16-Tom

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Ansia. Non avevo altre parole per descrivere ciò che provavo. Ansia di mostrarmi al pubblico, ansia di combinare qualcosa. Insomma, avevo davvero paura. Era una delle prime premiere alle quali partecipavo, una delle prime importanti, e ancora non mi ero bene inserito nel mondo del cinema. Mi sentivo ancora il semplice ragazzo inglese che ero fino a qualche tempo fa. Il ragazzo che spingeva sull'altalena il suo fratellino più piccolo, e che ora aveva a malapena il tempo per vederlo. Mi mancava la mia famiglia. Mi mancava poter stare con loro. Li vedevo per non più di due volte alla settimana, e spesso passava un mese o più prima di poter ritornare a casa. Per questo si parlava di trasferirsi in America, almeno per essere più comodi con il fatto delle riprese; dato che sarei stato subito impegnato con un altro film. Un contatto stabile che avevo avuto nel periodo delle riprese era stato quello con Lucy, che comunque avevamo troncato. Forse non ne valeva la pena, ma sentivo di essere cambiato nei confronti dei miei fan. Non li consideravo più dei pazzi, ma iniziavo a capire che anche loro avessero una loro vita, e delle altre passioni. Forse in un certo senso parlare con Lucy mi aveva aiutato, oltre che a farmi male.


Tra poco succederà qualcosa, waitate waitate(?)

Away»Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora