No,vattene"

Corro più lontano è possibile..non so cosa mi è preso, non lo conosco. Forse avevo bisogno di qualcuno che mi consolava. Spero che non capita più una cosa del genere. Mi fermo per un momento per prendere aria, me lo ritrovo indietro.

"Cosa vuoi da me?" Dico urlando.
"Se ti tieni tutto dentro arriverai allo scoppio, sfogati con me. Fidati ti farà bene"
"Paul, non so chi sei"
"Ci conosceremo. Ma per il momento parla con me, dimmi tutto"
"Mi manca il mio ragazzo, mi manca il mio punto di riferimento. Arrivo al punto che voglio fare una pazzia, andare in America, ma non posso. Non posso lasciare mio figlio qui e partire, ha bisogno di me. Sono un anno che non vedo il mio ragazzo, sono un anno che una parte di me è morta, non mi dedico più a me stessa, passo le mie giornate con mio figlio, passo le mie giornata alla speranza che lui bussa alla mia porta, alla speranza di vederlo anche per dieci minuti. La vita è così crudele con me, vuole farmela pagare. Lo fatto soffrire in passato, ora il destino si sta vendicando. Mio figlio sta crescendo senza un padre, questa cosa mi ferisce, questa cosa mi sta distruggendo. Si sta perdendo tante cose belle, si sta perdendo la crescita di nostro figlio.. dopo tutto io ho scelto ancora lui, sempre" dico scoppiando a piangere.
"Mi dispiace tantissimo Melissa, non dimostravi tutto questo dolore"
"Grazie tanto per avermi ascoltata, ne avevo bisogno. Grazie ancora"
"Non devi ringraziarmi. Ti voglio aiutare"
"Aiutare a cosa?"
"Ad affrontare la vita fine è quando non viene il tuo ragazzo. Qualsiasi cosa contattami, che corro subito da te"
"Perché fai questo per me?"
"Non lo so, ma una parte di me dice che ne hai bisogno e non vuole lasciarti andare" dice sorridendomi, mi asciugo le lacrime con le mani, ma aggiunge "vuoi che ti accompagno a casa o vuoi venire con me al bar a prendere qualcosa?"
"Scelgo l'opzione due" dico sorridendo.
"Andiamo allora"

Ci alziamo e ci dirigiamo verso la sua auto. È molto gentile, si vede che posso fidarmi di lui. Ho trovato un amico, ci voleva.

Scelgo ancora te,sempre 2 •Louis Tomlinson•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora