«Te lo chiederò per l'ultima volta Mary Kate, perché hai ucciso Jinny?»
«Non l'ho uccisa io.»
«Mary Kate-»
«Mi chiamo Kate. Nessuno mi chiama Mary Kate». Nessuno più la chiamava Mary Kate, c'era una sola persona che la chiamava in quel modo, e quella persona non c'era più.
«Allora, Kate, perché l'hai uccisa?»
«IO NON L'HO UCCISA! NON SONO STATA IO!» Kate iniziò a piangere ed a ansimare ripetendo più volte la stessa frase in modo disperato «Non sono stata io, non sono stata io...».
Era vero.
Non era stata lei ad uccidere Jinny.
Jinny si era suicidata ed era stata una sua scelta, ma nessuno lo considerava possibile.
Tutti consideravano Jinny la brava ragazza per eccellenza: setosi capelli biondi quasi tendenti al bianco, occhi azzurro cielo, minuta, educata e sempre gentile con tutti, a scuola era fra le studentesse migliori e andava persino in chiesa tutte le domeniche; per tutti era molto più facile credere che fosse stata uccisa dalla sua migliore amica, perché per la famiglia della ragazza chi si suicida è infelice e per loro Jinny non poteva non essere felice, aveva tutto ciò che desiderava.
Ma Kate non aveva colpe, anzi, lei aveva cercato di persuaderla, di farla ricredere ma vanamente.E in quel momento Kate si ritrovava a scontare una pena per una colpa che non era la sua, ma lei non avrebbe mollato, non si sarebbe arresa, non avrebbe ceduto.
STAI LEGGENDO
NEVER GIVE UP
Genç Kurgu"Non cedere mai" é questa la frase che si è sentita ripetere per due anni da tutti quelli che andavano a trovarla. Tutti gliela ripetevano perché nessuno sapeva davvero com'era vivere in quel posto; un posto dove ti senti solo anche con centinaia di...