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«Svolgere indagini? E quali indagini dovrei svolgere, esattamente, sul conto di questa donna?» È entrata a far parte della compagnia nel '65? Vuoi scherzare? Sono passati venticinque anni. Yoshino imprecava tra sé. È già abbastanza difficile seguire la pista di un criminale a un anno di distanza dai fatti. Figuriamoci a venticinque...

«Ci serve tutto quello che riesci a scoprire. Vogliamo sapere quale tipo di vita ha condotto questa donna, che cosa fa adesso, che cosa vuole.» Yoshino non potè fare altro che sospirare. Incastrò il ricevitore tra l'orecchio e la spalla prima di tirare verso di sé un blocco per appunti dall'orlo della scrivania. «E all'epoca quanti anni aveva?» «Diciotto. Ha conseguito il diploma in una scuola di Oshima ed è venuta direttamente a Tokyo, dov'è entrata a far parte di una compagnia teatrale chiamata Gruppo Teatrale Soaring.» «Oshima?» Yoshino smise di scrivere, aggrottando le sopracciglia. «Ehi, ma da dove telefoni?» «Da un posto chiamato Sashikiji, sull'isola di Izu Oshima.» «E quando pensi di tornare?» «Appena possibile.» «Lo sai che c'è un tifone diretto da quella parte?» Asakawa non avrebbe potuto ignorarlo neanche se avesse voluto, visto che ci stava dentro, ma per Yoshino l'intera faccenda aveva assunto un carattere irreale e lui cominciava a trovarla divertente. L'ultimatum scadeva la sera del giorno dopo, e Asakawa era andato a cacciarsi a Oshima, da cui probabilmente non avrebbe potuto allontanarsi. «Hai sentito qualcosa a proposito dei trasporti?» chiese Asakawa. «Be', non so nulla con certezza, ma, a giudicare dalla situazione attuale, fermeranno tutti i voli e sospenderanno i collegamenti marittimi.» Asakawa era stato troppo occupato nella caccia a Sadako Yamamura per preoccuparsi di raccogliere informazioni attendibili sul tifone. Fin da quando aveva messo piede sul pontile di Oshima, i suoi brutti presentimenti si erano rinsaldati, ma adesso che la possibilità di restare isolato lì era stata avanzata esplicitamente fu assalito da una sensazione di urgenza. Ammutolì, col ricevitore ancora in mano. «Ehi, ehi, non preoccuparti. Non hanno ancora cancellato le partenze.» Yoshino tentò di assumere un tono incoraggiante, poi cambiò argomento. «Dunque, la donna... Sadako Yamamura. Hai controllato il suo passato fino all'età di diciotto anni?» «Sì, più o meno», gridò Asakawa, consapevole del fragore del vento e delle onde fuori della cabina telefonica. «Questa non è la tua unica pista, vero? Devi pur avere qualcos'altro oltre al Gruppo Teatrale Soaring.» «No, è tutto qui. Sadako Yamamura, nata nel 1947 a Sashikiji, sull'isola di Izu Oshima, da Shizuko Yamamura... ehi, prendi nota di questo nome: Shizuko Yamamura. Nel '47 aveva ventidue anni. Ha lasciato la neonata, Sadako, affidata alla nonna, prima di tornare in gran fretta a Tokyo.» «Come mai ha lasciato la bambina sull'isola?» «C'era di mezzo un uomo. Prendi nota anche di questo nome: Heihachiro Ikuma. All'epoca era assistente di psichiatria, ed era l'amante di Shizuko Yamamura.» «Ciò significa che Sadako è figlia di Shizuko e Ikuma?» «Non sono riuscito a trovare le prove, ma ritengo che lo si possa dare per certo.» «E i due non erano sposati, vero?» «Esatto. Heihachiro Ikuma aveva già una famiglia.» Quindi era stata una relazione extraconiugale. Yoshino leccò la punta della matita. «Bene, ti seguo. Continua.» «All'inizio del 1950, Shizuko torna improvvisamente nella città natale per la prima volta dopo tre anni. Si riunisce alla figlioletta Sadako e vive qui per qualche tempo. Ma, alla fine dell'anno, se ne va di nuovo, stavolta portando con sé Sadako. Nei cinque anni successivi, nessuno sa dove siano Shizuko e Sadako, o cosa facciano. Verso la metà degli anni '50, però, un cugino di Shizuko, che vive ancora qui sull'isola, sente dire che Shizuko è diventata famosa per non si sa quale motivo.»

