Amate, rispettate la donna. Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali.Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna.
Giuseppe MazziniMi alzo da terra gemendo. Sento il sapore ferreo del sangue in bocca. Lo zigomo brucia in maniera orribile e non riesco più a tenere aperto l'occhio sinistro. Fa male. Mi trascino con difficoltà fino al bagno, sostenendomi alla parete e cercando con le dita la maniglia. E benché non riesca a vedere bene, lo spettacolo, che riserva lo specchio, mi lascia inorridita.
Sono proprio io quella creatura scheletrica dalle labbra screpolate, gonfie e violacee? Quel bizzarro essere dall'occhio nerastro e semichiuso, sopra una guancia completamente marchiata di rosso come una maschera mal dipinta? Provo ad alzare il braccio, ma uno schiocco tremendo alla spalla mi fa desistere. Serro i denti, mentre il dolore percorre a fitte le mie membra magre e a tentoni mi allungo verso il mobiletto del bagno alla ricerca del disinfettante. Tampono leggermente il gonfiore rossastro sul labbro superiore e il mio viso si contrae in una smorfia: l'ho scampata questa volta, ma la prossima potrebbe non essere così.
- Mettere gli abiti puliti sul letto, sul letto, sul letto..-Ripeto a mo' di nenia con lo sguardo perso nel vuoto. Lui lavora così tanto... deve trovare almeno i vestiti pronti. Perché io sono una cattiva moglie e lui è un dolcissimo marito. Perché io sono inutile e solo lui mi può insegnare. Lui sa cosa è meglio per noi. Io sono una cattiva moglie, io devo migliorare.
Oggi è tornato a casa e mi ha picchiato.
La crisi, i licenziamenti,... va tutto male là fuori! E ti ci metti pure tu, idiota?
Si è dilungato in urla su quanto il pranzo facesse schifo, su quanto la pasta fosse scotta e la carne troppo dura. Mi ha raccontato di non aver trovato gli abiti pronti e di come la camera sembrasse un porcile.
Ma io mi sono impegnata così tanto per farlo felice, ho passato tutto il giorno a pulire e lucidare. Tremo, mentre apro l'occhio malandato.
Mi ha schiaffeggiato e mi ha preso per i capelli.
Non sei in grado di fare niente, neanche un maledetto piatto di pasta!
L'ho supplicato di smettere: sarei migliorata per lui, perché era il mio amore.
Sei una troia bugiarda, una scansafatiche!!! Io sgobbo, lavoro e tu cosa fai? Cosa pensi che ne sarebbe della tua dolce casettina, dei tuoi ridicoli passatempi se io non lavorassi? Eh, eh?
Sono volati altri pugni e offese. Ho dimenticato da tempo lo strazio carnale irradiato in ogni singola cellula per concentrarmi sulla devastazione della mia anima. Sono solo una cretina che non può dargli un figlio. La ginecologa sostiene che un aborto spontaneo può capitare, ma nessuno sa quanto sia stato forte il calcio di otto mesi fa prima di perdere il mio bambino. Lui ha liquidato tutto con la scusa di poterne avere un altro. Non so se vorrò mai generare una creatura da sacrificare alla follia omicida del padre, non so se potrò più farlo. Non glielo confido, però. Non voglio che mi percuota di nuovo.- Io sono una cattiva moglie e lui è un dolce marito.-
Deve essere per forza così.
Mi ha scaraventato a terra, il capo rimbalzante sulle piastrelle della cucina e mi ha colpito al ventre. Era solo ubriaco. Lui mi ha promesso di non farlo mai più e io gli credo, perché lui è buono e gentile. Lui è tutto il mio mondo. Non importa se ho un occhio nero, una spalla lussata e la bocca gonfia, dirò alla gente che sono caduta. Perché lui non deve arrabbiarsi e io ho paura, quando torna a casa. Voglio continuare a uscire e a lavorare. Tutto deve essere perfetto per lui, il mio amore.- Io sono una cattiva moglie. -
Mi guardo allo specchio e sento le lacrime sgorgare. Cosa diavolo mi è successo? La lucidità si insinua nella mia mente con la brutalità di un pugno sullo stomaco. Sono io quel fantasma pallido e spaurito nello specchio! Sono diventata una cagna rannicchiata con uno schiocco di dita alle gambe del padrone. Ho la nausea. Ma chi voglio prendere in giro? È pericoloso, mi ha picchiato di nuovo... È un incubo da cui vorrei scappare. Sì, devo fuggire.
Mi avvio in cucina per prendere il ghiaccio.
Andrò da mia sorella, lontano, senza nessuno che mi conosca.
Ma no, non posso andare via.
Non posso restare sola, non posso lasciare i miei genitori e la mia famiglia. Lui verrà a cercarmi e mi farà tanto male. Il suo sorriso, i suoi occhi. Mi troverà e mi ferirà ancora, ancora più forte. Devo solo resistere ancora un poco. Lui ha promesso che sarebbe cambiato e lo farà, perché mi ama... Non posso lasciarlo solo... un altro giorno, aspetto un altro giorno e poi andrò via...Spesse volte le donne scorgono nell'uomo l'unica alternativa di vita, oltre alla quale non è possibile visualizzare scenari diversi. Tutto questo in nome dell'amore, inteso secondo una visione distorta e atavica, come una forma di sottomissione, di devozione, di sofferenza. Di dipendenza in amore. Mi sovviene un passo della Sacra Bibbia, la lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini: "Le mogli siano sottomesse ai mariti... il marito infatti è capo della moglie...". Quindi, donne, sopportate tutto e non ribellatevi mai, il vostro partner è il vostro capo, quindi, subite senza apporre giudizio quanto vi viene inferto.
Ma se l'amore equivale a soffrire, non si ha un rapporto basato sullo scambio reciproco, ma sull'essere l'uno carnefice e l'altro la vittima.
Cosa porta una donna a rimanere con il compagno violento? Una possibile spiegazione è il pensare di non valere nulla senza l'aiuto dell'altro, di non avere alternative percorribili, di non essere capace di andare avanti senza una persona che in qualche modo possa supportarla e amarla.
Secondo le testimonianze portate da coloro che hanno subito i maltrattamenti, ciò che induce una donna a non lasciare il partner è la paura delle conseguenze del ribellarsi, paura che ci possano essere delle ripercussioni, paura che le vengano negati figli, paura di rimanere sole. Ecco che subentra la patologia: la love addiction. La dipendenza in amore. Si intende una forma di affezione intesa come "droga". È uno stato patologico che in una coppia normale è destinato a portare alla distruzione della relazione.
Quindi la donna che subisce, giustifica il maltrattamento perché avendolo subito, lo trova una forma di riconoscimento affettivo. Nella lingua italiana esiste la parola " uxoricidio" coniata appositamente per l'uccisione di una donna da parte del marito. Ma è da notare che non esiste una parola corrispondete al femminile, all'uccisione di un uomo da parte della moglie...forse perché culturalmente è meno frequente questo fenomeno. E ancora una volta mi porgo una domanda alla quale non so rispondere: perché? Perché tutto questo?
STAI LEGGENDO
Il Secondo Errore di Dio
Poetry《La donna è stato il secondo errore di Dio》F. Nietzsche Poesie e riflessioni di impronta femminista sul ruolo della donna, sulla sua indipendenza, sui suoi diritti troppo spesso ignorati e trafitti da una violenza, che ancora oggi sembra non avere f...