Capitolo 2

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-uhuh! Che bello!giochiamo al gioco delle sedie??- chiese Stefano saltellando.
-siediti ora!-ordinò l'uomo.
-non mi ha ancora detto come ti chiami!-riflettè Stefano,prima di sedersi sbuffando sulla sedia.
-Sascha...Sascha Burci. Ma per te, Signor Burci o...Padrone! Ho sempre sognato che qualcuno mi chiamasse così-sorrise.
Stefano rimase incantato dal sorriso di quel giovane uomo.
Era bello,alto,capelli corvini,occhi scuri e un fisico da far paura. Stefano stava iniziando a sbavare,pensando a cose sconce su di lui.
-allora che vuole farmi?-si riprese,iniziando a dondolare le gambe.
-allora...hai detto che vuoi giocare?-chiese,mettendo un casco al moro e delle specie di manette sia ai polsi che alle caviglie,gli appiccicò addosso anche qualche ventosina.
Per mettergli queste ventose,dovette togliergli la maglietta. Per Sascha,infondo Stefano non era così tanto male,d'aspetto.
-si voglio giocare! Non gioco da tanto tempooh! Ooh,Winnie Pooh tempooh- iniziò a ridere questo ultimo.
Sascha lo guardava sconvolto,si sentiva altamente preso per il culo.
-bene,allora giochiamo!-affermò accattivante.
Una leggera scossa.
-ahi! Cos'era?-chiese
Una scossa leggermente più potente.
-ahh! Mi fai male! ma che ti prende?! Non dovevamo giocare?-chiese ridendo appena.
Il corvino inizi ad infastidirisi.
Scossa normale.
-Ah-ah...perché mi dai questo? Sei fuori di testa! Come il cappellaio matto!-gioì quasi in lacrime.
Scossa quasi massima,Sascha stava perdendo le staffe.
-ahhhh! Basta ti-ti prego...la befana non ti porta più doni - rise,abbassando il capo.
Sascha non era mai arrivato a tanto! Quel ragazzo lo stava facendo impazzire.
-sono ancora in tempo per fermarmi! L'ultima scossa è la più lunga...hai qualcosa d'aggiungere?-chiese,con ancora il dito sul bottone.
-perché il cielo è blu?-rise stremato.
-ORA BASTA! MA CHE PROBLEMI HAI?! MALATO DI MERDA!-dopo aver urlato,la scossa più potente colpì il povero Stefano.
-AH! Non è colpa mia se sono pazzo! non è colpa mai se sono uscito fuori di testa! Non è colpa mai se sono solo!-la scossa si fermò-...Solo come un cane! Solo perchè io stesso ho ucciso i miei genitori a suon di martello! Non è colpa mia...-delle lacrime scendevano ormai copiose dia suoi occhi-...se sono diverso- le manette si aprirono,il casco si tolse da solo, la sedia,essendo automatica,diede una spinta a Stefano e lui si mise in piedi.
Era senza forze,stremato,scombussolato. Non c'è la faceva più, si lasciò andare...cadde,ma qualcuno l'ho prese al volo.
L'ho prese e l'ho strinse in un abbaccio,ma il Moro era solo un corpo inerme,tenuto da quelle forti braccia.
-mi dispiace...-sussurrò Sascha,stringendo ancora di più il piccolo Stefano.
Con delicatezza,tolse le ventosine da petto del moro.
Prese la maglietta e gliela mise.
L'ho prese a modi sposa e l'ho portò nella sua cella.
-eccoci...-disse dolcemente il corvino.
Stefano aprì leggermente gli occhi,sorrise di poco e poi crollò nel sonno più totale.
Sascha sorrise e l'ho mise a letto,prese una sedia e si mise accanto a lui,dopo poco si addormentò.

Sascha si svegliò di scatto.
Un incubo. Le urla di dolore del ragazzo non gli uscivano dalle testa...in quel momento voleva sentire una sua dolce risata, vederlo felice.
Non sapeva perché pensava questo,era da anni che non era così dolce,così premuroso... cosa gli stava succedendo?

Ad un tratto qualche mugolio.
-basta! Basta scosse...-farfugliò Stefano.
-ma-mamma scusami...no! No!NON SONO PAZZO!-urlò alzandosi di scatto,Sascha saltò dalla sedia. Stefano si strinse la maglietta all'altezza del cuore.
-pa-padrone?-balbettò impaurito,vedendo Sascha.
Sascha si alzò sorridente,sedendosi accanto al moro.
-ehi...tutto bene?-gli chiese.
-emh...po-potrebbe andare meglio- si allontanò il ragazzo.
Il corvino si rattristi,sistemando la propria camicia.
-come vanno...le...le ferite?-si grattò la nuca.
-vedo!-sorrise il giovane.
Si alzò dal letto,scattando in piedi,si guardò allo specchio.
-ehi che bomba sexy!-rise,muovendosi davanti allo specchio.
Sascha rise leggermente.
Il moro tolse la maglietta,mostrando molti segni violacei...tante piccole crepe dal colore violastro circondavano questi segni.
Sascha si morse il labbro...come l'ho aveva ridotto?
I sensi di colpa l'ho colpirono! Quella sensazione era orribile.
-mi dispiace....-sussurrò.
Stefano l'ho guardò,con sguardo confuso,si avvicinò e gli diede una carezza sulla guancia.
-non è stata colpa tua...-sussurrò dolcemente.
-si invece! È stata tutta colpa mia- sul viso del dottore,iniziarono a scendere piccole lacrime silenziose.
Guardò Stefano,ed accoccolò la guancia nella mano poggiata ancora alla sua guancia.
-perdonami...-sussurrò, abbassando lo sguardo.
Il moro non rispose,fece solo una cosa,abbracciarlo.
Il corvino si pietrificò,ma poi si sciolse nell'abbraccio.
Ad un tratto si staccò,spingendo leggermente Stefano.
-non abituati!-tirò su il naso.
-io qui dentro solo il duro!-fece prendendo un grosso respiro,ma vedendo la faccia da ebete di Stefano,scoppiò a ridere.
-dai...non prendermi per il culo!-rise il dottore.
Stefano inziò a ridere,fino alle lacrime.
-ah ah...non faceva ridere!-affermò asciugando le lacrime.
Sascha inziò a scuotere la testa,ridacchiando.
-sei un caso perso...-rise.

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