«È rimasta coinvolta in qualche incidente?» «Non è chiaro. Il cugino dice soltanto che aveva cominciato a sentire delle voci su Shizuko, le solite chiacchiere, insomma. Ma, quando gli ho dato il mio biglietto da visita e ha visto che lavoro per un giornale, mi ha detto: 'Se lei è un cronista, probabilmente ne sa più di me'. Dal modo in cui ne parlava, si direbbe che dal 1950 al 1955 Shizuko e Sadako siano state coinvolte in una vicenda che ha fatto scalpore. Ma sull'isola è difficile ottenere notizie dalla terraferma...» «E così vorresti che andassi a controllare per vedere che cosa diceva la stampa?» «Mi leggi nel pensiero.» «Idiota, era ovvio.» «Ma non è tutto. Nel '56, Shizuko torna nell'isola, portandosi dietro Sadako. La madre è esaurita al punto da sembrare un'altra persona, e non vuole rispondere alle domande del cugino. Si chiude in se stessa, mormorando frasi incoerenti. E poi un giorno si suicida gettandosi nel cratere del monte Mihara, il vulcano. Aveva trentun anni.» «Quindi dovrei scoprire anche per quale motivo si è suicidata.» «Se te la senti...» Sempre tenendo stretto il ricevitore, Asakawa s'inchinò. Se fosse rimasto bloccato sull'isola, Yoshino sarebbe diventato la sua unica speranza. Era pentito di essersi precipitato lì insieme con Ryuji, il quale avrebbe potuto benissimo indagare da solo su un villaggio piccolo come Sashikiji. Anzi le ricerche si sarebbero svolte in modo più efficiente se lui fosse rimasto a Tokyo, aiutando Yoshino a raccogliere e sistemare i dati e restando in attesa delle scoperte di Ryuji. «D'accordo, farò quello che posso. Ma penso che una persona non sia sufficiente, qui.» «Chiamerò Oguri per chiedergli di mandarti qualcuno.» «Sarebbe magnifico.» Asakawa non contava troppo sul successo di quel tentativo. Il direttore si lamentava già di essere a corto di personale, e lui dubitava fortemente che si sarebbe privato di uomini preziosi per una storia del genere. «Quindi la madre si uccide, e Sadako resta a Sashikiji, dove viene allevata dal cugino della madre», riprese! «Ora quel cugino ha trasformato la casa in un bed & breakfast.» Stava per aggiungere che Ryuji e lui alloggiavano proprio lì, ma poi decise che era un dettaglio superfluo. «L'anno seguente, Sadako, che ormai frequenta la quarta, si fa un nome a scuola predicendo l'eruzione del monte Mihara. E pensa un po': l'eruzione del monte Mihara è avvenuta nel 1957, proprio nel giorno e all'ora indicati da Sadako.» «Questo sì, che è impressionante. Se avessimo una donna così, non ci sarebbe bisogno del comitato di coordinamento per la previsione delle eruzioni.» In seguito all'avverarsi di quella predizione, la sua fama si era sparsa in tutta l'isola, giungendo fino alla rete del professor Miura. Ma Asakawa pensò che non c'era bisogno di spiegare tutto ciò. «Dopodiché, gli isolani cominciano a presentarsi da Sadako per farsi predire il futuro. Ma lei respinge tutte le richieste, continuando a ripetere che non ha quel tipo di potere.» «Fa la modesta?» «Chi lo sa? Poi, al termine degli studi, parte per Tokyo come se il terreno le scottasse sotto i piedi. I parenti che si occupavano di lei ricevono una sola cartolina, nella quale annuncia di aver superato la prova di ammissione al Gruppo Teatrale Soaring. Poi non hanno più sentito parlare di lei. Sull'isola non c'è neppure un'anima che sappia dove sia o cosa stia facendo.» «In altre parole, l'unico indizio che abbiamo è questo Gruppo Teatrale Soaring.» «Temo proprio di sì.» «D'accordo, vediamo se ho capito bene. Dovrei scoprire per quale motivo Shizuko Yamamura è finita sui giornali, perché si è gettata nel cratere di un vulcano, dov'è andata a

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