Prologo

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Mi ricordo ancora quel giorno. Quel giorno in cui la mia vita cambiò. Quel dannato giorno in cui avrei voluto essere dentro quella stanza dell'ospedale, a tenerle la mano, a parlare e a salutarla un'ultima volta.
Ricordo che vedevo i medici correre in quella stanza, quella fottuta stanza e io seduta su una di quelle scomode sedie in plastica che si trovano nei corridoi degli ospedali addossate alle pareti.
Ero lì che non capivo cosa succedeva, con addosso il mio vestitino rosa con il pizzo e le mie ballerine nere, aspettando di avere notizie.
Ricordo quando un'infermiera uscì dalla stanza insieme a mio padre pronti a dirmi che una parte della mia vita se ne era andata per sempre e che non sarebbe più tornata.
Mi guardavano sperando che io capissi, mio padre aveva le guance rigate dalle lacrime, ma io continuavo a non capire.
Ricordo che l'infermiera disse di lasciarci soli un po', ricordo che rientrò nella stanza e da lì non ne uscì più.
Ricordo che mio padre si avvicinò a me e mi disse:
- Hai presente Dio?
- Sì. - risposi domandandomi tra me e me cosa centrava Dio.
- Beh, piccola mia, Dio ogni giorno chiama delle persone a farle salire nel cielo e oggi, tra quelle persone, Dio ha chiamato la mamma. - Mi disse con la voce tremolante.
Mio padre mi fissava aspettando una mia reazione, ma io ero rimasta traumatizzata da quello che avevano udito le mie orecchie.
La mamma non c'era più.
Non ci credevo.
Fissavo la porta della stanza che sbucava da dietro la testa di mio papà, con la speranza di intravedere mia madre.
Non la vedevo.
Solo allora capii che mamma non c'era più, che non l'avrei più rivista in vita mia, mai più.
Mio padre era ancora lì sperando che io dissi qualcosa, anche muovere solo un po' la testa, ma ero talmente allibita che non mi sentivo più ne braccia ne gambe.
Sentivo dentro me qualcosa che si frantumava in miliardi di piccoli pezzi e che al suo posto era stato messo un buco nero.
Quel qualcosa era il cuore.
Ero morta dentro e non potevo tornare in vita.
Ad un certo punto sentii qualcosa scorrere sulla mia guancia, una lacrima.
Papà mi guardò e mi abbracciò forte.
Avevo perso un elemento importante della mia vita e non potevo farlo tornare indietro.
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hei,
spero che il prologo vi sia piaciuto, se volete votatelo e commentatelo,
baci

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