-Tu finirai in un manicomio!-urlò il padre al povero ragazzo.
-portamici se ne hai il coraggio!-lo provocò incrociando le braccia al petto.
L'uomo lo prese per la maglietta,e con voce amara rispose:
-tu lurido gay di merda!-affermò.
Lo buttò a terra con forza,per poi dargli un calcio.
-come abbiamo fatto a fare un figlio frocio?!-urlò il padre alla madre.
-basta! Ha capito la lezione- rispose la donna.
Anche lei pensava che suo figlio fosse malato...
-io non soffro di nulla!-cercò di farfugliare il ragazzo,alzandosi leggermente.
-ora tu farai una brutta fine!-lo tirò per i capelli l'uomo.
Aveva un lurido sorrisetto stampato in volto.
Prese il telefono e provò a chiamsre la polizia.
-papà!?-urlò.
La madre l'ho fermo per le braccia.
-è per il tuo bene!- affermò.
Uno scatto d'ira lo colpì.
Diede un pugno in faccia alla madre e subito cadde a terra.
-tu non mi hai mai voluto bene!-ghignò.
Il ragazzo venne preso per le braccia e sbattuto contro un muro.
-Come ti permetti?!-gli urlò in faccia il padre.
il giovane iniziò a ridacchiare,per poi finire in una risata.
Il padre l'ho lasciò cadere sconvolto.
Il ragazzo si portò le mani al viso,grandi lacrime scendevano dai suoi occhi,e le sue stesse risate,in quella stanza,non cessavano.
Questo ultimo,corse in cucina. Poi non si seppe più nulla.Dopo qualche tempo,
Arrivò la polizia,seguita dagli assistenti sociali.
Appena videro il ragazzo,lo presero per le braccia trascinandolo dentro un auto.
Non si seppe chi li chiamò.
Dei dottori,presero una camicia di forza e gli legarono le braccia. Lui non cessava di ridere,contorcendosi ogni tanto.
I medici,attraverso una piccola finestrella con una rete,lo guardavano stupiti.
Durante il viaggio farfugliava qualcosa per poi ridacchiare ed infine ritornare serio.Arrivati,venne portato all'interno di una struttura dal nome insolito.
-bene. Ora tu vivrai qui!-affermò una guardia.
Lui gli sorrise,guardandolo in modo omicida.Venne preso e buttato dentro una stanza con all'interno una sedia ed un tavolino con degli utensili sopra.
Una donna entrò,in modo sensuale spogliò il giovane,lasciandolo in mutande.La giovane si morse il labbro,vedendo ciò che aveva davanti.
Al ragazzo,non faceva nessuno effetto quella donna...lui aveva un altro orientamento sessuale.
-e se tipo mi spogliassi?-sussurrò in modo malizioso la ragazza all orecchio dell'altro.
-ti sputerei in un occhio - affermò acido e freddo.
Lei,indignata uscì,lanciandogli in faccia un paio di pantaloni rossi.
Lui se li mise e si sedette sulla sedia,guardandosi intorno.
Un dottore entrò seguito da altri due,molto più possenti.
L'ho presero per le braccia e lo ammanettarono alla sedia,tendogli le spalle dritte.
-allora...-iniziò il dottore facendo uscire un pò di liquido da una siringa.
-Stefano Lepri?-chiese guardando un foglio.
Il ragazzo tenne lo sguardo basso. Il dottore ignettò il liquido all'interno del braccio.
-cos'è?-chiese.
-un Anti dolori...per questo - prese un oggetto di ferro,fumante,sporco di vernice nera.Lo pressò contro la spalla di Stefano che cacciò subito dopo un urlo di dolore.
Gli venne marchiato il suo nome è un numero.
-porca puttana!-affermò contorcendosi dopo che gli avevano tolto il ferro bollente di dosso.
-buttatelo fuori di qui,affidategli un dottore.-disse lanciandogli una maglietta,molto scollata,sempre rossa.Ancora ammanettato venne rinchiuso dentro una cella.
Si guardò intorno,incuriosito.
Vide un ragazzo poggiato ad un muro,seduto sul letto superiore del letto a castello.
-Ciao...-sussurrò Stefano.
-ehi.-rispose.Stefano si avvicinò al letto e si poggiò,mettendosi in punta di piedi per arrivarci.
-Stefano Lepri...-affermò lo sconosciuto,impassibile,guardando il "tatuaggio" di Stefano.
-si...piacere!-affermò ridendo
-Lorenzo Ostuni - sorrise.
Era un ragazzo abbastanza più alto di Stefano,gli occhi grandi e color nocciola,molto magro,un grande ciuffo castano e un orecchino nero. Portava una divisa arancione.
Stefano si lasciò andare e si buttò nel letto inferiore.
-come mai sei qua?-si affacciò Lorenzo.
-Ah non lo so!-rise.-tu?-chiese poi.
-sono schizofrenico...-si riappoggiò al muro.-ah,ed anche perché sono gay...-continuò.
