Il battito del mio cuore accelera; echeggia con ritmo dentro la mia cassa toracica, è violento, combatte per uscire e liberarsi da me.
Mi manca il respiro, attorno a me vedo solo nebbia, fitta e spessa, mi isola completamente.
Allungo il braccio e la mia mano sparisce gradualmente nella folta foschia.
Guardo per terra, mi rendo conto di star correndo su delle assi di legno.
Uno strepitio assordante proviene da dietro di me, mi volto, una luce mi acceca, qualcosa si sta avvicinando.
Il rumore diventa sempre più forte , aumento il passo, corro ancora più veloce verso il nulla.
L'umidità, il freddo, la stanchezza, la paura... sento tutto penetrarmi nelle ossa. Voglio arrendermi, fermarmi, le gambe tremano, non mi sorreggono più, il respiro mi manca e i polmoni bruciano.
È troppo veloce, il treno, lo vedo chiaramente, è vicino.
Apro gli occhi, riconosco la mia camera, un raggio di sole mi colpisce in volto e mi costringe ad alzarmi, ho una coperta addosso, probabilmente la nonna deve avermela messa questa notte.
Improvvisamente dei flash mi tornano in mente, il freddo, la nebbia, il treno... Sembrava tutto così reale ma ora mi rendo conto che è stato solo un sogno.
Faccio una doccia veloce, mi vesto e poi disfo i bagagli dando nuovamente un po' di personalità alla camera e all'armadio, che prima era vuoto.
Uscita dalla stanza un forte profumo mi riempie le narici e il mio stomaco incomincia a brontolare, vado in cucina dove mia nonna è intenta a preparare quelle che sembrano lasagne.
"Buon giorno dormigliona, ieri avevi più sonno che fame? Non preoccuparti ti ho messo da parte la cena , intanto se vuoi c'è la torta!" mi indica un vassoio sopra al tavolo, sul quale è morbidamente adagiata una torta con cioccolato e zucchero a velo, mancante di un quarto.
"Tua cugina e tua zia hanno già trafugato una buona fetta, Maya abiterà pure qui di fianco ma passa più tempo in questa casa che nella sua" dice sorridendo.
Finisco velocemente due fette di torta come se non ne avessi mai mangiata una. "Mh... è buonissima nonna, mi è mancata molto la tua cucina , almeno quella, non è cambiata..." smetto di mangiare e ripenso ad Harry e a Maya , entrambi cambiati.
La nonna mi scruta poi aggiunge "Perché oggi non rivedi i tuoi amichetti? Loro saranno felicissimi di sapere che sei tornata, magari potreste andare in quel boschetto dove andavate sempre, neanche quello è cambiato." conclude facendomi l'occhiolino e infornando la lasagna; le sorrido, prendo il cappotto ed esco.
L'aria è pungente ma meno fredda di ieri, la nebbia della notte si sta diradando man mano che il sole sale.
Il vialetto è bagnato ma più che pioggia sembra umidità, lo supero e mi ritrovo in strada, casa di mia zia si trova sulla destra mentre a sinistra c'è una biforcazione: una salita che porta ad altre case e il bosco, e una discesa dove proseguendo si trova il centro del paese con alcuni negozi , una piazzetta, vicoli con piazze secondarie, una scuola dell'infanzia e tanti, tanti anziani.
È un paesino piccolo ma confortevole, ha poco da offrire eppure dopo essermene andata mi ritrovo a pensare che qui c'è tutto ciò di cui ho bisogno.
Dietro casa mia, all'inizio della salita, c'è un enorme villa, disabitata ormai da diversi anni in quanto troppo costosa da mantenere, perlomeno io non l'ho mai vista abitata; di solito la gente non si trasferisce qui , più che altro se ne va.
Decido di percorrere la salita per dirigermi nel boschetto, guardo la villa, le piante selvatiche le sono cresciute intorno, ormai più nessuno se ne prende cura ma nonostante ciò la casa continua a fare la sua figura maestosa ed elegante.
Le finestre sono senza tende, alcune rovinate , altre semplicemente sporche, nell'ultimo piano mi accorgo di una tenda, bianca, forse con delle sfumature,improvvisamente si muove.
