II. 8 Marzo

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Che t'han fatto, sorella,

misero frammento di coste mortale,

figlia, madre, amica,

peso ed errore a tuo padre.

Fosti parte di un stuola derisa

fra malinconiche Vergini mute,

in mezzo ad esotiche bestie scambiate,

nel capriccio di ricchi,

per pie bambole immote:

ma sotto la scorza di marmo

c'era il rogo di bronzo greco

e fu sempre il tuo urlo

che squarcia ancora,

il silenzio di questo illuminante secolo.


Costante guerriera,

tu sola sai piangere ancora,

nell'anima aspra e distrutta

di ceneri, invidia,

amara passione.

Perchè cede nel tempo

quel  fantasma d'ira,

erede del sangue guastato presto

nel petto angosciato

delle tue madri,

e vivi in un ideale per sempre

come unica, vera

promessa di pace.

E ritorni dolce

e umile,

 la tregua, la sera,

piccola musa misericordiosa,

e leghi al tuo cuore ogni triste sofferente:

insegni una preghiera d'amore.

insegni una preghiera d'amore

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