-oh davvero? anche io!-rise Stefano alzandosi ed iniziando a roteare per la stanza,Lorenzo non faceva che ridere.
-allora non sono l'unico!-sorrise il castano.
-bene bene bene...-sul viso di Stefano si formò un sorrisetto accattivante.
-Ehi ehi! Vedi che amo già qualcuno!- disse,ridendo,Lorenzo.
-oh,ok...tanto non mi interessi. Ti volevo chiedere se avevi una cotta,ma già mi hai risposto!- fece spallucce il Moro.
Lorenzo corrugò la fronte sorridendogli. Ad un tratto,si sentì un fischio assordante.
Lorenzo scesa subito dal letto,e si mise a terra,dritto come un soldato.
-Ste! Dai - fece segno al moro di mettersi accanto a lui.
Lui si mise in riga,facendo finta di essere un militare.
-scusami tu di che soffri?-chiese Lorenzo stranito dal suo comportamento.
-credo che io sia pazzo e bipolare...e ciò che mi hanno detto,e che hanno scritto nel mio figlio d'identità-affermò con un sorrisetto per poi tornare serio.
-che dobbiamo fare?-chiese seccato.
-stanno arrivando i nostri tutori...pensa che il mio tutore è più piccolo di un anno, ma tu shhh...-sorrise per poi arrossire leggermente.
A d'un tratto,un ragazzo,aprì il cancello.
-bene,Lorenzo andiamo!-affermò la guardia,sistemandosi il cappellino.
Il castano si avvicinò al suo tutore e lo prese per i fianchi.
-Sai,oggi sei maledettamente attraente!-disse in modo malizioso,a pochi centimetri dalle sue labbra.
-mai quanto te,però attento,ci possono scoprire!-sorrise.
Lorenzo gli tolse il cappello,per annullare del tutto la distanza,per poi trascinarlo in un morbido bacio labbra a labbra.
-giuro che uscendo da qua ti sposo!-gioì Lorenzo, abbracciandolo.
La guardia arrosì,accoccolandosi al petto del castano.
Poco dopo,questo ultimo,si accorse di Stefano.
-Piacere Salvatore Cinquegrana!-si avvicinò a Stefano,con un leggero sorriso.
Salvatore era un ragazzo alto e magro, simile a Lorenzo,poteva gli occhiali,aveva un ciuffo di Capelli neri,le lentiggini e l'apparecchio ai denti.
Stefano sorrise,e gli strinse la mano,scuotendola molto forte.
-Stefano Lepri!-rise.
Salvatore si straniò.
~è pazzo...non è colpa sua~sussurrò Lorenzo all'orecchio di Salvatore,per poi lasciargli un dolce bacio,sul orecchio.
-capito.-rispose al castano -emh Stefano,fra molto poco dovrebbe arrivare la tua guardia...è molto dolce e disponibile..-disse mettendogli una mano sulla spalla.
Stefano sorrise.
-spero che non mi ammazzi con la sua gentilezza!...ma Voi state insieme giusto?-chiese,aggrottando il naso.
-si! E se sei un Omofobo vai a faculo!-disse amaro Salvatore,non dando la parola a Lorenzo.
-calma calma...anche io sono Gay!-rise Stefano.
Sul volto di Salvatore un sorriso imbarazzato.
-scusami...-rise grattarsi la testa.
-sei adorabile quando fai così-sorrise arrossando Lorenzo.Salvatore e Lorenzo uscirono dalla cella,per svolgere la loro giornata tranquillamente.
A Salvatore,il più giovane,avevano affidato Lorenzo perché riusciva ad avere auto controllo,infatti era il più calmo...di giorno.
Stefano era solo da almeno un quarto d'ora.
Ballava e canticchiava nella cella...
Iniziò ad avere dei tic nervosi,iniziò a ridere. Ridere così forte,che nell'intera strutture tutto rimbombava.Ad un tratto la sua cella si aprì,mostrando un ombra molto alta e possente.
-Lepri.-affermò avvicinandosi.
Io moro iniziò ad indietreggiare,fino ad arrivare al muro.
-s-si?-chiese con voce tremante.
-io sono il tuo tutore.
Non parlare,non muoverti,non farmi irritare. Altrimenti sedia con scossa.-affermò duro.
-emh...-alzó la mano con un leggero sorrisetto.-so essere molto irritabile!-rise.
L'uomo si avvicinò,sbattè la mano contro il muro,a pochi centimetri dal viso di Stefano.
Poi si avvicinò così tanto da far sentire al moro il suo respiro.
-allora non ci siamo capiti? Sedia con scossa. Ora.- affermò acido,prendendo Stefano dalle catena delle manette.-wiii! Mi porti a spasso!-rise,mentre camminavano fra i corridoi.
Ad un tratto,la guardai si fermò.
Prese un mazzo di chiavi che poi inserì dentro la serratura.
-ora vediamo chi scherza!-affermò prima di sbattere Stefano all'interno della stanza.