Sbattè la porta molto violentemente così da attirare l'attenzione e subito dopo gridò il nome della sorella «Lily! Lily vieni qui!» «Che c'è? Che è successo?» Lily accorse nella stanza tutta agitata a causa delle urla della sorella minore «Allora cosa è successo?»
«Ho parlato con il Preside.
Mi ha detto della psicologa.»
«Okay.»
«No, non è okay, non andrò da una strizzacervelli, te lo puoi scordare.»
«Kate era l'unica soluzione, la Dalton era l'unica scuola disposta a prenderti, a condizione che andassi dalla psicologa della scuola.»
«Non mi interessa, vorrà dire che mi cercherò un lavoro, ma non andrò da un fottuto strizzacervelli! Ci sono già passata e non serve a niente se non a farmi stare peggio! Non voglio più farmi guardare in quel modo!»
«Quale modo?»
«Come se fossi colpevole...»
«Kate...la psicologa della scuola non ti conosce, non è stata informata della tua situazione, sei tu che devi parlare con lei.»
«E dovrei crederci?!»
«Perché non dovresti?»
«Perché so che seppur per una frazione di secondo, anche tu hai pensato che fossi colpevole! Che l'avessi uccisa io!» in quel momento Kate stava piangendo e di lì a poco anche Lily si sarebbe unita a lei.
Stavano entrambe in piedi all'entrata l'uno di fronte all'altra, con le lacrime che si abbandonavano alla gravità senza troppi problemi.
Si guardarono negli occhi a lungo fino a quando non cedettero e non si abbracciarono, un abbraccio che fece bene ad entrambe. «Va bene.» disse Kate
«Va bene cosa?» chiese la sorella, confusa «Va bene andrò dalla psicologa, ma non ti aspettare che mi apra con lei come se niente fosse. Dovrà sudarsi ogni singola parola che le rivolgerò.» «D'accordo, mi sembra un ottimo compromesso.» entrambe sorrisero e si diedero un ultimo abbraccio.______________
«Dio salvatemi...» sussurrò Kim
«Ma quanto è noiosa questa donna?» «Abbastanza da far addormentare Neb.» la bruna accortocciò una pallina di carta e la lanciò al ragazzo davanti a lei per farlo rinvenire
«Buongiorno bell'addormentata!» disse al ragazzo dai capelli bianchi «É finita?» «Spiacente.» «Allora perché mi hai svegliato allora?»
«Perché russavi, Casanova.».Finalmente la campanella suonò e le due ragazze si alzarono e uscirono dall'aula, seguite dal ragazzo ancora mezzo addormentato. «Sai Kate credo che dovremmo fare le presentazioni ufficiali.»
«Le cosa?» «Le presentazioni ufficiali, farti conoscere un po' di gente.» «Declino l'offerta, non ho intenzione di fare la conoscenza di nessuno, sto bene così grazie.»
«Ma faremo tutto per via indiretta, tu conoscerai loro senza che loro conoscano te.»
«E come?» «Così: vedi il ragazzo appoggiato all'armadietto? Quello con la felpa blu? Be’ lui é Jordan Horan, il tipico palestrato tutto muscoli e niente cervello; quello di fronte a lui é Joseph Harding, lui invece è il capitano della squadra di basket, quoziente intellettivo nella media; il ragazzo di fianco a lui è Kevin Slater, buoni voti, bravo nel basket, è conosciuto più che altro per la madre-»
«Per la madre?»
«Sì, sua madre è la psicologa della scuola.»
«Oh, okay...» la sua voce continuava ad essere pressoché un sussurro «Passiamo direttamente ai pezzi grossi: i due che stanno passando adesso sono Chocolate e Beckett Wilson sono fratello e sorella e sono il re e la regina della scuola.
Lei è astuta e perfida e come ogni regina che si rispettivi manda avanti il suo regno con il pugno di ferro; vanitosa come poche, ottimi voti a scuola – anche se si sospetta che sia a causa di suo padre, il proprietario della scuola. Passiamo al fratello: anche lui parecchio perfido, è un playboy nato, ricco e viziato, bello e dannato-»
«Sembra la trama di una teenfiction.» Kim ridacchiò e Nebeus sorrise «Be’ ci hai quasi azzeccato, hanno partecipato ad un reality show l'anno scorso.»
«Ho capito: voi sarete gli unici ai quali concederò il saluto. Però ho bisogno che mi togliate una curiosità: perché lui si chiama Nebeus?»
«Mia madre è una patita di racconti fantasy e Nebeus era uno dei personaggi di una delle sue saghe preferite.»
«Oh...be' è originale»
«Lasciamo le delucidazioni sul perché del suo nome alla prossima volta. Se non vuoi guai tieniti lontana dal radar dei fratelli Wilson-» anche quella volta Kate interruppe Kim, ma la sua voce era più ferma,
«Ho intenzione di tenermi lontana dal radar di chiunque.
Sono qui per fare l'ultimo anno di liceo, non per fare amicizie né per cercarmi un fidanzato. Devo solo fare l'ultimo anno e poi sarò libera.» Kate prese le sue cose e se andò via, verso la prossima lezione.
«Wow ragazzi! Decisamente poco amichevole.»
«Lasciala stare K, non la conosci ma io conosco te e so già che qualcosa ti frulla in quella testolina.»
«Ma l'hai sentita? É ovvio che ha bisogno di aiuto!»
«Magari lei non vuole essere aiutata.»
«Tu fidati di me.»
«So già che me ne pentirò...»
«Ti adoro Neb, ci vediamo dopo scuola, adesso devo scappare o la Mitchell mi fa a pezzi!» la ragazza piroettò entusiasta fino alla lezione e lo stesso fece il ragazzo dai capelli bianchi, ma con meno entusiasmo della bruna.
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NEVER GIVE UP
Teen Fiction"Non cedere mai" é questa la frase che si è sentita ripetere per due anni da tutti quelli che andavano a trovarla. Tutti gliela ripetevano perché nessuno sapeva davvero com'era vivere in quel posto; un posto dove ti senti solo anche con centinaia di...