CAPITOLO 7

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Ore 20:30 .

Quando arrivò a casa, Alex buttò lo zaino per terra, si sedette sul letto con le gambe incrociate e si mise le mani fra i capelli, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare ad ogni tipo di pensiero.

Era stanca, non fisicamente, in quanto sul treno si è riposata abbastanza, ma moralmente. Non bastavano gli impegni e lo stress a distruggerla, ora si era messa anche questa  semplice amicizia. Che dopo questo viaggio, Alex capì non era né semplice, né tanto meno amicizia.

In qualche modo sentiva di stare tradendo Marcus, e questo la faceva stare ancora più male, lei che odia il tradimento, di ogni tipo. Da quando c'è Jessica nella sua vita, Alex ha iniziato a guardare il mondo, le persone, che la circondano con occhi diversi. Ogni qual volta vedeva foto di ragazze insieme, si sentiva coinvolta in primo piano, come se la cosa la riguardasse. E ultimamente sembrava che il mondo le stesse dando segnali riguardo la sua situazione. Come se mettesse il dito nella piaga, più di quanto ci fosse già! I dubbi si facevano sempre più imponenti e spesso, troppo spesso, la sua mente veniva assillata da miliardi di domande e si ritrova a parlare sola e sottovoce come una pazza:

Forse sono lesbica...

No, sono sicura che mi piacciano i ragazzi, cioè sto con Marcus, amore mio... 

Però Jessica... dio santo... la odio!

Perchè l'ho conosciuta?  Sempre che mi devo complicare la vita io!!

Forse sono bisex allora...ma non è possibile, non credo di essere destinata a stare con una donna, non mi troverei in fin dei conti, però lei. LEI. Mi fa impazzire giuro.

Nel mentre che Alex impazziva, sua madre la chiamò dalla cucina per andare a cenare. Una volta a tavola, i suoi vollero sapere del "viaggio" ma neanche tanto. Infatti non appena Alex le ha fornito quelle piccole, povere, bugiarde, informazioni, loro hanno subito cambiato argomento sulla scuola e sul conservatorio. Alex sapeva che una volta intrapreso un discorso con uno dei due argomenti, ne sarebbe potuta uscire solo in un modo: male.

Questa volta si innervosì. Non è più tanto abituata a piangere, forse ha consumato tutte le lacrime. Come sempre il problema è uno: i suoi non la capiscono...e non è la tipica frase "fatta" degli adolescenti, anche perchè non lo è più. Alex non si capacita che questa sia la sua famiglia. Non le piace l'ambiente e il rapporto che si è creato. Infatti cerca sempre di trascorrere meno tempo possibile a casa. Ai suoi non dice mai niente, a meno che non sia davvero qualcosa di importante, infatti i suoi credono di avere una figlia che in realtà non è Alex, perchè lei non si è mai aperta con loro. Non sanno NIENTE di lei. Non sanno come la pensa, che tipo di musica, film o libro le piaccia. Non sanno cosa pensa del mondo, della società, i suoi ideali, le sue aspirazioni, i suoi sogni. NIENTE. Soprattutto non sanno parlare con lei, credono di aiutarla, ma in realtà le tolgono ogni volta un pò di fiducia, che tenta invano di ricostruire dato che da qualche anno l'ha persa di colpo.

Più volte ha tentato di aprirsi,  sfogarsi o confidarsi,  ma ne esce sempre ferita. Ferita dalle parole. Incredibile come un genitore, pur essendo un adulto, non capisca di far del male alla propria figlia. Forse perchè è vero che più si è adulti e più si è bambini. 

Dopo la discussione, Alex torna in camera e si butta a capofitto sul letto, prende le cuffie e inizia ad ascoltare al massimo del volume le canzoni, non depresse, ma emotive. Dopo un paio di canzoni si alza e va al pianoforte. Ha la fortuna di avere un pianoforte digitale, che le permette di mettere le cuffie e isolarsi dal mondo. Solo lei e la SUA musica. Inizia infatti a suonare uno dei  brani composti da lei. Di solito quando suona i suoi brani si fa sempre la stessa domanda: "Ma davvero l'ho creata io sta cosa?". A volte si meraviglia di se stessa. Ma questa volta non c'e tempo per farsi questa domanda perchè ha fretta di riempire il suo animo con le note. Le dita si muovono sole e suonare non diventa  uno sforzo, così si lascia andare. Ci sfoga la sua vita su quel piano. 

Si alza dalla tastiera con le mani inconsciamente stanche. Guarda l'orologio. 23:47. Si è fatto tardi, non vuole nemmeno guardare la tv, come di solito fa ogni sera, questa sera no. Così va a coricarsi, ma passano minuti interi prima che si addormenti del tutto.

Dopo ogni discussione o litigio, Alex sembra fare il voto del silenzio. Già con i suoi non parla molto, inoltre decide di stare zitta volutamente, con la speranza che i suoi si accorgano che sta male. Ma loro sembrano impassivi. 

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Le giornate passano. Passano inesorabilmente. Alcune bene, altre male. Alex non pensa più a Jessica come faceva prima. Almeno non per ora. La sua immagine però è sempre viva in lei. Ormai si è quasi abituata. Non si scrivono da quando si sono viste. E pensare che hanno molto di cui parlare. Come di quel bacio mancato. La verità però è che entrambe, forse vogliono solo dimenticare. Anche se sanno benissimo che non si dimentica mai niente. 

E' da tanto che Alex non vede Sara. Ultimamente è stata male, ma l'ha saputo dal suo ragazzo e non da lei. Lo aveva immaginato, di solito scompare giorni interi fino a quando qualcuno non la cerca e a quel punto si fa viva. Poi solo dopo aver sventato la malattia ti informa che stava realmente male. Alex si è abituata anche a questo. In realtà non si è abituata a NIENTE. Semplicemente è diventato normale. Ha una migliore amica fantasma. Ma ci tiene a lei e pur di non perderla, sopporta, tiene dentro, esplode ma senza farlo notare. Esplode per se stessa. Alex andò a casa sua a prenderla e insieme andarono nella piazzetta della chiesa vicino casa di Sara. Li è tranquillo. Ci vanno spesso. Si siedono sui gradini delle scale e iniziano a parlare. Alex cerca di sfogarsi per tutto in realtà. Sara per la maggior parte la capisce ed Alex è felice di questo. Ha bisogno che qualcuno la comprenda. Alex le racconta cosa a fatto con Jessica quando è andata a trovarla ma non le ha detto proprio tutto. Alex ha ritenuto più opportuno non dire niente a nessuno. Certe cose non si dicono nemmeno alla migliore amica. Certe cose rimangono tue e basta. Ben presto però si fa sera, ed entrambe si diriggono verso la propria abitazione.



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