VIII. Magnifica Mater

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Una, Duplice, Trina?
Tu sei mille, o' Signora!
Sei Madre, alma terra,
profumo di ambra,
muschio, calore di semi,
faglia ormai lacerata,
scissa in un grembo maturo
figlia dedita, plasmabile
dei suoi stessi figli
ormai nudi.
Battagliera insicura,
onda lenta,
pianto di Nereide,
sospiri di spuma convertiti
in stridente gorgo,
urla d'una dea ormai irascibile,
contraddetta, schiacciata,
schiaffi di corrente,
frecce di luna.
Sei raffinata, esile erica
abbracciata alle sapienze,
vogliosa, assetata
di viaggio e ascesa;
nera notte tentatrice
di lupi, pantera,
disinibita, venere
dei cuori scelti, rapiti,
all'infante neve pudica.
Sei primavera nuova,
speranzosa
confortata
da tutti gli uomini,
baciati sulla fronte e protetti
dalle voci
delle mille e più figlie
in cui vivi.
Amiamo insieme,
Alma Mater,
unico, giusto placebo
nella caducità
d'un mondo che muore.

Amiamo insieme,Alma Mater,unico, giusto placebonella caducitàd'un mondo che muore

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