<<Soph apri gli occhi>>.
Una scarica di adrenalina si trasmise fino ai miei piedi e all'improvviso un senso di nausea pervase il mio corpo. "Farfalle nello stomaco" sarebbe stata la definizione giusta, che modo strano di chiamare questa sensazione, perché più che insetti mi sembrava di avere una tenaglia che mi stringeva da dentro e allo stesso tempo non aiutava a mantenere la mente lucida.
Cambiare scuola per la terza volta in quattro anni di liceo significava un'iniziazione al suicidio sociale, anche se a me di questo poco importava visto che la popolarità era un concetto mai entrato a far parte della mia vita.
Scesi dal letto lentamente, quasi a voler prolungare quegli attimi ancora a casa e raggiunsi l'armadio in fondo alla mia camera. Sciolsi i miei lunghi capelli nocciola dal codino che avevo fatto la sera prima e mi guardai allo specchio con aria critica: due profondi segni viola testimoni della notte passata senza sonno accerchiavano i miei grandi occhi verdi. <<Eccoti tesoro>>, mia madre fece capolino dalla porta. <<Non vorrai fare tardi il primo giorno giusto? Ti ho lasciato i soldi sul pianoforte>>. <<Grazie mamma>> risposi riuscendo a pensare soltanto a ciò che mi aspettava.
La Eldorado Springs High School vantava la fortuna di avere una squadra di lacrosse al terzo posto nel torneo annuale, nonché ottimi atleti di nuoto come di quasi ogni altro sport. L'unica attività in cui ero brava era la corsa, che mi serviva molto spesso a scaricare i nervi e a testare la mia resistenza. I continui trasferimenti a cui ero stata abituata fin da piccola non mi avevano permesso di far parte di una squadra o di avere salde e durature amicizie.
Lasciai la Jeep in un ampio spazio all'ombra di pioppo e scesi dalla macchina con calma. Il parcheggio era enorme e colmo di auto sportive, la mia 4x4 in quel contesto di sicuro sfigurava. All'entrata della scuola una donnetta bassa e con occhiali fuxia mi accolse carica di fogli:<<Salve, io sono Leyla, la tua consulente scolastica>>. Di sicuro avevano voluto assegnarmi una figura che sembrasse il più possibile amichevole, anche se quella donna dimostrava almeno il doppio dei miei anni e i capelli biondi platino raccolti le conferivano un'aria austera.
I corsi a cui mi ero iscritta erano anche i miei preferiti, anche se in quella scuola era obbligatoria la frequenza di almeno una attività sportiva. Quella mattina le ore di matematica, francese e biologia si successero molto velocemente e così mi ritrovai a dover fronteggiare il momento del pranzo. Mia madre mi aveva lasciato dei soldi, anche se non sapeva che l'alta retta scolastica prevedeva che i pasti fossero gratuiti e giustificava i formidabili spazi e le nuove attrezzature di cui l'istituto disponeva. Entrata nella sala mensa rimasi senza fiato. La stanza era ampia, decorata con lampadari che scendevano dal soffitto su tavoli di legno scuro disposti secondo file ordinate e attorniati da sedie imbottite. Ogni tavolo era lungo almeno tre metri sicuramente per cercare di favorire l'interazione tra studenti anche se in ognuno di esso si potevano facilmente notare i vari gruppi con le loro zone ormai prestabilite che non intendevano mischiarsi con altri. Ai bordi della sala lunghi banchi erano colmi di cibo a cui si poteva accedere liberamente. Improvvisamente mi resi conto di quanto quella scuola fosse diversa da ogni altro istituto che avessi mai frequentato: nonostante l'edificio fosse grande il numero di studenti non era altrettanto elevato.
Una ragazza bionda passò al mio fianco ed urtò la mia spalla. << Scusa>> bisbigliò a mezza voce mentre si girava. Appena si accorse che si stava rivolgendo a me cambiò espressione e il suo sguardo si fece accigliato:<<Sei nuova, giusto?>>. Non recepii la domanda fino a quando i suoi occhi si fissarono nei miei e un brivido caldo mi riscosse:<<Certo, mi chiamo Sophie, ma tutti mi chiamano Soph di solito>>. <<Io sono Alex, che è il diminutivo di Alexia, non uno stupido nome da ragazzo. Sei francese per caso?>>. <<Mia madre è americana ma mio padre vive in Francia>>. Alexia mi sorrise dolcemente, c'era qualcosa nella sua espressione che mi faceva sembrare di averla vicina, quasi come sapesse cosa vuol dire sentirsi diversa, ma probabilmente era solo una mia impressione.

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The Originals
FantasySophie non sapeva cosa avrebbe trovato alla Eldorado Springs High School, ma di certo non si sarebbe mai aspetta di incontrare Gabriel, affascinante e tenebroso ragazzo dall'aria pericolosa con i suoi fratelli Mikael ed Alex. Tutti in quella scuola...