Il cuore inizia a battermi forte nel petto, cerco di scrutare meglio, forse la finestra è rotta e ci passa il vento ooppure gli occhi mi hanno fatto uno scherzo.
Metto a fuoco l'immagine e capisco che è un viso umano, occhi aperti che mi scrutano, capelli rossi e un vestitino bianco,non è una tenda, è una ragazza.
Mi guardo intorno, il cancello è aperto, entro nel giardino, percorro il vialetto dismesso e arrivo all'ingresso.
Mi soffermo a guardare la porta : potrebbe esserci chiunque lì dentro, sempre a patto che ci sia davvero qualcuno e che non stia impazzendo, il ché spiegherebbe molte cose.
Mi sento osservata, noto che lo spioncino non è cristallino, mi avvicino, qualcosa è davanti alla porta al lato opposto al mio.
Dentro di me qualcosa sussurra di andare via, girarmi e tornare alla mia passeggiata.
Ma un'altra parte di me urla il contrario,è curiosa, vorace e con aggressività sovrasta i sussurri dubbiosi.
Leggermente faccio pressione sulla porta, è aperta.
Con cautela entro, mi guardo in torno, dietro la porta non c'è nulla, il salone è ampio, vuoto e impolverato, non sembra esserci nessuno.
Davanti a me ci sono delle scale di legno che portano al piano di sopra, decido di percorrerle per dirigermi nella camera dove ho visto la ragazza.
Le scale scricchiolano, sento le gambe tremarmi e il cuore in gola: il corridoio è buio e le porte sono tutte chiuse.
Faccio mente locale in base alla posizione della finestra per riconoscere la stanza: è l'ultima a sinistra.
Mi muovo silenziosamente, attenta a dove metto i piedi, grazie alla poca luce del sole che viene dal piano sottostante, il pavimento in legno è percorso da un tappeto polveroso e molto vecchio, smorza il rumore dei miei passi.
Arrivata davanti alla porta, deglutisco, prendo un respiro e giro il pomello: la porta si apre.
All'interno trovo un letto accomodato, un armadio di legno, un cassettone e un enorme finestra ... con una tenda bianca.
Scruto in giro , mi rendo conto che la camera è arredata, ci sono cuscini sul letto, bambole sulle mensole, polvere ovunque come unica prova del fatto che il tempo in questa stanza sia passato.
Decido di aprire l'armadio, all'interno ci sono abiti femminili, si direbbero di una decina, massimo ventina di anni fa e tanta polvere; sul fondo c'è una scatola senza coperchio, all'interno ci sono fotografie ingiallite di una bimba con i suoi genitori e alcune pagine rilegate in un quadernino, lo prendo.
Sulla prima pagina, scritto con una calligrafia molto curata leggo: "Diario di Julia", lo sfoglio superficialmente, ci sono poche pagine scritte e alcuni disegni, forse mappe, il resto sono bianche.
Metto il diario in tasca , guardo la stanza per l'ultima volta e poi esco.
Nel corridoio scorgo una luce che spezza il buio : una camera è aperta e prima non lo era.
Mi avvicino lentamente, nella casa non c'è un minimo soffio di vento per cui dubito che sia stata la corrente ad aprire la porta e il tappeto avrebbe potuto attenuare i passi di una persona, come hanno fatto con i miei.
Sbircio con cautela convinta di trovarci qualcuno, ma mi rendo conto che la stanza è completamente vuota, uguale alla cameretta di prima ma senza arredamento, spoglia, ci sono solo le spalliere del letto.Un rumore al piano inferiore mi immobilizza, l'ansia mi dilania, il mio unico pensiero è uscire da questa casa, il corridoio dietro di me è buio e l'unica uscita è di sotto.

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Just
Mystery / Thriller*** storia non completa abbandonata a se stessa*** Purtoppo non so se continuerò mai questa storia, mi scuso con tutti i lettori. Alex si trova al suo ultimo anno di liceo e durante le vacanze invernali decide di tornare nella piccola città di peri...